- CAPITOLO 16 -

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La mattina seguente Nick si svegliò di soprassalto a causa di un terribile incubo durante il quale un uomo senza volto rincorreva lui e Sophy lungo una collina.

Sophy.

Ripensò al suo bel viso addormentato, ripensò ai suoi lunghi capelli morbidi e profumati, ripensò a tutto ciò che le aveva detto la sera prima... Era stato un grande rischio, eppure una parte di Nick sperava, inconsciamente, che lei lo avesse ascoltato: tutto sarebbe stato più semplice.

Si stava facendo la doccia quando qualcuno cominciò a bussare insistentemente alla porta. Riconobbe facilmente la voce di Nando.

Nick si affrettò a rivestirsi e aprì all'amico.

«Che succede?»

«È scomparsa! È scomparsa!»

Una spaventosa sensazione d'allarme si accese nel ragazzo.

«Spiegati meglio» disse sperando di sbagliarsi.

«Non è in camera sua! Se n'è andata!»

«Chi?» urlò Nick pur immaginando già la risposta.

Nando non rispose ma si limitò a voltarsi e cominciare a correre. Nick lo seguì. La porta della stanza di Sophy era aperta, all'interno tutto era perfettamente in ordine. Nick entrò e si diresse verso il letto dove giaceva abbandonata la maglietta che la ragazza indossava la sera prima. La prese tra le mani e lo sguardo gli cadde subito su ciò che celava: un biglietto scritto a mano. La grafia era quella di Sophy.

Non riusciva a staccare gli occhi da quelle parole. La prima volta che lesse il messaggio non ne comprese il significato, era come se le parole fossero messe a caso sulla carta bianca. Dovette rileggere le poche righe una decina di volte prima di apprendere appieno tutto ciò che significavano. La rabbia gli crebbe dentro con la forza di un uragano. Sophy l'aveva ascoltato la sera precedente, Sophy era fuggita in cerca di risposte, Sophy sapeva tutto riguardo al suo passato, Sophy lo odiava. E tutto ciò era stato causato da una sola persona: Danielle.

«Vai al centro di controllo. Tutti dovranno concentrarsi esclusivamente sulla ricerca di Sophy. Qualsiasi altra attività dovrà cadere in secondo piano. Siamo intesi?» ordinò a Nando che sembrava preoccupato.

«E tu?»

«Devo sapere esattamente cosa le ha detto. Ci aiuterà a capire dove trovarla».

«Nick», Nando aveva un'espressione strana. «Anch'io penso sia stata colpa di Danielle, ma sta attento a non fare sciocchezze».

Nick annuì prima di voltarsi e andare con passo spedito verso il laboratorio scientifico.

Danielle stava lavando con cura provette e matracci di vetro quando Nick entrò come una furia nel laboratorio.

«Che cosa le hai detto?» urlò andandole contro con aria minacciosa.

«Di che parli Nick?»

«So che è colpa tua!» Nick prese con forza Danielle per un braccio facendole cadere un becher dalle mani. «Cosa le hai detto per sconvolgerla?»

«Lasciami!» esclamò la ragazza scostandosi con uno strattone.

«Rispondimi Danielle!»

Nick non urlava più, ma i suoi occhi emettevano lampi di fuoco.

«È vero: abbiamo visualizzato il suo ricordo usando gli elettrodi, ma non le ho raccontato nulla! Le ho detto solo che quella donna poteva essere qualcuno che conosceva... Le ho detto ciò che le avresti detto anche tu!»

MITOCITY - Il SegretoWhere stories live. Discover now