- CAPITOLO 43 -

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Già pochissimi giorni dopo la rocambolesca intrusione nell'acquedotto cittadino, a Sophy parve di notare dei piccoli cambiamenti nel comportamento sociale dei cittadini di MitoCity. La ragazza non avrebbe saputo descrivere con esattezza quali fossero effettivamente le differenze, eppure il cambiamento era palpabile. Era come se l'aria, improvvisamente, fosse diventata più frizzante perché contaminata dalla libertà di pensiero.

Un segno tangibile di tale cambiamento era stato testimoniato dalla comparsa di numerosi articoli di giornale che disquisivano ampiamente dell'inspiegabile incendio e del terribile terremoto che avevano distrutto, tra le altre cose, l'acquedotto della città.

I quotidiani ed i telegiornali, ovviamente, avevano sempre raccontato ed analizzato con cura eventi simili. La differenza, però, stava nel modo in qui le notizie erano proposte: prima si trattava di dettagliati resoconti, ora invece, oltre al freddo reportage, c'era il dubbio. Si dubitava del perché quell'incendio si fosse propagato tanto in fretta, ci si chiedeva se quel terremoto fosse stato un caso isolato o presupponesse la presenza di uno sciame sismico pronto a portare morte ed altra distruzione. Insomma, ora la gente cominciava a dubitare, a farsi delle domande invece di accettare tutto passivamente; e queste erano assolute novità nella MitoCity che Sophy e gli altri avevamo sempre conosciuto.

La ragazza sorrise tra sé a quel pensiero: era bello sapere di essere i responsabili di qualcosa di tanto grande ed importante, anche se era solo l'inizio. Il piano prevedeva di attendere almeno altri dieci giorni prima di diffondere il segreto di Elena, ma c'erano ancora molte cose da fare. Prima tra tutte trovare qualcuno in grado di penetrare nel sistema informatico della città. Purtroppo, come Sophy ricordava ogni volta con una fitta di dolore allo stomaco, il genio informatico del Covo era sempre stato Ben. Ed ora Ben non c'era più.

Qualcuno bussò alla porta.

Sophy attraversò velocemente la stanza che era stata sua fin da quando i Catting l'avevano adottata. Era tornata a vivere lì per rimanere vicino ai suoi fratellini ed a Felicity, che si era addirittura resa disponibile ad ospitare in casa sua anche Nick e Nando. La donna si era rifiutata di continuare a dormire nella camera che per anni aveva condiviso con Marcus, così aveva deciso di offrirla ai due amici di Sophy trasferendosi lei stessa nella stanza degli ospiti.

«Ciao» disse Nando alzando una stampella in segno di saluto quando la ragazza aprì la porta.

«Ehi! Ci sono dei problemi?»

«No» rispose Nando con un sorriso. «Sono solo venuto per dirti che c'è alla porta una ragazza, una bella ragazza a dire il vero, che chiede di te».

«Ti ha detto come si chiama?»

«Ehm... Non lo so... Ero troppo impegnato a guardare le sue bellissime forme, i suoi occhi che sembrano quasi dorati... E quei boccoli!»

«Sally!» esclamò Sophy certa che il ragazzo si stesse riferendo alla sua amica e compagna di scuola. Superò Nando oltre la porta ma poi, prima di avviarsi verso le scale, si voltò a guardarlo, maliziosa: «Ti piace la mia amica Sally?»

«Cosa?» rispose lui arrossendo un po'. «Ma no! Ti pare! A me? Nah...»

Sophy gli lanciò un'occhiata eloquente per poi correre giù per i gradini di marmo.

Non la vedeva da quella che le sembrava una vita. Di certo Sally non era la ragazza più semplice, dolce ed empatica del mondo, ma era sempre stata la sua migliore amica. Ed anche se durante tutta quella storia, si era fatta viva solo per mera curiosità durante il periodo in cui Sophy si stava preparando per il matrimonio con Ivan, lei non vedeva l'ora di rivederla e di chiacchierare un po' come ai vecchi tempi.

MITOCITY - Il SegretoWhere stories live. Discover now