Capitolo 6: Amy

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"Amy" non so di chi sia la voce nel mio orecchio e per questo mi irrigidisco.

"Ciao Neil, non dovevi aspettarmi al tuo dormitorio?" dico un po' seccata.

"Sei sempre così scontrosa o solo perchè sono io?" incrocia le braccia, mette su un sorriso idiota e si appoggia al muro. Il suo corpo, seppur longilineo, mi copre tutta la visuale sul campus e il fatto che sia così vicino mi provoca una sensazione simile al fastidio.

A volte non mi rendo conto della mia acidità "Perché? chi sei tu?" ma se riusciva a sostenerla il gioco si faceva interessante.

"Hai presente quei film dove nelle università c'è sempre il figo di turno... quello che spezza il cuore di tutte..."

"Quello che ha appena vinto il premio per l'autostima e la peggior presentazione di sè? Ah, sì capito" Doveva essere di quei bambini cresciuti a complimenti su quanto fossero bravi e belli. Forse la mia era anche invidia: la mia autostima l'avevo creata dal nulla e mai nessuno aveva fatto complimenti se non rivolti al mio fisico e in maniera volgare, per questo non li avevo mai apprezzati.

"Ti faccio strada" si era fatto serio...oh povero piccolo pensava davvero che tutti lo conoscessero? Il vip della California State University!

Arrivati mi ritrovo in un corridoio identico al dormitorio femminile, ma invece che rosa è azzurro: quanto sessismo.

"Loro sono Ryan, Devon, Evan, Oliver, James, Calvin e Trent. Ne manca qualcuno, ma prima o poi li incontrerai tutti" dice Neil indicando uno per uno i ragazzi che avevo visto con lui alla mensa. Ho già scordato i loro nomi, tranne quello di James: 'toccatore di culi e futuro buttafuori del Ticket' ah gia, 'l'amico di Brianna'.

"Piacere Amy" saluto tutti con un cenno della mano a mezz'aria.

"Ci vediamo dopo ragazzi"

"Non la consumare" urla uno dei tanti palestrati, ma non so quale dato che si sono tutti girati e stanno uscendo dal dormitorio.

Entriamo nella sua stanza e, sinceramente, non me l'aspettavo così pulita. Brilla davvero.

"Hai per caso una donna delle pulizie?" cazzo ho pensato a voce alta, non volevo dirlo veramente. Mi giro verso di lui con aria colpevole mordendomi una pellicina del pollice.

"Credi che in quanto maschio io non sappia pulire?"

"Mi stupisce solamente trovare qualcuno autonomo e che non crede nella divisione dei compiti tra uomo e donna"

"Se te lo stai chiedendo so anche stirare e fare la lavatrice, l'unica cosa che non so fare è cucinare. Per questo vado in mensa"

"Considerami impressionata, soprattutto perché non so fare la lavatrice e neanche cucinare" dopo il primo momento di imbarazzo inizio a guardarmi intorno. Doveva essere anche un esperto di feng shui perché quella stanza sembra più grande di quel che è grazie alla sapiente disposizione dei mobili. Un divano è in un angolo della stanza, a fianco ad una finestra. Il bagno genera una nicchia col suo muro in cartongesso in corrispondenza del quale è stato sistemato un pezzo di cucina con un semplice lavandino, un fornello, un minibar e un tostapane. Il resto della stanza è occupato da un tavolo circondato da delle sedie sul lato che ridà sulla parete e da un secondo divano di fronte, in modo da poter essere girato all'occorrenza.

"Quindi che corso stai facendo?" effettivamente Brianna non mi aveva detto nulla della sua facoltà, né per quale materia l'avesse contattata.

"Ingegneria e quando ho visto quell'annuncio non sai quanto mi sono sentito sollevato. Vuoi qualcosa da bere?"

"No tranquillo, grazie" ero contenta che l'idea di Brie fosse apprezzata "e che materia ti servirebbe?"

"Sono leggermente indietro con alcuni esami e in realtà non è una singola ma sono cinque..." forse anche lui conosce il senso di colpa, penso: ha una mano tra i capelli e le spalle ricurve, sembra un bambino appena rimproverato dalla madre per essere rientrato a casa con le scarpe sporche di fango.

"Cinque?!"

"Sì, ma ti ho lasciato quelle più discorsive così non avrai problemi a trascriverle, io capirò quello che leggo e potrò concentrarmi sulle materie dove ci sono formule e conti" si affretta a spiegarmi.

"Beh se la metti così... abbiamo un accordo! Cinque dollari ogni ora di sbobine. Sei tu l'ingegnere quindi calcolati quanto ti verrebbe a costare"

"300 dollari, ma ogni volta che finisci una materia te la pago" afferma tendendo la mano aspettando di sigillare l'accordo.

Gliela stringo e rimango quasi sconvolta dal calore della sua pelle, è ruvida e con qualche nocca spellata, ma incredibilmente calda. "Hai sempre le mani così fredde, Amy?"

"Dalle mie parti si dice mani fredde cuore caldo" voleva solo essere una frase tipica per giustificarmi, ma probabilmente la prende come una sfida visto il suo ghigno malizioso.

"Iniziamo?"

Le lezioni erano finite alle 5 di pomeriggio e se non fossi tornata all'appartamento in tempo per cambiarmi Brent questa volta mi avrebbe strozzata. "Ti dispiace se iniziamo domani? Dovrei tornare all'appartamento per prepararmi"

"Esci con qualcuno? Non che mi interessi per secondi fini eh, solo curiosità" sì, come no. Alza le mani in segno di resa alla mia occhiataccia ed ecco che ricompare il sorriso idiota.

"No, dovrei andare a correre con Brianna".

"Ti posso riaccompagnare allora"

"E' vicino, posso andare a piedi. E poi se avessi avuto un ragazzo non mi avresti accompagnata?"

"Non sono il tipo da mettersi in mezzo e so ancora come ci si comporta in questo mondo: si sta facendo buio e non volevo farti fare la strada da sola" lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo, da non considerare nè come un piacere, nè come un atto di galanteria.

"Va bene Neil, grazie" potrei dover ricredermi sul suo conto, forse.

*Angolo autrice*

Piccolo regalo per voi: due pubblicazioni in un giorno. Spero che questa seconda parte del capitolo sia di vostro gradimento.

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