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Halsey, Castle

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Harry's POV

Tentai di chiudere fuori dalla mia mente il breve monologo di Blake, concentrandomi piuttosto sul movimento lento e regolare delle sue labbra. Perché diavolo le facevo domande? Non avevo bisogno né della sua approvazione né del suo giudizio da ragazzina cresciuta probabilmente in una bella casa, che non sa nulla della vita e non ha mai conosciuto il male e il dolore.

"Uccidilo, lascialo andare. Quello che io voglio non ha alcuna importanza, né per quanto farai tu né per la mia situazione" disse.

Il suo tono parve fermo, ma era chiaro ed evidente che nel profondo vacillava. E come darle torto? Avrei potuto ucciderla, in ogni momento, senza neanche pensarci. Lei non conosceva il suo destino, e la verità era che non ne ero certo neanche io.

Il colloquio che io e mio padre avevamo avuto la mattina precedente non aveva assolto nessuno dei miei dubbi e, anzi, non aveva fatto altro che instillarmene di nuovi.

*

Sigillai la porta alle mie spalle, lasciandovi rinchiusa Blake dopo averle consegnato i pasti per la giornata. Appuntai le chiavi alla cintura e mi diressi alla mia auto. Avrei dovuto raggiungere mio padre entro una ventina di minuti, ma, con il traffico che avrei probabilmente trovato una volta allontanatomi da quel luogo sperduto, avrei sicuramente ritardato. Se non fossi stato suo figlio mi avrebbe ucciso per questo. Letteralmente.

Impiegai oltre quaranta minuti per giungere al luogo dell'incontro, un vecchio deposito affittato a nome di un collaboratore di mio padre. Avevo attraversato l'intera città solo per dovermi ritrovare in un altro luogo sperduto come la fabbrica.

A guardia dell'ingresso c'era Joe, una delle teste di cazzo che giravano intorno a mio padre a ogni ora del giorno. Incrociarlo mi rievocò per un momento il ricordo della sera in cui Blake era stata rapita.

"Mi fai entrare o vuoi la parola d'ordine?" esordii.

Lui mi scrutò per qualche secondo, impassibile. "Mi dispiace, il signor Styles non è più disp-"

Gli sferrai un pugno.

Non so se fu il tono quasi derisorio con cui mi si rivolse o se si trattò soltanto della mia impazienza, ma persi le staffe.

In ogni caso, percepire la sua mascella schioccare al contatto con le mie nocche e lui gemere per il dolore fu una delle sensazioni migliori che potessi sperare.

Joe mi rivolse un'occhiata truce, mentre un rivolo di sangue cominciava a scorrere dal taglio che gli avevo aperto in volto. Non aggiunse altro e si limitò a sollevare la serranda a chiusura del deposito, non prima di aver avvertito dell'imminente ingresso chi si trovava all'interno battendovi con la mano.

"Harry! Non ti aspettavo più." Mio padre si congedò rapidamente dall'uomo con cui stava parlando, raggiungendomi.

Il suo sguardo guizzò per un momento al volto menomato di Joe, poi tornò su di me.

"Anche in modo più pacifico, ti avrei lasciato entrare" mi rimproverò, indicando con un cenno la ferita che avevo provocato all'uomo.

Mi limitai a scrollare le spalle. Mio padre si lasciò andare in un sospiro.

Joe si schiarì timidamente la gola. Ma perché diavolo era ancora là?

"Se posso, signore, non ritengo che queste... bravate... sì, insomma, non dovrebbero restare impunite" disse poi.

Blame | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora