Capitolo 4: Neil

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Il freddo del metallo mi entra nell'avambraccio, ma in fin dei conti siamo a fine estate e non dà troppo fastidio, anzi. Guardo dagli spalti la partita di football dei miei compagni. Pur di mantenere le loro borse di studio fanno centinaia di attività extracurricolari, io mi sono sempre opposto, soprattutto perché non sono un tipo che adora gli sport di squadra o a cui piace nuotare, cantare, suonare uno strumento o partecipare a gare di spelling, sempre che esistano al college...

A loro piace correre e placcarsi, rotolarsi nel fango e giocherebbero anche sotto il diluvio universale. Io non amo il contatto fisico, a parte con le ragazze nude, e faccio lo stretto necessario per mantenermi in forma.

L'arbitro fischia, segno che la partita è finita, così prendo il mio zaino mezzo vuoto e scendo negli spogliatoi.

"Bravi ragazzi, continuate così e forse quest'anno vinciamo il campionato" dice il coach mentre i miei compagni entrano in un corridoio coperto ai lati del campo che conduce alle docce.

"Hei Neil, come siamo andati?" chiede Erin, il compagno di stanza di James.

"Beh non sono un appassionato di football, ma non sembrate male"

"Siamo stati una bomba" commenta Ryan con la voce soffocata dalla maglietta che si sta sfilando.

Un telefono sulla panca si illumina. È di James.

"Dov'è James?" chiedo

"Sotto la doccia di là" indica Erin col mento.

"Ah gli è arrivato un messaggio, vabbè come viene lo vede"

Suona di nuovo e a quel punto sbircio la schermata

/certo/

/dimmi/

Che odio le persone che per esprimere un concetto mandano una parola per volta. Il nome sopra mi attira più del messaggio: "Brianna". Parla con Brianna? L'amica della ragazza che dovrebbe aiutarmi con l'enorme mole di studio di questo semestre? 

Dopo qualche minuto e dopo aver vagliato ogni possibilità, mi viene in mente una sola domanda

"Ti stai sentendo con Brianna?"

James appena entra nello spogliatoio avvolto nel suo asciugamano ha puntati su di sè gli sguardi di tutti i nostri compagni.

"No, non proprio. Le ho scritto dopo che ieri abbiamo incontrato in mensa la ragazza che lavora con te, visto che il numero sui biglietti era il suo. È gnocca, dai!"

"Puoi dirlo forte amico" grida Ryan seguito a ruota da cenni del capo di mezzo spogliatoio.

"Quindi?!" chiedo io con un'alzata di spalle cercando di ottenere più informazioni sulla presunta nuova fiamma del mio migliore amico. Non sono quel tipo di amico geloso, ma conosco bene James e so quanto possa essere cieco quando si tratta di amore: appena una bella ragazza gli passa sotto il naso, lui comincia a viaggiare in un mondo solo suo e non per una questione di ormoni... il fatto è che è troppo buono e quello che da' non lo ottiene mai indietro.

"Quindi... forse... te lo dico stasera 'che sono in ritardo per il colloquio" risponde evasivo buttandomi addosso il suo borsone pieno di roba sudata. Odio quando fa quel sorriso sornione da 'io lo so e tu no'.

Quando usciamo si è già fatto buio. Noi torniamo al dormitorio per farci una birra e una partita di biliardo nella stanza di Devon, mentre James risale in macchina per andare ad un colloquio di lavoro.

"Ci dici dove lavorerai?"

"Se mi assumono sì e festeggiamo insieme che questo stronzo parte e mi lascia la stanza libera per un po'! Offro io" dice rivolto al compagno di stanza, mentre getta il borsone nel portabagagli.

"Dici così perché già sai che ti mancherò, zuccherino" ribatte Erin complice.

Devon viene da una famiglia particolarmente benestante e, a detta sua, è proprio il fatto che i suoi genitori si aspettino grandi cose da lui che ha avuto il bisogno di allontanarsi e prendere una camera nel dormitorio come un ragazzo normale. Per rendere questa esperienza ancora più entusiasmante ha anche lasciato che la segreteria gli assegnasse un coinquilino, la fortuna ha voluto che fosse proprio Ryan. In questo modo hanno involontariamente creato il più epico duetto mai esistito, quello che potrebbe benissimo incendiarti l'intera università con un estintore o scatenare la lotta col cibo in mensa. Mai avrei pensato che quei due avessero 26 e 25 anni.

Entriamo in camera di Devon e Ryan e già vediamo che il tavolo è stato spostato al centro della stanza con tanto di bicchieri posizionati a formare una piramide. La pallina del beer-pong è poggiata al centro tra le due piramidi. Che dire: che la serata abbia inizio.

Mentre sto per prendere la mira e centrare il bicchiere colmo di birra Erin se ne esce con un "Mi hanno detto che è un bel bocconcino la tua nuova 'tutor di studio', è vero? Come si chiama?"

Sinceramente non mi sono molto soffermato ad apprezzare i minimi particolari, ma quando l'ho vista così sicura di sé sedersi al mio fianco e rifiutarmi ancora prima che potessi farle qualche avance, mi aveva incuriosito parecchio.

"Amy e sì è carina, bassa, bionda, con gli occhi marroni... nulla che non abbia già visto in realtà"

"James però mi ha detto che ha un bel sedere sodo" dice Ryan dall'altra parte del tavolo "A questo punto mi piacerebbe testare se è vero, se non vi dispiace" dice alzando le mani.

"Eddai ragazzi, non sapete neanche se ha un fidanzato" anche io ho le mie fantasie su quasi ogni bella ragazza che incontro, ma sentire i miei compagni che ne parlano come se fosse una palla da far rimbalzare tra le loro mani mi innervosisce. Se avessi una sorella credo che spaccherei la faccia a chiunque facesse battutine del genere.

"Se glielo chiedi da parte nostra ci mettiamo d'accordo per i turni" annuncia Ryan

"Io preferirei i giorni pari" decide Evan dall'altro capo della camera

"Allora io quelli..." non faccio finire a Ryan la frase che gli lancio la pallina in un occhio. Immediatamente cala il silenzio nella stanza e Ryan si tiene una mano sul viso.

"Se la volevi tu bastava dirlo"

"Siete dei deficienti" decreto serio ed esco per fumarmi una sigaretta rubata a Trent.

Per fortuna, dopo neanche dieci minuti, vedo James tornare dal colloquio.

"Allora com'è andata?" chiedo incuriosito dal suo sorriso a 32 denti.

"Credo che fossero così disperati che alla fine mi hanno assunto" dice ridendo, ma finito questo breve momento di ilarità gli rimane un sorriso ebete sulla faccia. So che c'è altro.

"Dove ti hanno assunto, scusa?"

"Ah già ancora ve l'ho detto" nel frattempo gli altri ragazzi si affacciano dalla porta per assicurarsi che non stia parlando da solo.

James continua guardando anche gli altri che aspettano la notizia col fiato sospeso "ora sono uno dei buttafuori del Ticket. È quel locale esclusivo tutto illuminato dietro la Alamitos Ave"

"Hai detto che avresti offerto!" urla Devon alle mie spalle.

Senza che James possa ribattere, vanno tutti a prendere le giacche e si fiondano nelle macchine.

"Ci vediamo al Donkey" dice elettrizzato Erin prima di mettere in moto.

"Andiamo Neil o mi ritroverò in debito col pub prima ancora di arrivare"

"Prima di andare... devi dirmi altro?"

"C'era Brianna al Ticket. Non so per quale motivo, dato che è un locale esclusivo, ma mi ha fatto piacere parlarci dal vivo. È proprio bella amico"

Saliamo in macchina e mi rassegno col sorriso ad abbandonare James tra le braccia dell'amore.


*Angolo autrice*

Le cose iniziano a complicarsi. Cosa pensate che succederà? Il Ticket è un posto magico... leggere per credere!

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