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Taylor Swift, Out Of The Woods

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La mia testa era sul punto di scoppiare, tanti erano i pensieri ad affollarla in una volta. Il mio sguardo saettava di continuo fra Harry e quella dannata porta aperta, e quando si posava su quest'ultima tendeva spesso a cadere sui due corpi privi di vita riversi lì davanti.

Dalle loro età pareva che fossero padre e figlio e, per qualche ragione, questo contribuiva a farmi contorcere lo stomaco pensando al modo in cui erano morti. Non sapevo cosa diavolo volessero, ma avevano perso comunque la vita per mano di colui che stavo pensando di salvare.

D'altra parte, se Harry non avesse sparato, molto probabilmente a quel punto saremmo stati noi quelli riversi su quel pavimento. Perciò, in qualche modo contorto, mi aveva salvato la vita. Dubitavo fortemente che lo avesse fatto di proposito, ma lo aveva fatto.

Però mi aveva spinta dietro al letto, prima di sparare, e sapevo che, se non l'avesse fatto, mi sarei accorta troppo tardi della presenza dei due uomini alle mie spalle e a quel punto mi sarei già ritrovata con un buco nel petto.

Perciò sì, mi aveva realmente salvata.

Come se quello non fosse bastato, se io non fossi stata lì oppure se lui non se ne fosse curato, sarebbe stato più rapido a ripararsi e molto probabilmente non lo avrebbero colpito.

Harry non aveva esitato a salvarmi, allora perché diavolo io lo stavo facendo?

Indipendentemente da chi fosse o da cosa avesse fatto, io non avevo il diritto di decidere se meritava o no di vivere. Se c'era qualcosa che potevo fare per aiutarlo, non potevo negarglielo.

Perciò rimandai il mio piano di fuga. Decisi di rimanere per provare a salvare colui che mi teneva prigioniera.

Mi avvicinai al suo corpo privo di sensi, disteso a terra dietro alla testiera del letto, e gli portai due dita all'altezza della gola per verificare il suo battito cardiaco. Una volta constatato che era ancora vivo, mi affrettai a prendere la sua mano tra le mie, per spostarla dal suo petto e scoprire la ferita. La sua pelle era parecchio calda, oltre che madida di sudore; molto probabilmente non era un buon segno, ma almeno significava che era vivo.

Cercai rapidamente qualcosa di tagliente a portata di mano, e optai per un piccolo coltello appuntato alla cintura di Harry. Lo sfilai e lo utilizzai per tagliare il tessuto della t-shirt che indossava, di modo da scoprire la ferita per poterla medicare. Immaginai inoltre che avrei dovuto usare quella per bendarla, dato che molto probabilmente non c'erano garze o bende fra tutte le cianfrusaglie contenute in quella stanza.

Liberai il suo corpo dal tessuto nero, scoprendone il petto duro e imperlato di sudore. Rabbrividii quando il mio sguardo individuò il buco che la pallottola aveva aperto nel suo petto, da cui continuava a sgorgare del sangue. Mi affrettai a coprirlo con la t-shirt, applicando una leggera pressione, in modo da rallentare un po' l'emorragia.

Feci scivolare l'altra mano sotto la sua schiena e passai lentamente le dita sulla sua pelle, alla ricerca di un eventuale foro di uscita. Fui sollevata quando arrivai a toccare una zona impregnata da un liquido caldo ed evidentemente ferita. Significava che il proiettile era uscito, ed era un problema in meno di cui mi sarei dovuta occupare.

Sistemai il tessuto della t-shirt di modo che coprisse entrambi i fori sul suo petto ed assorbisse il sangue, rallentando un'ulteriore fuoriuscita.

"Cerca di non morire" borbottai, prima di alzarmi per mettermi alla ricerca di qualcosa di utile per bloccare definitivamente quell'emorragia.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora