16

5.9K 311 54
                                    

(A/N – Ho aggiunto una canzone per ogni capitolo, se volete ascoltarla mentre leggete la trovate qui sopra. Su Spotify c'è anche la playlist completa, "Blame" di thatsmarti)

Bea Miller, yes girl

~

Tenevo la pistola puntata contro il suo petto, tentando di celare il leggero tremore che mi scuoteva la mano. Cercavo in ogni modo di reggere il suo sguardo, che pareva riflettere l'apparente stato di imperturbabilità con cui tentava di approcciarsi a quella situazione. Nonostante tentasse di celarsi dietro quella maschera, comunque, era chiaro che mi temeva almeno un po', o era, come minimo, preoccupato per la mia impulsività. Dopotutto, gli avevo già dimostrato che ero in grado di sparare.

Contro ogni mia interpretazione e ipotesi, però, dopo qualche istante Harry sorrise appena, sollevando un angolo della bocca, mentre mi guardava come fossi una bambina che gioca inconsapevole con qualcosa di pericoloso.

"Mi ritieni così debole?" domandai, inarcando le sopracciglia, il tono basso ma deciso.

"No" rispose prontamente lui, cogliendomi del tutto alla sprovvista. La sua espressione si fece più seria, mentre proseguiva. "Sei riuscita a preservare la tua umanità molto più a lungo di quanto chiunque altro non avrebbe fatto. È ammirevole."

Per alcuni secondi, non riuscii a proferire verbo, come se la mia mente si fosse di colpo svuotata di ogni pensiero.

Le parole di Harry erano una sorta di arma a doppio taglio. Se, da una parte, il mio tentativo di non lasciare che quelle difficoltà intaccassero il mio lato più compassionevole aveva portato a frutti, era anche vero il contrario: a quel punto, dopo essermi lasciata andare a cose da cui avevo giurato di allontanarmi per sempre, non ero più sicura di me stessa.

Mi ero già trovata in una situazione difficile, ed era qualcosa che non volevo in alcun modo ricordare, perché, se con Harry stavo per giungere al limite, in quell'occasione l'avevo di gran lunga oltrepassato. Il ricordo giaceva relegato in un remoto angolo della mia mente, ben celato eppure ipersensibile ad ogni provocazione. Il senso di colpa, invece, era una presenza costante ed opprimente, con cui convivevo e di cui ero spesso succube.

"Credi che sia ancora umana?"

Le parole uscirono dalla mia bocca senza che riuscissi a fermarle. Furono flebili e veloci, come se la mia mente percepisse l'impellente bisogno di esternarle ed al contempo non volesse farlo.

Quella mia domanda rimase in sospeso, senza alcuna reazione da parte di Harry, perché alcuni forti colpi alla porta risuonarono in tutta la stanza.

Sia Harry che io restammo in assoluto silenzio, respirando a malapena, nella speranza che chiunque fosse fuori decidesse di cercare altrove.

L'assenza di suoni provenienti dall'esterno che seguì fu in qualche modo rassicurante. Il mio sguardo e quello di Harry erano come incatenati l'uno all'altro, mentre le menti di entrambi vorticavano di pensieri. Era come se una lotta interna fosse stata bloccata dall'avvento di un nemico comune. Ergo, nonostante le nostre logiche e giustificabili divergenze, a quel punto, eravamo sulla stessa barca.

Sussultai istintivamente quando un altro colpo, di gran lunga più forte dei precedenti, fu assestato alla porta.

"Li ho trovati" riuscii a udire.

Scattai rapidamente in piedi, ancora impugnando la pistola, senza curarmi di non fare rumore. A quel punto era solo questione di tempo, prima che avessero conferma che eravamo lì.

Non avevo la minima idea di cosa fare, non sapevo come uscire da quella situazione né che diavolo volessero quegli uomini da me. Il mio braccio continuava a sanguinare, tutto quello che volevo era lasciare quella dannata fabbrica, la mia mente era un groviglio di pensieri, ed io cominciavo ad agitarmi. Avevo bisogno di un piano, ma non riuscivo a ragionare. Tutto ciò che la mia mente spaventata riusciva a formulare era una serie di frasi sconnesse.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora