Capitolo 9: Neil

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In fin dei conti la biondina non è nulla male. Oramai viene da me un giorno sì e l'altro no da tre settimane e spesso restiamo a mangiare insieme perché vuole finire il suo lavoro: è ammirevole. È intelligente, sarcastica, simpatica, discreta e soprattutto acida. A volte lo è a livelli ingestibili tanto che non oso neanche chiederle se ha il ciclo per non essere mangiato vivo, ma è un lato di lei così intrigante: più mi tiene testa, più mi fa venir voglia di sbattermela da qualche parte.

Dovrei concentrarmi a leggere il libro che la professoressa ci ha consigliato per l'esame, ma sono ipnotizzato dal movimento che i suoi capelli fanno ogni volta che sposta il braccio per digitare qualcosa al computer. Non trascrive solo ciò che c'è negli audio, ma cerca anche di dargli un senso logico, a volte li interrompe e mi chiede di farle vedere alcuni appunti o di spiegarle a parole mie un concetto poco chiaro. Non credo che sia una secchiona, ma vedo l'impegno che mette in tutto ciò che fa... come se volesse riscattarsi da qualcosa.

"Amy cosa ti ordino?"

"Funghi e salsicce" risponde atona.

Uh, scusa se ti distraggo troppo Miss. Acidità, potresti anche guardarmi mentre ti parlo.

"Okay" le faccio una smorfia fintanto che è girata di spalle e prendo il telefono per chiamare Mario's.

Dieci minuti più tardi il sole non c'è più, ma in compenso l'odore della pizza invade la camera.

"Finito!" dice contenta digitando l'ultima lettera con foga. Si gira verso di me e si stiracchia la schiena con un movimento che le strizza tutto il decoltè. Niente male anche quello.

Si alza dalla sedia e si massaggia il sedere. Vorrei essere quelle mani.

"Mi si è squadrato il culo, quanto tempo ci ho messo?"

"Tre ore e mezza"

"Il tuo prof fa concorrenza a Eminem quando spiega, non vale!" sorrido perché so che è vero. Se solo sapesse che Mr. Callahan assomiglia anche a Eminem...

Si siede a mangiare e i suoi occhi si illuminano quando apre il cartone della pizza. Li chiude e respira profondamente "Ti sposerei" dice con aria sognante.

"Non sei il mio tipo" rispondo con la bocca piena.

"Dicevo alla pizza, scemo" alza un angolo della bocca e scuote leggermente la testa riportando subito lo sguardo al suo futuro marito.

Quando arriva all'ultimo spicchio credo di averla persa completamente. È mezz'ora che mangia come un automa dando morsi a ritmi regolari e fissando un punto indefinito vicino al frigo.

"A cosa stai pensando?"

Si riscuote dal torpore e mi guarda come se il suo cervello stesse processando la domanda. "Sinceramente?

"Sinceramente"

"Che ultimamente non mi viene da essere acida con te. Non sei un completo stronzo come pensavo" La prima parte non è del tutto vera, la seconda le concedo il beneficio del dubbio.

"Peccato, mi intrigava quel tuo lato. Tesoro." Metto malizia in quel nomignolo solo per il gusto di stuzzicarla e vedere di nuovo quella scintilla di competitività e acidità nei suoi occhioni marroni.

"Vaffanculo.... Tesoro" Eccola! Che musica.

Mi sposto sul divano per evitare che possa vedere dalla mia espressione quanto mi piaccia stuzzicarla così e, quando il caldo al petto passa, mi giro a guardarla per invitarla a sedersi a fianco a me.

"Dai ti lascio scegliere il film"

Con finta riluttanza si alza e si tuffa sul divano. Prende la coperta e la apre porgendomene un pezzo. Ha lo sguardo tenero e mi stupisco di scoprire che quella sensazione di caldo e pesantezza al petto torna quando mi guarda così. Prendo il lembo della coperta e mi copro.

Qualche minuto dopo sento le molle del divano affossarsi e credo che sia arrivata l'ora di riportarla a casa, invece fa qualcosa in inaspettato: si avvicina e si stringe nella coperta poggiando la testa sul mio braccio.

Chiude gli occhi e sembra così indifesa, fragile che non ho la minima intenzione di contrarre un singolo muscolo. La mia mente è in subbuglio, ma appena la guardo tutto sembra calmarsi.

Ho passato gli ultimi anni tra i sensi di colpa. Non mi è mai fregato nulla delle ragazze che mi portavo a letto, né tanto meno mi ero mai soffermato a guardarle dormire. L'ultima ragazza che avevo visto dormire era Marilyn e non era pace quello che avevo provato.

Una ciocca più scura delle altre le ricade sul naso e la sposto per evitare che la solletichi svegliandola. I suoi occhi innocenti si aprono "Ti riporto a casa, tesoro" li richiude come se volesse continuare a dormire e il fatto che glielo lascerei fare volentieri non mi piace affatto. Non mi affezionerò a lei.

Mi alzo levando la coperta anche dal suo corpo raggomitolato e mi infilo le scarpe. Lei fa lo stesso in un completo stato di trance per non svegliarsi e da un lato mi auguro che domani possa pensare che quello che è successo prima sia un sogno.

Non le do neanche il tempo di attraversare il portone che digito un numero di telefono che oramai conosco a memoria.

"Tay sei libera stasera?"

"Per te quando vuoi, Neil"

"Allora arrivo"


*Angolo autrice*

So che il capitolo è corto, ma spero sia di vostro gradimento. Ora che Neil e Amy si stanno avvicinando chi sarà mai Tay? Ipotesi? Fatemi sapere cosa ne pensate!

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