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Bea Miller, burning bridges

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Le orecchie mi fischiavano, la mia mente era del tutto annebbiata, incapace di ordinare e di focalizzare gli ultimi avvenimenti. Tentai di sollevarmi, e un dolore lancinante mi attanagliò alla testa. Un rivolo caldo scorse lungo la mia fronte, e gemevo per la fatica che ogni minimo movimento mi costava.

"Lei è viva?" domandò una voce che, per quanto vicina, a me non pareva altro che un eco lontano. Una gelida scarica di brividi corse lungo la mia schiena non appena mi resi conto che si trattava di Bruce.

"Certo che lo è, lo sai che non sbaglio mai" rispose qualcun altro, questa volta una voce che non riuscii a riconoscere.

"Bene" lo liquidò il padre di Harry. Più mi sforzavo di focalizzarmi su quanto mi stava accadendo intorno o di muovermi anche solo un po', e più la mia testa era colta da fitte lancinanti.

"Blake..." sussurrò qualcuno alle mie spalle, il tono tanto lontano e impercettibile che credetti di averlo immaginato.

Mi parve di udire altri suoni e voci, ma la mia testa era come sommersa in una vasca piena d'acqua, lontana e irraggiungibile. Mi sembrava di annegare, dispersa in una dimensione senza suono né colore, mentre disperatamente tentavo di aggrapparmi a qualcosa che avesse la minima consistenza.

Poi, improvvisamente, mi sentii al sicuro. Mi parve di stare fluttuando, cullata da una brezza tiepida, lontana da ogni pericolo, libera da ogni ansia e preoccupazione, priva di ricordi e consapevolezze.

"Blake!" gridò ancora la stessa voce, e mi ridestai di colpo.

La prima immagine che riuscii a mettere a fuoco mi fece gelare il sangue nelle vene. Harry, sul sedile accanto al mio, aveva perso conoscenza. Del sangue colava lungo la sua fronte, ed era tanto che era impossibile distinguere dove cominciasse e terminasse la ferita che aveva riportato.

Immediatamente sentii un groppo formarsi nella mia gola, il petto mi faceva male, la mia testa era sul punto di scoppiare, e desiderai di separarmi dal mio stesso corpo, pur di non sentire quel dolore. Annaspavo per prendere aria, mentre il più totale panico prendeva possesso della mia mente, come divorandola, annebbiandola completamente.

A un tratto sentii una mano stringersi intorno al mio braccio, e sussultai terrorizzata. Cercai di voltarmi nella sua direzione, ignorando il dolore, e riconobbi il volto di Joe.

"Blake, dobbiamo andare via di qui" disse in tono grave. "Sei ferita?"

"Non... Harry, lui..." annaspai, ancora in stato confusionale.

Lo sguardo di Joe guizzò immediatamente nella sua direzione, e il modo in cui sgranò gli occhi non fece che aggravare il mio stato di panico. A un tratto, ormai priva di ogni autocontrollo, scoppiai in un pianto isterico. La mia vista fu offuscata dalle lacrime, il mio petto scosso dai singhiozzi, il mio intero corpo come stretto in una morsa.

Con una mano raggiunsi il volto di Harry, e feci scorrere le dita dalla guancia fino alle sue labbra, finché raggiunsi la sua spalla e tentai di scuoterlo.

"Harry..." cercai di richiamarlo, ma la mia voce uscì ridotta a un suono strozzato.

Una scarica di brividi gelati corse lungo la mia schiena, quando udii qualcuno armeggiare dall'esterno con la maniglia della portiera.

Chiusi gli occhi e mi coprii le orecchie con le mani quando un colpo secco colpì il finestrino sul lato del passeggero. Individuai un uomo il cui volto forse mi era familiare, che doveva essere al servizio di Bruce. Aiutandosi con una pietra cominciò a colpire il finestrino senza sosta, e sgranai gli occhi quando vidi una crepa cominciare ad allargarsi sul vetro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 06, 2019 ⏰

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