- CAPITOLO 2 -

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Il poliziotto la teneva saldamente per un braccio trascinandola verso la vettura blu e bianca che aspettava oltre il vialetto, la sirena blu continuava a lampeggiare sul tettuccio.

Sophy si sentiva sciocca, debole ed impotente. L'aveva fatta grossa. I suoi genitori avrebbero cominciato a dubitare di lei, a disprezzarla.

L'uomo non aveva più parlato, quasi avesse intuito la rassegnazione della ragazza. La scortò fino alla portiera posteriore destra, a quel punto la aiutò a salire sul veicolo, "proprio come nei film" pensò Sophy.

Seduta sul rigido sedile posteriore Sophy teneva la testa bassa, fissandosi le mani. Nei posti anteriori il poliziotto guidava discutendo di arresti ed indagini con il suo collega.

«Stasera ci siamo sicuramente guadagnati una medaglia al merito: cinque arresti Nick, questo si che è stato un successo!»

«Già, davvero un bel colpo. Ma più di una medaglia al valore preferirei qualche giorno di vacanza» commentò Nick svoltando a sinistra in via Del Lavoro, poco lontano da casa Catting.
Sophy alzò lo sguardo per osservare i due poliziotti. Si sorprese nel vedere che erano entrambi piuttosto giovani, dovevano avere pochi anni più di lei. Nick, che fino a quel momento non aveva degnato di uno sguardo, aveva un fisico vigoroso ed atletico e degli spessi capelli castani tagliati a spazzola sul retro e più lunghi davanti. Il suo collega era leggermente più magro ma, probabilmente, più alto ed aveva i capelli più corti e più scuri di quelli di Nick. Sophy non voleva ammetterlo, ma erano entrambi molto affascinanti con i loro lineamenti tanto netti quanto armoniosi. Se solo non fossero stati dei poliziotti che la stavano portando in centrale per farle trascorrere una notte in prigione, si sarebbe potuta ritenere compiaciuta di essere in loro compagnia.

Dopo quelle che a Sophy sembrarono ore, la sportiva vettura bianca e blu si fermò. Erano arrivati al vasto ed isolato edificio che recava la grandissima insegna, "CENTRALE di POLIZIA di MITOCITY", sulla facciata principale.

Il collega di Nick le aprì la portiera e la scortò fuori dall'auto tenendola con salda gentilezza per un braccio. Circa dieci passi dopo, i tre si ritrovarono davanti alla porta a vetri che dava accesso alla centrale. Sophy era sempre più agitata.

«Ci penso io Fernando, tu inizia a scrivere il verbale, ti raggiungo appena avrò finito con lei dal Commissario» disse Nick con voce sicura ed autoritaria. Fernando annuì e lasciò il braccio di Sophy per poi dirigersi verso la prima porta a sinistra.

Nick poi si rivolse a lei: «Seguimi».

Sophy notò che i suoi occhi erano grandi ed avevano una particolare sfumatura di blu che le ricordava il mare nei giorni di sole. Il poliziotto si stava già dirigendo ad ampie falcate verso l'ultima porta in fondo al corridoio. Era un corridoio semplice, bianco e ricco di bacheche stracolme di fogli e fotografie indiziarie ed interrotto da numerose porte trasparenti. La porta alla quale Nick bussò era l'unica nera e recava, all'altezza degli occhi di Sophy, una targhetta d'oro con incise in stampatello le parole "COMMISSARIO CAPO DAMIAN LACE".

«Avanti!»

La voce oltre la porta era autoritaria e decisa quanto quella di Nick ma più stanca. Il poliziotto dagli occhi blu aprì la porta e spinse Sophy dentro la stanza, dirigendola verso una delle sedie imbottite davanti alla scrivania.

«Prego» disse Lace indicando le sedie. Sophy e Nick obbedirono.

«Cosa abbiamo qui?» Lace aveva l'espressione annoiata di chi aveva a che fare con casi del genere quotidianamente. Sophy cominciò a tremare: Nick avrebbe raccontato dell'intrusione in casa Skyland oltre che dell'infrazione del coprifuoco e lei sarebbe dovuta restare in carcere per tutta la notte, nel migliore dei casi, e i suoi genitori avrebbero dovuto sborsare parecchi MitoMoney di multa.

MITOCITY - Il SegretoWhere stories live. Discover now