17

6.6K 305 37
                                    

Little Mix, Towers

~

Folate di aria fredda mi sferzavano sul volto, insinuandosi fra i miei capelli ed oltre i miei indumenti. La sola canotta che indossavo non era decisamente quanto di più adatto al gelido inverno di New York. Ma la mia giacca giaceva ancora sullo spoglio pavimento della cella, perciò, nel giro di pochi secondi, la mia pelle si ricoprì di brividi.

Nonostante ciò, mi concessi di chiudere gli occhi per qualche secondo, inspirando aria fresca, dopo settimane di reclusione. Dimenticai per qualche istante tutto il resto, beandomi soltanto di quella sensazione. Lasciai che mi riempisse il petto, inebriandomi la mente ed imponendosi per qualche istante come mio primo pensiero.

Per quanto potessi distrarmi, però, il freddo era lacerante. Se i miei calcoli erano esatti, eravamo a circa metà dicembre. Anche Harry doveva percepire il gelo, poiché lo sentii sospirare più di una volta alle mie spalle. Era già calato il buio, perciò la temperatura non poteva che abbassarsi ulteriormente.

Ma non mi importava. Non ero pronta a tornare alla reclusione, dopo quell'assaggio di libertà. Indipendentemente da chi ero, da quello che avevo fatto, rimanevo umana ed, in quanto tale, colma di difetti. E di egoismo.

Perciò, evitai di pensare ad ogni altra cosa. Relegai in un angolo della mia mente il ricordo di tutto ciò che era accaduto entro quelle mura, pur essendo consapevole del fatto che, presto o tardi, mi sarebbe crollato addosso tutto in una volta.

"Andiamo" mormorò Harry alle mie spalle. Dal suono della sua voce, intuii che manteneva una certa distanza, come a volermi lasciare un po' di spazio, o qualcosa del genere.

Osservai con attenzione il luogo in cui mi trovavo. Il campo di grano morente, che avevo già avuto modo di notare la prima volta, si estendeva tutt'intorno al vecchio edificio della fabbrica, costeggiando per un tratto anche la piccola strada che riuscivo a intravedere giusto di fronte a noi. Non c'erano lampioni a illuminarla, né una sola auto ad attraversarla. Non c'era nessuno nei paraggi che potesse aiutarmi, ed io non avevo la minima idea di dove mi trovassi o di dove sarei potuta andare.

Perciò non dissi una parola e mi limitai a camminare al fianco di Harry.

Tentai di concentrarmi su quanto mi circondava, per frenare la mia mente dal rimuginare su tutto ciò che era successo. Osservai le spighe di grano del campo a cui ci avvicinavamo, piegate e rinsecchite, e storsi il naso quando percepii l'odore di marcio che impregnava l'aria in quella zona. Sollevai lo sguardo verso il cielo, abbastanza terso da lasciar vedere alcune stelle a punteggiarlo. Mi voltai verso la fabbrica, consapevole che molto probabilmente non l'avrei rivista.

Improvvisamente, la mano di Harry si parò contro il mio ventre, costringendomi a inchiodare. Mi osservò per qualche secondo, poi la ritrasse.

Feci per aprire bocca, per chiedergli qualcosa, ma lui si portò l'indice alle labbra, indicandomi di fare silenzio, così mi bloccai.

Il mio sguardo vagò sino a incrociare un'auto scura, oltre il campo di grano, accostata a un lato della strada.

Guardai Harry, alla ricerca di qualche risposta. Se si trattava di qualcuno che avrebbe potuto aiutarmi, l'avrei capito.

Ma lui si limitò a scuotere lentamente il capo, guardandomi negli occhi.

Non ebbi il tempo di formulare alcuna ipotesi, perché lo vidi io stessa.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora