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Demi Lovato, Confident

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Blake's POV

Quella settimana fu indubbiamente una delle più stressanti della mia vita. In così poco tempo, erano successe tante di quelle cose da bastarmi per una vita intera. Non c'era da stupirsi, perciò, se qualche giorno prima mi ero così vertiginosamente avvicinata a un crollo nervoso. Avevo quasi ucciso un uomo, ero stata sul punto di scappare, avevo rubato una pistola. E, per concludere in bellezza, avevo fatto una dannata doccia con la fastidiosa sensazione dello sguardo di Harry addosso.

Ma, una volta riuscita a convincermi che altro non era che una mia impressione - Harry era stato piuttosto convincente su quel punto - ero crollata. Tutto lo stress della giornata mi si era riversato addosso in una volta, causandomi una crisi di pianto che avevo tentato di soffocare affinché lui non potesse sentirmi.

Le giornate successive si trascinarono senza alcun avvenimento particolarmente eclatante. Harry veniva solo per portarmi il cibo e, come di consueto, non era particolarmente loquace. Comunque, era meglio così, ed io non avevo cercato di trattenerlo o di rivolgergli la parola più di quanto ritenessi necessario.

Quella mattina non si era ancora presentato. Era piuttosto in ritardo rispetto al suo solito, perciò era anche possibile che non sarebbe venuto per il resto della giornata, ma non potevo esserne certa.

Comunque, evitai di preoccuparmene. Il mio primo pensiero era un altro, in quel momento. L'episodio della doccia mi aveva spinta a riflettere; seppure quella volta l'intenzione di Harry non era stata di uccidermi, dovevo guardare in faccia la realtà: presto o tardi, quel momento sarebbe arrivato, e allora non sarei stata pronta per affrontarlo, com'era evidente dal modo in cui avevo perso il controllo il giorno precedente. Non potevo sperare di cavarmela semplicemente aspettando.

Dovevo mettere a punto un buon piano, poi sarei scappata.

Stimai che avrei impiegato qualche giorno, sia per definirlo che per metterlo in atto. Non avrei avuto certezze in qualunque caso, c'era comunque l'ingombrante possibilità che - a prescindere dalle mie decisioni e da quanti programmi e premeditazioni io sviluppassi - tutto quello sarebbe finito nel peggiore dei modi. Ma, se fossi rimasta semplicemente a guardare, sarebbe finita male in ogni caso, perciò decisi che tanto valeva cercare di evitarlo.

Le possibilità che avevo davanti erano principalmente due: potevo scappare da una delle due finestre che potevo raggiungere, oppure potevo tentare con la porta della mia cella.

Osservai la finestrella nella mia stanza. Le pareti dovevano essere alte un paio di metri, ed essa era posta quasi all'estremità più alta, ma avrei potuto aggirare quel problema impilando alcune casse. C'era però anche da considerare che, a causa della scarsa larghezza, avrei potuto non passarci. Inoltre, se dall'interno mi sarei arrampicata in qualche modo, all'esterno non ci sarebbe stato nulla che attutisse la mia caduta, e rompermi qualcosa non era la migliore delle possibilità, considerato che una volta fuori avrei dovuto correre.

C'era la finestra della doccia, da cui sarei potuta fuggire con maggiore facilità, ma - se anche avessi stordito Harry in qualche modo - si sarebbe ripreso e lo avrei avuto alle calcagna. E, in ogni caso, nutrivo i miei seri dubbi che lui mi avrebbe concesso di tornarci, dopo l'episodio con la pistola.

La migliore delle opzioni era uscire dalla porta, e farlo il più lontano possibile dalle visite di Harry, di modo che quando se ne fosse accorto sarebbe stato troppo tardi e sarei stata già lontana.

Decisi perciò di concentrare le mie energie nel cercare un modo per aprire quella porta. Pensai che avrei potuto sfondarla, come aveva fatto Zayn. Mancavo però sia della sua forza fisica che di qualcosa di abbastanza resistente da reggere il confronto con il metallo che la costituiva. Ricordai che lui mi aveva detto di aver utilizzato un barile; poco dopo il mio arrivo, avevo spostato ogni singolo elemento contenuto in quella stanza, ed ero perciò sicurissima che non ci fosse nulla del genere, che potesse fare al caso mio.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora