- CAPITOLO 5 -

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Sophy seguì l'elegante figura lungo un corridoio privo di finestre. Ne avevano percorso circa metà quando Danielle aprì una porta nera sulla destra. La stanza in cui entrarono era semplice e pulita. Doveva essere un ufficio, quello di Danielle probabilmente. La ragazza infatti si sedette con naturalezza dietro la grande scrivania nera indicando a Sophy una delle due poltrone che c'erano dal lato opposto. Sophy non era ancora riuscita a decidere se Danielle le piacesse o no. Era sicuramente gentile, educata ed elegante, ma appariva anche piuttosto altezzosa, presuntuosa, fredda e sprezzante.

«Benvenuta nel mio ufficio».

Sophy non si sentiva troppo a suo agio sotto lo sguardo indagatore di Danielle, ma sapeva di non potersi permettere di essere diffidente. Aveva un sacco di domande alle quali, probabilmente, la ragazza che le stava di fronte sapeva rispondere.

«Ti avevo promesso un pranzo. Tra poco arriverà Margaret con il vassoio, è un'ottima cuoca».

«Oh perfetto...»

«Ti starai chiedendo il perché del digiuno».

«Mi sto chiedendo un sacco di cose!»

Nella voce di Sophy c'era un misto di rabbia, paura e frustrazione.

«Lo so». Danielle le sembrò per un attimo meno altezzosa. «Venire a conoscenza della verità è stato traumatico per tutti noi...»

Qualcuno bussò alla porta.

«Avanti!»

Una ragazza non troppo alta e piuttosto in carne varcò la soglia spingendo un vassoio pieno di cibo di ogni tipo. Sophy si rese conto solo in quel momento di avere una fame da lupi. Danielle propose a Margaret di restare a mangiare con loro. La cuoca si sedette con un tonfo sulla poltrona rimasta libera, sembrava a suo agio.

«Ti piace il mio stufato?»

Aveva grossi denti sporgenti che le rendevano impossibile non farfugliare un po' mentre parlava.

«È buonissimo!» Sophy era sincera.

«E soprattutto non è contaminato...» continuò la ragazza rassettandosi una ciocca di crespi e selvaggi capelli biondo cenere sfuggita dalla lunga e corposa treccia.

«Contaminato da che cosa?»

«Dagli Inibitori» si intromise Danielle con tono autoritario. «Ogni alimento prodotto e cucinato a MitoCity contiene delle particolari sostane chimiche progettate appositamente dal Dipartimento Sanitario allo scopo di indebolire le capacità mentali. Chi ha in corpo queste sostanze non è più completamente lucido. Insomma, per farla breve, un cittadino di MitoCity non potrà mai riuscire a prendere una decisione di testa propria; penserà di farlo, ma in realtà farà semplicemente la cosa che, per abitudine, sa essere più giusta».

Sophy guardava le sue interlocutrici con gli occhi sbarrati, era sempre più confusa, sempre più spaventata.

«In questo momento, ad esempio, nel tuo corpo c'è una bassissima quantità di Inibitori perciò, anche se tutto ciò che ti stiamo raccontando è sconvolgente, tu sei in grado di comprenderlo». Era stata Margaret a parlare.

«In presenza di Inibitori, discorsi del genere non vengono neppure assimilati dal cervello: vengono ascoltati e subito dimenticati» continuò la ragazza dai capelli ramati.

Tutta questa storia sembrava davvero folle a Sophy, eppure, nel profondo della sua anima, sapeva che era tutto vero.

«Nei piatti che prepariamo qui inseriamo delle particolari molecole che hanno la capacità di annullare completamente l'effetto degli Inibitori. Ecco, queste sono delle compresse di Anti-Inibitori. Se ti interessa rimanere lucida come ora cerca di prenderne una ogni sei pasti, senza farti notare naturalmente».

MITOCITY - Il SegretoWhere stories live. Discover now