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Harry Styles, Woman

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"Se la lasci andare via ora, è probabile che non la rivedrai" riprese Joe, imperterrito.

Mi voltai verso di lui, con gli occhi iniettati di rabbia, verso Blake e verso l'uomo ancora comodamente seduto per terra, che pareva sentirsi in potere di esprimere giudizi su una faccenda che non lo riguardava.

"E tu che diavolo ne sai?" sbottai, il tono rude e graffiante.

Una strana luce parve attraversare lo sguardo di Joe, ma fu così breve che a malapena riuscii a coglierlo. "Craig Miller. So che hai intuito qualcosa e, andiamo, sappiamo entrambi che da sola non ha speranze" replicò, il tono calmo e ponderato in netto contrasto con il mio, ardente di rabbia. "Voglio dire, se la cava piuttosto bene, in poche ore che sono rimasto con lei ha ammazzato chi ci ostacolava come un cazzo di cecchino, ha rubato una macchina, ha medicato la mia ferita e," si lasciò andare in una breve risata, "ora siamo su un'ambulanza rubata - questo è anche per merito mio, ma non è questo il punto... Sa cavarsela, ma tutto questo è troppo grande per essere gestito da una persona sola."

"Troverà un modo, l'hai sentita?" sbottai, anche se in fondo sapevo che Joe aveva ragione.

In ogni caso, ormai era troppo tardi, lo avevo letto nei suoi occhi, quando era rimasta al mio capezzale e quando erano accesi di rabbia mentre mi urlava contro. Contro ogni mio debole tentativo di resistenza, l'avevo lasciata entrare, avevo permesso che si insediasse in ogni angolo della mia mente, come un dannato parassita, e non c'era più modo in cui poterla scacciare. Avevo concesso a me stesso di dire e fare cose per lei che mi si erano ritorte contro, e non potevo accettarlo.

"Quindi hai intenzione di lasciare che si faccia catturare o, peggio, ammazzare, solo perché è riuscita a scalfire il tuo stupido orgoglio?" insistette. "Perché fingi che ti importi qualcosa di lei, allora?"

Mi voltai di scatto verso Joe, gli occhi iniettati di rabbia. Avanzai furiosamente verso di lui, che non indietreggiò di un solo millimetro, mandandomi ancora più fuori controllo. Lo afferrai per il colletto della camicia e lo spinsi contro il muro, ma ancora non accennava a far sparire quel dannato ghigno di scherno dal suo volto.

"Avanti" mi incitò divertito, e a quel punto sollevai la mano a pugno, pronto a colpirlo, ignorando l'atroce dolore che si espanse sul mio addome a partire dalla ferita. "Colpiscimi. Sfoga su di me la tua frustrazione, anziché andare da lei e dirle perché stai così. Fallo, comportati come il vigliacco che-"

Lo colpii. Udii lo scrocchiare delle mie nocche contro la sua mascella e vidi il suo volto ruotare di scatto a causa del mio pugno. Un rivolo di sangue scese lungo il suo labbro, e le mie nocche si graffiarono.

Dopo quell'improvviso scatto di rabbia, mi parve di recuperare finalmente la lucidità. E fu solo a quel punto che mi resi conto di quanto illogico e sprovveduto fosse lasciare che se ne andasse. Ma, ancora, la possibilità di un rifiuto da parte sua bruciava terribilmente per il mio orgoglio.

Udii Joe alle mie spalle borbottare qualcosa che non riuscii a cogliere, poi mi sorpassò e riaprì il portellone. La vidi barcollare lungo il marciapiede, tenendo una mano premuta contro il suo fianco a causa del dolore che chiaramente provava.

Scesi dall'ambulanza e iniziai a muovermi verso di lei, al passo più rapido che mi riusciva, ma faticando parecchio a restarle dietro a causa di quella dannata ferita che rallentava ogni mio movimento.

"Blake!" la richiamai, il tono più supplicante di quanto intendessi.

Blake's POV

Udii Harry chiamare il mio nome, ma non mi voltai, essendo il mio volto ormai colmo di lacrime di rabbia, di paura, di rammarico.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora