- CAPITOLO 12 -

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La chiacchierata con Nando durò ancora parecchio, ma Sophy non scoprì nessun'altra novità. Parlarono anche di Nick. Perché la stava evitando? La risposta di Nando fu assurda quanto ironica: «Quel ragazzo ha la tipica sindrome del principe azzurro: salva la fanciulla in difficoltà, si affeziona alla fanciulla in questione e poi la tiene a distanza pensando di farlo per proteggerla».

Sophy sbuffò alzando gli occhi al cielo: «Voglio parlargli».

«Non sono certo che sia una buona cosa...»

«Nando, ne ho bisogno! Tutti continuate a dirmi che non posso sapere di più ed è evidente che in realtà volete semplicemente non essere voi a parlarmi aspettando che lo faccia lui!»

Il silenzio del ragazzo era un palese assenso.

«Comunque hai ragione Sophy. Voi due dovete parlarvi! Tranquilla, lo convincerò io...»

«Grazie».

Si abbracciarono e Sophy in quel momento fu certa di aver trovato una persone speciale, un amico vero, disposto ad aiutarla e starle vicino.

Le mancavano Sally e gli altri amici, anche se ormai non riusciva nemmeno più a definirli tali. Non sono amici quelli che spariscono al momento della difficoltà e questo era esattamente ciò che loro avevano fatto. Da quando Sophy era stata promessa a Ivan e rinchiusa in casa, nessuno si era più fatto vivo se non per mera curiosità. Nando era diverso, si conoscevano da poco eppure lui già la capiva alla perfezione ed era sempre pronto ad esserle d'aiuto, lui era il prototipo di amico che Sophy aveva sempre immaginato.

***

Nando uscì dalla stanza di Sophy con la testa piena di domande. Si chiedeva perché Nick avesse dato importanza a quella ragazza ancora prima di conoscerla e si chiedeva se centrasse davvero qualcosa con il grande segreto di cui tutti parlavano ormai da anni. Ma si domandava anche se doveva provare ad aiutarla, se doveva parlare con Nick e convincerlo che ignorarla non era affatto la cosa migliore da fare. Non fece fatica a decidere: ammise a se stesso di aver sempre ritenuto il recente comportamento del suo migliore amico ridicolo, ancor prima di vedere lo sconforto negli occhi di Sophy.

Bussò alla porta di Nick eseguendo la loro sequenza segreta di colpi e dopo pochi secondi lui gli aprì.

«Ciao».

Nando si sedette sul letto come se fosse a casa sua mentre Nick indossò una maglietta nera pulita iniziando a riordinare la stanza.

«Come va di là, con Sophy?»

La domanda spiazzò Nando che non si aspettava di affrontare l'argomento fin da subito.

«Beh in realtà è proprio di questo che ti volevo parlare...»

«È successo qualcosa?» Nick si immobilizzò.

«Ah no no, tranquillo! Sta bene!»

«Allora che c'è?» Il tono divenne brusco.

«Nick, penso tu lo sappia...» Tacque per qualche secondo e poi continuò: «Non puoi evitarla per sempre!»

«Nando, non ti intromettere!» Gettò con rabbia un paio di jeans sul letto.

«Non posso fare finta di niente!» Nando si alzò in piedi fronteggiando l'amico. «Tu sei il mio migliore amico e lei è una ragazza dolce ed intelligente. Nessuno dei due si merita di stare così. Perché te lo assicuro amico, si vede che non stai bene».

Nick lo guardò per un po', gli occhi blu vacillarono mentre si lasciava cadere sulla sedia della scrivania.

«Tu sai bene perché lo sto facendo. Per non farle più male di quanto già ne debba sopportare».

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