Capitolo 54: Amy

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Walter, Thomas, Brie e io.

Una macchina.

Due rapitori, due ostaggi.

È così che la vedo io.

Sono tre giorni che mio padre e Thomas si alternano alla guida. Ogni volta che si fa notte ci dirigiamo in motel abbandonati dove poter riposare. Chi dei due ha appena guidato si stende sul letto a dormire, mentre l'altro fa da guardia a me e Brie ammanettate alla testiera del letto e tenendo costantemente una pistola tra le mani.

Walter apre la porta della stanza. E' lurida come mai mi sarei aspettata, impersonale e puzza di umido. Dubito che riuscirei a prendere sonno in un posto del genere anche senza pistola puntata contro. L'entrata da' su una prima camera da letto e ai lati ci sono due porte: una seconda camera e un bagno. Entrambe le camere hanno un letto singolo con l'ennesima testiera in ferro battuto. Sono tre giorni che aspetto di trovarne una in legno per poterci liberare e scappare nella notte, ma credo che abbiano scelto ogni cazzo di motel con attenziona maniacale.

Come ogni sera le nostre manette vengono agganciate agli intrecci metallici del letto. Questa volta sono dei ghirigori sinuosi che richiamano dei motivi floreali. Lascio che il mio sguardo viaggi sulle curve del metallo nero e gelido ricordandomi i momenti in cui osservavo con la stessa attenzione i lineamenti di Neil. A quel tempo avevo pensato che fossero delicati per un ragazzo, ma già immagino i muscoli della mascella contratti e le rughe della fronte evidenti di quando leggerà la lettera una volta rilasciato dalla centrale, tra quattro giorni.

La notte scorsa Thomas mi ha rivelato di aver pagato alcuni poliziotti per allungare i tempi di emanazione di un'ordinanza restrittiva nei confronti di Neil e James. Sarebbero stati trattenuti sette giorni in centrale in quanto ritenuti pericolosi, senza poter vedere nessuno e avrebbero avuto il fiato sul collo da parte della polizia se avessero provato a uscire dalla città per cercarci.

Avrei dovuto dire a Neil tutta la verità sul mio passato e forse avremmo avuto una chance in più di essere ritrovate. Stupida! La voglia di seppellire tutto era maggiore dell'affetto che provavo per lui. Ingenua! Non ho imparato a fidarmi delle persone giuste.

"Thomas, abbiamo un problema" sussurra Brianna dall'altro capo del letto facendomi distogliere lo sguardo dalla testiera.

Thomas è l'unico in stanza con noi, mentre Walter è a quella all'ingresso a dormire come un porco sul letto ammuffito. Spero che gli acari si impossessino del suo corpo e che mi facciano ritrovare il suo scheletro spolpato domani mattina.

La figura magra e bionda al limite del mio campo visivo si avvicina verso la mia amica accucciandosi per portare la sua testa all'altezza di quella di Brie. "Cosa c'è ora Jessie? Non ti piace la camera? Domani ti ammanetto al letto di una suite se vuoi?" le accarezza la guancia con la canna della pistola. Brie cerca di girare la faccia, ma la posizione in cui è ammanettata glielo impedisce. Mi viene il ribrezzo a vedere il mostro che è diventato stando con mio padre, sottostando alle sue minacce. E io non me ne ero resa conto tanta era la mia fame di normalità.

"Ho bisogno di assorbenti" dice lei spostando la pistola con la guancia. Thomas non sembra tanto contento della frase della mia amica che ancora capisco se sia una trovata geniale per farlo uscire dal motel e scappare o se ne ha veramente bisogno.

"E dovrei andarteli a comprare io?" chiede agitando le mani per aria.

"Se vuoi possiamo andare io e Amy a fare la spesa, basta che ci dai una moneta da mettere nel carrello. A voi maschi serve qualcosa?" chiede sarcastica. Se fossimo in una situazione diversa scoppierei a ridere e le darei il cinque, ma con le manette è difficile e poi penso che presto o tardi il suo sarcasmo ci farà uccidere.

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