Capitolo 42: Neil

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Sono 6 giorni che Amy mi evita.

Quanto vorrei spaccare la faccia del biondino. Com'è possibile che quei due siano finiti insieme? Ripenso a tutti i momenti passati con Amy e a tutte le volte in cui l'ho sentita così vicina da pensare che fossimo diventati la stessa persona. Erin non ha potuto vivere tutte queste cose con lei, non ha potuto conoscerla come la conosco io. Io ho intravisto le sue fragilità, ho provato a curare le sue ferite. Lei non mi ha permesso di avvicinarmi troppo e ora temo che sia stato per la presenza di quel figlio di puttana. Continuo a chiedermi cosa abbia lui di speciale o, per lo meno, cosa ho io di sbagliato per non meritare un briciolo di felicità. Sono stato così occupato tutti questi anni a pensare di non meritarla che quando mi si è parata davanti mi sono finto cieco e ora che i miei occhi erano aperti l'avevo persa.

Rimugino tutta la mattina. Sei ore filate di sensi di colpa e domande irrisolte.

La cosa che finalmente mi distoglie da tutto il caos nella mia testa è la voragine che ho al posto dello stomaco.

Scendo velocemente in mensa e individuo il tavolo che la squadra è solita occupare.

È seduta sulle gambe di Erin e lui le sposta una ciocca di capelli per infilarla dietro l'orecchio. Non mi accorgo di avere stretto i pugni fino a quando non sento la pelle sulle nocche tirarsi fino a fare male.

"Come va?" chiede James.

"Una meraviglia" sussurro a denti stretti mentre guardo Erin. Lui non si è accorto di nulla in quanto è troppo rapito dagli occhi di Amy per sentire la mia minaccia di morte.

"Meno male" risponde Brianna ribattendo alla mia ironia. Guarda il tavolo pensierosa, forse neanche a lei piace Erin, forse anche lei sa che per Amy non è la persona giusta. Mi giro a guardarla e sento un "Oooooleh" da parte dei ragazzi.

Erin e Amy si stanno baciando con una passione che generalmente si riserva a luoghi più appartati e intimi di una mensa universitaria.

"Un altro soldato caduto in battaglia. Lo ricorderemo con affetto durante tutti gli allenamenti a cui non si presenterà per scopare con Amy"

La rabbia bolle nelle vene e scorre in tutto il corpo, una volta arrivata al cervello non c'è più muscolo che io possa comandare.

Con soli tre passi copro la distanza che c'è tra me ed Erin. Lo afferro dalla manica della sua stupida giacca di pelle nera e lo spingo fuori dal tavolo della mensa costringendolo a scavalcare la panca.

"Io e te dobbiamo fare una chiacchierata"

Lui non si scompone e con una mano indica l'uscita della mensa, così la nostra discussione ancora cominciata potrà proseguire sotto la pioggia di fine autunno.

"Senti so che c'è stato qualcosa tra te ed Amy e se ti da fastidio mi limiterò a non baciarla davanti a te" inizia lui sulla difensiva allargando le braccia e sgranando gli occhi come se stesse cercando di farmi capire che la mia reazione è esagerata "la bacerò solo quando saremo soli su un letto, o in una macchina, o in un bagno pubbl.."

Dritto sul naso. Spero di averglielo rotto e quando vedo uscire un rivolo di sangue scuro godo.

"Neil!" mi urla Amy sulla soglia della sala mensa. Stringe le labbra in un'espressione di disapprovazione e corre da Erin per stringergli il naso con un fazzoletto.

"Tu ti faresti scopare in macchina da uno come lui?" chiedo incredulo. Cazzo, nella macchina ci porti chi non vuoi far salire a casa, chi non incontrerai mai più, quelle a cui non tieni abbastanza. Amy non merita una tappezzeria ruvida e sporca o ancora peggio un bagno pubblico come degli adolescenti in piena crisi ormonale.

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