Capitolo 49: Neil

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Piccole macchie viola, verdi e giallognole su quelle gambe perfette; lacrime su suo viso pulito. Chiunque sia stato la pagherà, non solo perché si tratta di Amy, ma perché nessuna ragazza dovrebbe mai sapere che colore hanno i lividi o che sapore hanno le lacrime. So che ci sono molte cose che lei ha ancora da dire e so che dovrei rispettare i suoi tempi, ma ho bisogno di aiutarla per smettere di vederla così. Forse sarà un pensiero egoista, per questo sono stato tanto combattuto sul fatto di lasciarla tornare al Ticket.

/Ho bisogno di bere/

Mando il messaggio a James e dopo cinque minuti di orologio eccolo che sento bussare alla porta.

"Brianna è con Amy?" chiedo aprendo la porta, ma quando alzo lo sguardo vedo dei capelli biondissimi invece che castani.

"Hai dimenticato la tua troia allo strip club?"

Faccio per sbattergli la porta in faccia, ma lui ficca il piede sullo stipite.

"Erin cosa cazzo vuoi?" chiedo cercando come prima cosa di evitare lo scontro, ma dubito di riuscirci visto che mi provoca facendo leva su Amy.

"Dirti la mia verità. Immagino che tu abbia sentito solo una campana, quella di Amy, ma non credi sia giusto avere un quadro completo e sapere il resto della storia?"

"Quando Amy sarà pronta me lo dirà, non ho bisogno di sentire le tue stronzate"

"E smettila di chiamarla Amelia... si chiama Samantha!" urla lui, ma non ho idea di cosa cazzo stia dicendo. Amy è Amy, punto.

"Neil, non fare quella faccia. Non immagino quanto possa essere deludente stare con una persona che pensavi di conoscere. Con me almeno era autentica"

Non so se sia stato lui a ridurre in quel modo Amy, ma un pugno in un occhio non glielo leva nessuno.

"E' colpa tua!" urlo mentre la mia mano si chiude.

Non si è neanche spostato, ha voluto prenderselo in pieno. Mentre rimango spiazzato dice con voce apocalittica "Quando ti accorgerai che non è chi crede di essere non restarci male perché io ti avevo avvertito"

Esce dalla porta che aveva tenuto aperta e se ne va finalmente a fanculo fuori dalla mia vista lasciandomi con mille dubbi.

"Ma che succede?" James è entrato appena Erin è uscito e ora mi guarda come se avessi ucciso una persona.

"E' venuto a dirmi che Amy non è chi dice di essere e che il suo nome vero è Samantha" dico buttandomi di sedere sul divano.

"Probabilmente è vero" ammette James guardandosi la punta delle scarpe.

"Ti ha fatto il lavaggio del cervello? Non è che siccome è il tuo compagno di stanza devi difenderlo anche quando spara puttanate" questa sua risposta mi stava facendo salire il sangue alla testa.

"Ok, allora... ti dico una cosa, ma prometti di fare finta che tu non sappia nulla?"

Il mio sguardo di fuoco è già una risposta.

"Sai che Brie e Amy sono fuggite dal padre di Amy, giusto?" continua lui.

"Sì"

"E sai che non volevano farsi rintracciare"

"Credi si siano procurate documenti falsi?" di colpo ho il lampo di genio.

"Ne sono certo: Brianna in realtà si chiama Jessica"

"E Amy si chiamerebbe Samantha da quello che ha detto Erin"

"Credo che neanche lui si chiami realmente Erin" ipotizza giustamente James.

"Cazzo cazzo cazzo" riavvolgo molto velocemente il nastro e torno a casa di Devon quando Erin era appena rientrato da un viaggio ignoto e lui e Amy si erano rivisti per la prima volta "Thomas, l'aveva chiamato Thomas. Dio non posso crederci, mi ha mentito"

"No non l'ha fatto, Neil. Si stavano solo proteggendo e meno persone lo avessero saputo, meno rischi avrebbero corso, per questo ho preferito non dirti nulla ieri. Ho litigato con Brie per lo stesso motivo, appena l'ho scoperto. Le era caduto il portafoglio e tra i documenti che ho raccolto c'era una seconda carta d'identità con la sua foto e un nome diverso. L'ho costretta a darmi una spiegazione e ha pensato che non mi fidassi abbastanza di lei. Poi ha attaccato con la storia di Adriana"

"Ma se Amy e Brianna volevano far perdere le loro tracce, e Amy ha anche detto che non voleva che neanche Erin la seguisse per evitare che suo padre le rintracciasse, allora che cazzo ci fa Erin qui?"

"Brie ha detto che neanche i suoi genitori sanno in che stato si trova..." confessa James.

Cazzo. Ora tutti i pezzi combaciano, perché non l'ho pensato prima? Sono uno stupido.

"Erin è qui per conto del padre di Amy. Lei e Briana sono in pericolo. Dobbiamo raggiungerle e chiarire la situazione"

Corriamo verso la macchina di James che sa guidare molto meglio sotto pressione e sfrecciamo verso il Ticket.

Vicino, molto vicino, sentiamo una sirena. All'inizio penso sia un'ambulanza, ma poi vedo delle luci blu lampeggianti e mi accorgo che è la polizia che ci segue.

"Dovremmo fermarci?" chiede James.

"Preferisco prendere una multa per eccesso di velocità che impiegare troppo tempo per arrivare al Ticket, dobbiamo parlare con le ragazze" dico freddo.

Incito il mio amico a schiacciare il pedale dell'acceleratore, ma lui invece rallenta.

"Ci scusi, stavamo andando veloci, ma è per una buona causa. Crediamo che delle ragazze siano in pericolo"

"Ma voi non siete due principi azzurri e questa macchina non è un cavallo bianco. Scendete e venite in centrale con noi" Ah però, simpatica la poliziotta. Lancio un'occhiata di fuoco a James.

"Prega di fare subito" sibilo al suo orecchio.

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