31

3.3K 184 17
                                    

Selena Gomez, Sober

~

Blake's POV

Come programmato, dopo che il camionista mi aveva lasciata a Jersey City, avevo preso un autobus per raggiungere New York. Era ormai notte inoltrata, quando mi ero incamminata lungo le strade illuminate della mia città, stringendomi nelle spalle per tentare di ripararmi dal freddo pungente.

Scesi rapidamente le scale che portavano alla fermata della metropolitana, urtando più di una volta la massa di persone che si riversava fuori, e, quando raggiunsi finalmente il binario, riuscii a salire dopo soli pochi minuti di attesa.

Con il suono delle rotaie nelle orecchie, che, nella mia testa, pareva sovrastare anche il chiasso prodotto dall'insieme delle voci degli altri passeggeri, mi abbandonai con la testa contro il finestrino e, preda della stanchezza, mi concessi di chiudere gli occhi per alcuni istanti.

I mesi che avevo trascorso vivendo per le strade di Brooklyn avevano reso il mio sonno parecchio leggero, data la necessità di avere i riflessi sempre pronti per riuscire a fronteggiare qualunque evenienza, perciò riuscii a non addormentarmi profondamente e a non perdere la mia fermata. Quando la metro fermò nel mio quartiere, dovetti impiegare tutta la forza di volontà che avevo per evitare di scendere e dirigermi al ponte di Brooklyn, dove sapevo che avrei trovato Niall. Volevo rivederlo con tutta me stessa - dopotutto era stato vederlo, quando ero in auto con Harry in fuga dalla fabbrica, a restituirmi una buona dose di speranza - ma non avevo nessuna intenzione di coinvolgerlo nei miei guai. Ancora non riuscivo a capire le ragioni che il padre di Harry aveva per darmi la caccia con tanta insistenza, ma ero quasi del tutto certa del fatto che andavano ben oltre alla sparatoria, e a conferma di tale tesi vi era anche stata l'incursione di Zayn alla fabbrica e quella successiva, che avevano entrambe avuto lo scopo di catturarmi. Fatto sta che tali ragioni erano probabilmente abbastanza importanti da tirare in causa anche Niall, se c'era la possibilità di arrivare a me, e io non volevo rischiare di metterlo in pericolo.

Una volta scesa dalla metro, mi addentrai nel quartiere quasi del tutto desolato. Camminavo a passo spedito, tentando di orientarmi fra le vie del Bronx, avvolte in un quasi totale silenzio, interrotto solamente dal passaggio di poche auto e dal parlottare di alcune persone. Mi trovai a sussultare per ognuno di questi rumori, spaventata dall'idea che si trattasse di qualcuno della banda del padre di Harry, o più in generale di un malintenzionato. Da quando era successo tutto quello, ero tendenzialmente più timorosa: in quel momento, avevo paura di ogni volto poco raccomandabile che vedevo per le strade, nonostante sino a poco tempo prima quel tipo di persone era all'ordine del giorno e, anzi, io ero considerata una di queste.

Ora, invece, ero solamente spaventata, e neanche la pistola di Harry, il cui metallo freddo premeva contro la mia schiena, era in grado di rassicurarmi.

Non appena la sua immagine mi tornò alla mente, mi chiesi se andarmene era stata la scelta migliore. Non era la prima volta che sceglievo lui anziché me stessa: era ciò che avevo fatto quando, pochi giorni dopo il rapimento, avevo salvato la sua vita, rinunciando a quella che era stata la mia unica reale possibilità di fuga. Ora, invece, a distanza di poco più di un mese, ogni cosa era cambiata: se, entro le mura di quella umida cella, la mia scelta era stata dettata dalla mia coscienza terribilmente rigida e severa, nonostante in realtà volessi andarmene, ora invece ero andata via perché era la cosa giusta, lo era da quando Harry mi aveva restituito la mia libertà, nonostante una parte di me avrebbe voluto restare. Ecco: l'avevo finalmente ammesso a me stessa, non potevo più negarlo. Fra me ed Harry si era instaurato una sorta di legame, la cui natura non avrei saputo meglio definire, ma la cui esistenza era ormai innegabile.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora