- CAPITOLO 25 -

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La sveglia del cellulare di Sophy suonò alle sette e mezza. Ivan era già sveglio, Sophy lo vide seduto su una delle sdraio del terrazzino intento a scrutare l'orizzonte. Si fece una doccia veloce ripensando a tutti gli strani sogni che aveva fatto riguardo la gita di quel giorno e si infilò il suo costume da bagno preferito. Si trattava di una sorta di body nero che le avvolgeva il seno ed i fianchi ma lasciava scoperta la schiena, il decolté era decorato con numerosi nastri incrociati sui quali erano cuciti tanti piccoli cristalli color argento. Sembrava un top da sera più che un costume da bagno e proprio per questo le piaceva così tanto. Aggiunse una svolazzante gonna bianca a balze e dei sandali neri bassi. Non aveva senso dare tutta quell'importanza al suo look, ma fu soddisfatta del risultato una volta aggiunto il grosso cappello bianco ornato da un elegante nastro nero.

Non erano nemmeno le nove quando lei e Ivan iniziarono a pedalare diretti verso il profondo azzurro del mare. Chiacchierarono e risero come sempre negli ultimi giorni, ma Sophy non poté fare a meno di notare come lo sguardo del ragazzo fosse cambiato rispetto alla sera prima: c'era meno spontaneità nel modo in cui la guardava, e sembrava essere emersa una strana cocciuta determinazione. Sophy cercò di non far troppo caso alle occhiatine furtive che il ragazzo le lanciava. Fortunatamente non era difficile distrarsi: lo spettacolo del mare tutto attorno a loro era da favola e pedalare richiedeva un notevole sforzo fisico.

Nonostante la pesantezza del pedalò, non ci volle molto a raggiungere la grotta che il cameriere aveva chiamato "GROTTA DEL SOSPIRO".

«Perché questo nome?» gli avevano chiesto.

«Beh... Credo centri con il fatto che sia molto frequentata dalle coppie innamorate, e si sa, l'amore fa sospirare» spiegò il giovane accennando un sorrisetto e facendo ad Ivan un occhiolino che non era piaciuto a Sophy.

La ragazza, però, sospirò davvero nel vedere la grotta: era meravigliosa. Si trattava di uno spazio ampio ricavato naturalmente nella roccia. Le pareti rocciose erano scure mentre l'acqua riluceva di un verde meraviglioso illuminata dai raggi del sole che filtravano da due spaccature del soffitto.

Ancorarono il pedalò ad uno sperone sulla destra dell'apertura e Ivan allungò una mano per aiutare la ragazza a scendere dall'instabile mezzo di trasporto.

«Perché entrare a piedi» disse Sophy mentre si toglieva i sandali e la gonna per rimanere in costume da bagno, «quando possiamo farlo a nuoto?»

Ivan la osservò tuffarsi nell'acqua cristallina sorridendo del suo entusiasmo, poi si tolse la maglietta e la imitò.

Quando entrambi furono a mollo, Sophy schizzò un po' di fresca e limpida acqua marina in faccia ed Ivan che ricambiò con poco entusiasmo.

«Dai» la esortò. «Entriamo».

Sophy lo guardò stranita ma non ribatté. Insieme nuotarono placidamente verso il centro della grotta.

«Wow» commentò la giovane guardandosi intorno.

«Come vedi siamo in un luogo naturale, incontaminato» spiegò Ivan, «ma nella vita bisogna imparare che non tutto è come sembra».

Nell'angolo più buio, quello che Ivan le stava indicando, c'era qualcosa che Sophy non aveva visto da lontano: un divanetto scuro fronteggiato da un tavolino di cristallo su cui si trovavano diverse bottiglie di spumante immerse in un voluminoso secchiello argentato colmo di ghiaccio, due calici di cristallo e tre vassoi carichi di tartine e pasticcini dall'aspetto molto invitante.

«Ma come?» Sophy rimase a bocca aperta.

Ivan si issò facilmente sulle rocce, aiutò Sophy a fare lo stesso e poi si diresse verso l'elegante tavolino.

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