Capitolo 60: Amy

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 Notti e giorni passano, ma io mi sento come se allo scattare della mezzanotte tornassi un giorno indietro. Sembra tutto un ciclo infinito: mi sveglio, vedo che non è cambiato nulla, urlo il nome di Brie e nessuno viene ad aprire la porta che mi tiene prigioniera. Quando arriva la sera il pavimento inizia a vibrare a causa della musica al piano di sotto, l'unico giorno in cui ho visto quella parte del locale è quando siamo arrivate. Quattro giorni fa.

Non vedo Brianna da quattro cazzo di giorni e non ho idea di cosa mio padre possa averle fatto. Vorrei fare di più che urlare il suo nome. Vorrei uscire, andarla a cercare, probabilmente mi farei uccidere dal mio stesso padre pur di portarla via da questo inferno. È il mio inferno, non deve essere anche il suo. Vorrei fare di più, ma la droga che prendo ogni sera anestetizza il mio corpo e il mio cuore, gira tutto in tondo e poi non sento più niente. E torno lì...

Non ho mai avuto idea di cosa fosse la solitudine prima di questo momento. Nonostante la mia adolescenza sia stata uno schifo totale ho sempre avuto delle persone che mi aiutassero ad attraversarla con dignità, che mi capivano e che mi offrivano una spalla su cui piangere quando arrivavo stremata. Non mi sono mai considerata una codarda, ma la verità è che se la definizione di codarda potesse essere una persona, quella sarei io. Sono fuggita dal mio vecchio mondo lasciandomi alle spalle qualunque cosa, la mia identità e le persone che mi hanno amata. E ora come ripago quella persona che mi ha offerto una via di fuga, una vita diversa? Trascinandola all'inferno con me. Sono un'egoista.

Per tre anni non sono stata altro che 'la figlia del capo', la puttana di paparino. Nei primi mesi mi guardavo allo specchio coperta di macchie rosse di baci dati con i denti, tagli di bottiglie spaccate sulla schiena, occhi rossi per il pianto, graffi su ogni centimetro del corpo e vomitavo. Pretendevo che la mia anima uscisse dal mio corpo come tutta quella bile. Finalmente un giorno ci riuscii.

Avevo venduto la mia anima al diavolo ed ero diventata quello che mio padre si aspettava. Passavo davanti allo specchio e invece che piangere mi truccavo per il cliente successivo.

Ora so che il mio era spirito di adattamento, una versione diversa del fingersi morta davanti al nemico: ero semplicemente morta dentro.

Se attraversare l'inferno mi era costato l'umanità per tre anni buoni, uscirne era stata ancora più dura. Il senso di colpa mi attanagliava ogni notte, sognavo le mie amiche che lavoravano al locale di papà puntarmi il dito contro e urlarmi addosso parole d'odio, mi svegliavo sudata. Spesso Brianna doveva scuotermi perché urlavo nel sonno senza riuscire a svegliarmi. Lei sa cosa significa e non posso farglielo vivere in prima persona.

Le avrei dovuto risparmiare il mio viaggio negli inferi, ma sono una codarda.

L'alcover ti manda in una sorta di dormiveglia: senti quasi tutto, ma come se fossi immerso nell'acqua. Hai il corpo pesante e la mente leggera, hai un minimo di coscienza ma non il controllo.

L'effetto sta svanendo e non so quante ore siano passate, so solo che c'è un corpo sopra il mio che grugnisce e che ansima. Non sento altro. Qualche minuto dopo esce dal mio corpo e si riveste. Sbatte la porta andandosene e io recupero le mie poche forze per girarmi su un fianco e portare le ginocchia verso il petto. Piango come faccio ogni notte quando l'effetto della droga svanisce per poi svegliarmi nella stessa posizione e tornare di nuovo indietro di un giorno.

***

L'occhio mi pizzica, ma cerco di restare nel mondo dei sogni ancora per un po'. C'è qualcosa tra le ciglia che brucia penetrando silenziosamente tra le rime. Sale. Tutte le lacrime che mi hanno cullata la notte per farmi addormentare ora sono evaporate lasciando come unico testimone di questo girone d'inferno il sale.

Quando il prurito si fa insopportabile la mano automaticamente parte per levare via il fastidio. Il braccio è intorpidito e credo proprio che sia colpa della pasticca in più che ho preso ieri sera, ma in compenso la mente è lucida e ora sa cosa fare.

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