- CAPITOLO 15 -

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* Poco prima *

Nel percorso che la divideva dalla sua stanza Sophy pianse a dirotto, ma tra le lacrime elaborò un piano. Avrebbe abbandonato il Covo, quella notte stessa, ed avrebbe viaggiato per MitoCity alla ricerca del suo passato. Non sapeva da dove partire, ma confidava di trovare qualche risposta riesaminando il messaggio di sua madre.

Si meravigliò della sua nuova determinazione, non si era mai sentita così sicura e forte. Voleva essere all'altezza dei suoi genitori che tanto avevano fatto e sofferto.

Elaborò mentalmente la lista delle cose che le sarebbero servite una volta fuggita dal Covo: Anti-Inibitori, vestiti comodi e sobri, una copia del video di sua madre, un Comunicatore, un bracciale Anti-Visione e un bel po' di dardi immobilizzanti.

Durante i primi giorni passati al Covo, Nando le aveva mostrato diversi congegni tecnologici elaborati da loro stessi. Gli Anti-Visione erano fondamentali: le avrebbero permesso di passeggiare liberamente per MitoCity senza comparire sugli schermi dei Capi Supremi, o su quelli del Covo. "Come puoi immaginare la loro potenzialità è enorme, ma è importante usarli con moderazione" le aveva spiegato Nando, "immagina se decine di persone sparissero improvvisamente da tutti gli schermi, sarebbe davvero troppo sospetto... Per questo li usiamo solo ed esclusivamente per le missioni più difficili, e mai in più di tre o quattro contemporaneamente". Trovarne uno non le sarebbe stato difficile, ne aveva visti un paio nella sala armi vicina alla palestra. Lì avrebbe trovato anche i dardi immobilizzanti. Per quanto riguarda la copia del video aveva già contattato Danielle e presto Sam le avrebbe consegnato il tablet che la conteneva.

Arrivata nella sua stanza si fece una lunga doccia durante la quale ripensò a tutto ciò che Danielle le aveva raccontato. Incredibile, assurdo, raccapricciante, spaventoso! Ripercorrendo mentalmente la mattinata, si ritrovò infine a ripensare al bacio, ma allontanò subito il ricordo, quasi disgustata all'idea di quante cose Nick le avesse taciuto. Come aveva potuto guardarla negli occhi senza sentirsi in colpa per non averle detto la verità che da sempre gli aveva chiesto?

Uscì dal box doccia ed indossò il morbido accappatoio bianco. Chiuse a chiave la porta della stanza e cominciò a rovistare nell'armadio. C'erano montagne di abiti, come se prima vi avesse abitato qualcun altro. Sul fondo trovò quello che cercava: un capiente zaino nero in similpelle, pieno di tasche e borchie. Iniziò ad infilarvici abiti e scarpe, poi aggiunse qualche prodotto da bagno e un bel po' di Anti-Inibitori.

Qualcuno bussò alla porta.

«Sono Sam!»

«Sam! Un secondo solo...» Buttò lo zaino sotto il letto, chiuse l'armadio, strinse la cintura dell'accappatoio, si stampò un sorriso sul volto stanco e aprì di qualche centimetro.

«Oggi consegno ricordi a domicilio» ridacchiò il giovane.

Sophy gli fece eco mentre allungava la mano per prendere il piccolo dispositivo.

«Stai bene?» chiese Sam tornando serio. «Intendo, per gli elettrodi ed il resto...»

«Oh, sì, grazie. Anche se mi sento ancora un po' intontita».

«Capisco. Ti lascio riposare allora. Ciao!»

«Grazie. Ciao!»

***

Sophy desiderava riposarsi un po', ma non era ancora il momento. Prima doveva andare a recuperare un Anti-Visione e qualche dardo. Si vestì velocemente con abiti comodi e scuri sperando con tutta se stessa di non incontrare facce conosciute durante il tragitto, Nick in primis. Vederlo, in quel momento, non l'avrebbe certo aiutata.

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