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Miley Cyrus, Adore You

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Senza aggiungere una sola parola, Harry mosse qualche passo incerto all'indietro, varcando di nuovo l'ingresso della stanza in hotel.

E fu a quel punto che tutte le sensazioni rimaste latenti nel corso di quel bacio fugace cominciarono a riemergere, funeste e incontrollabili. Provai rabbia, dettata dalla mia incapacità di reagire e prendere una posizione. Tentai di incanalarla verso Harry: come aveva potuto farmi questo? Quella situazione era già terribilmente precaria, renderla più complicata era stato quanto di più crudele avrebbe potuto farmi.

Ma, per quanto potessi tentare di negarlo e rifuggirlo, non era tutto lì. Quello che avevo provato andava ben oltre. Non sapevo come descriverlo, temendo di scomodare termini decisamente lontani da quella che era la realtà. Tutto quello che sapevo era che era stato... intenso. Non sapevo se in senso positivo o negativo, ma quello che era certo era che qualcosa di forte, inaspettato, svincolato da qualunque tipo di controllo io potessi esercitare, si era scatenato dentro di me.

E probabilmente fu la stessa sensazione a spingermi ad agire come mai avrei potuto pensare o programmare.

"Mi... mi dispiace" disse Harry, mentre i suoi passi si facevano più frettolosi.

Il suo sguardo incrociò il mio per un fugace istante, prima che lui si voltasse.

Evitando ogni pensiero, mi lasciai guidare dall'istinto.

Lo trattenni per il polso e, alla mia presa, Harry si voltò di colpo, evidentemente sorpreso da quel gesto inaspettato. Il suo sguardo si abbassò per qualche istante verso le nostre mani ora intrecciate, dunque tornò sul mio volto. Quando i nostri sguardi si incrociarono, parve di essere sospesi per istanti interminabili in una sorta di limbo. Era lo spazio che mi era concesso per le scelte: se avessi voluto andarmene, avrei dovuto farlo ora. Avrei dovuto voltarmi e correre più lontano che potevo, e quello sarebbe dovuto essere un addio. Ne avevo la possibilità.

Ma la lasciai sfumare.

Non poteva importarmi di meno della razionalità, delle scelte che chiunque - inclusa la mia parte razionale - avrebbe considerato le più giuste, del giudizio mio e degli altri, di ogni cosa intorno a noi.

Così lo attirai a me e lo baciai. E stavolta fu senza remore o timori.

Entrambi ci lasciammo andare, completamente, dando libera espressione all'attrazione che mi resi conto star covando già da tempo in entrambi.

Le sue mani mi cinsero il volto, mentre, senza altre esitazioni, approfondimmo il bacio. La sua lingua prese ad accarezzare e toccare la mia, mentre anch'io ero ormai lontana da ogni genere di autocontrollo, e mi lasciai andare. Richiusi la porta della stanza con un calcio, e le mie mani presero a esplorare il petto di Harry, il cui calore mi giungeva nonostante il tessuto della t-shirt a ricoprirlo. Risalii fino al suo volto, e a quel punto le mie mani giunsero tra le orecchie e le guance, su cui percepii un accenno di barba, e poi sulla sua nuca. Tirai piano qualche ciocca, mentre il bacio si faceva sempre più vorace, colmo di un desiderio che pareva scorrere in tutto il mio corpo, causandomi scariche di brividi incontrollate lungo la schiena e anche sulla pelle.

Le mani di Harry corsero sino alla mia nuca, mentre i pollici mi accarezzavano dietro i lobi delle orecchie. Il mio corpo e il suo parevano uno solo, tanto erano vicini. I miei seni premevano sul suo petto rigido, mentre il suo membro ormai indurito premeva contro di me.

Continuammo a indietreggiare finché raggiungemmo il primo dei due letti e, a quel punto, con le mani sul suo petto, lo spinsi su di esso, dunque mi posizionai sopra di lui.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora