- CAPITOLO 26 -

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«SOPHY!»

Quel grido carico di disperazione la riscosse dal panico che ormai l'aveva immobilizzata. Il suo corpo era stretto tra quello di Ivan e le ruvide rocce mentre le labbra del ragazzo premevano insistentemente sulle sue. Erano passati solo pochi istanti da quando le si era avventato addosso, ma a lei erano sembrate ore.

Poi accadde tutto in un attimo.

Ivan, che non sembrava intenzionato a lasciarla andare, fu preso per le braccia da una figura alta, forte e veloce che lo aveva violentemente allontanato da lei. L'uomo raggiunse Ivan nel punto in cui era atterrato e cominciò a tempestarlo di pugni e calci. Sophy, sconvolta, crollò debolmente a terra sbucciandosi le ginocchia contro il ruvido pavimento di roccia. Non ci fece nemmeno caso. Le due figure ora erano molto lontane e lei non poteva, né voleva, vedere bene cosa stava succedendo. Sentiva il rumore dei colpi e i versi strozzati di chi li incassava. A Sophy la colluttazione sembrò protrarsi per un'eternità, poi un colpo di pistola seguito da un urlo di dolore misero fine alla lotta.

Il contendente che aveva sparato si stava avvicinando a Sophy, la ragazza rabbrividì e cercò di allontanarsi vedendo che a venirle in contro era Ivan. Il ragazzo però, non ebbe modo nemmeno di sfiorarla prima che il suo contendente gli assestò un violento colpo sulla nuca.

Ivan cadde a terra privo di sensi e l'altro uomo, caracollante, si avvicinò a Sophy. Quando la ragazza, finalmente, mise a fuoco il volto del suo salvatore, non poté far altro che scoppiare in lacrime. Questa volta era la gioia a farla singhiozzare. Lì, davanti ai suoi occhi, c'era l'unica persona che il suo cuore aveva sperato di vedere.

Nick.

***

Sebbene fosse ferito e sanguinante, Nick si sforzò di mostrarsi forte agli occhi di Sophy e, piegandosi verso di lei, si costrinse a non sobbalzare per il dolore quando gli gettò le braccia al collo. Rimasero stretti in quell'abbraccio silenzioso e carico di disperazione per qualche interminabile secondo.

«Oh Nick!» sussurrò Sophy alzando la testa dalla sua spalla per guardandolo come si guarderebbe un angelo.

Nick faticò a trattenere le lacrime. Ora che l'effetto dell'adrenalina si era in gran parte esaurito, sentiva tutte le emozioni tornare a galla, accompagnate dal dolore provocato dal proiettile che gli aveva, fortunatamente, solo sfiorato il fianco. Aveva saputo fin dall'inizio che portare con sé una pistola non sarebbe stata una buona idea, ma era stata la paura a decidere per lui. Certo non si sarebbe mai aspettato di dover combattere in quel modo né che, durante la colluttazione, ad essere colpito da un proiettile sarebbe stato lui e non Ivan. Nonostante tutto, cercò di rimanere lucido e si concentrò su Sophy: vederla in quelle condizioni gli provocava un dolore molto più grande della ferita al fianco. La ragazza che amava aveva le guance rigate dal pianto ed arrossate dalla paura e dall'alcol, aveva il respiro affannato e le ginocchia sbucciate e sanguinanti. Tremava come una foglia.

«Sono qui, Sophy» sussurrò con dolcezza mentre le accarezzava il viso asciugandole le lacrime. «È tutto finito, ci sono io con te adesso. Sei al sicuro, nessuno ti farà più del male. Te lo prometto».

Le diede un lieve bacio sulla testa e le spiegò a bassa voce: «Ora ti aiuto ad alzarti. Dobbiamo andarcene di qui, d'accordo?»

Sophy annuì.

Nick la prese delicatamente da sotto le ascelle per aiutarla a sollevarsi e non riuscì ad impedirsi di sussultare a causa della ferita. Sophy lo guardò preoccupata ma lui le sorrise, incoraggiante.

«Dobbiamo andarcene prima che si risvegli» continuò indicandole con un gesto il corpo inerme che giaceva poco più in là.

«È vivo?» chiese lei con il terrore impresso sul volto.

MITOCITY - Il SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora