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Ariana Grande, One Last Time

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Blake's POV

La prima cosa che udii quando mi svegliai fu il leggero cigolare di un armadio. Aprii gli occhi con fatica, impiegando forse più del necessario per abituarmi alla penombra.

Quando ci riuscii, ed incominciai a scorgere i profili degli armadi, mi resi conto di non trovarmi in salotto, dove mi ero addormentata. Mi girai con uno scatto, producendo il sordo rumore delle coperte, dunque mi resi finalmente conto di essere nella camera di Harry.

Come diavolo ci ero arrivata? E, soprattutto, perché?

Quando il mio sguardo trovò il corpo di Harry, che mi dava le spalle, mi seppellii sotto le coperte sino al collo, sperando che non si fosse reso conto che ero sveglia.

Tentai invano di distogliere lo sguardo, ma finii per limitarmi ad osservarlo, in assoluto silenzio. La luce del giorno filtrava dai fori della serranda abbassata, illuminando la sua schiena, nuda e ricoperta da qualche piccola goccia d'acqua che grondava dai capelli fradici. Riuscivo a intravedere i muscoli contrarsi e flettersi sotto la pelle, mentre muoveva le braccia per infilare un paio di jeans.

Affondò una mano all'interno dell'armadio aperto e ne estrasse una cintura, che infilò rapidamente nei passanti. Chinò il capo per abbottonarla, e impiegò alcuni istanti.

Poi incrociai il mio stesso sguardo riflesso nello specchio dell'armadio, e lui si voltò.

"Sei sveglia" constatò indifferente.

Il suo sguardo rimase su di me ancora per qualche secondo, mentre il mio, tentando di non darglielo a vedere, osservava i suoi tatuaggi. Ne aveva parecchi, sulle braccia e sopra il busto, ma mi soffermai su uno in particolare, forse più del necessario. Una farfalla, proprio al centro del suo petto.

Non avevo mai desiderato un tatuaggio, oltre chiaramente a non aver mai avuto la possibilità di farne uno. Eppure, in quel preciso istante, trovai affascinante come l'inchiostro scuro si adattasse alla sua pelle, creando vortici e forme curate sin nei minimi dettagli. Il disegno d'insieme, poi, era meraviglioso. Pareva trovarsi esattamente dove doveva stare, sul corpo di Harry, come se ne facesse parte e non fosse un'aggiunta.

"Ti piace?" chiese Harry all'improvviso, e la sua voce mi riportò bruscamente alla realtà.

"Cosa..." farfugliai, presa alla sprovvista. Percepii un fastidioso pizzicore salirmi alle guance, e mi seppellii ancor più sotto alle coperte per non darglielo a vedere.

Harry sorrise appena, sollevando un angolo della bocca, e, se non l'avessi conosciuto, avrei detto che era divertito. In realtà, ogni suo sorriso pareva celare una nota di malinconia.

"Perché sono qui?" domandai, optando per un drastico cambio di argomento.

Per un attimo, mi parve di scorgere una nota di insicurezza attraversargli lo sguardo, ma si riscosse immediatamente. Scrollò soltanto le spalle, ostentando la consueta indifferenza.

"Sembravi scomoda sul divano."

In effetti era così. Quella mattina mi ero svegliata senza alcun indolenzimento od intorpidimento agli arti, come invece era successo il giorno precedente.

"Quindi ci hai dormito tu?" chiesi ancora, perplessa.

Lui si prese qualche istante, prima di rispondere. "Ho dormito fuori."

Non ci volle molta fantasia per capire che cosa significasse.

"Ah" mormorai.

Distolsi lo sguardo, mentre si allacciava la camicia scura, che gli fasciava i bicipiti in modo aderente.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora