- CAPITOLO 6 -

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Sophy scelse di farsi accompagnare da Nando direttamente a casa. Fino a qualche ora prima non avrebbe mai rischiato di farsi vedere dai suoi genitori, ed in particolare da suo padre, con un ragazzo più grande e che conosceva appena. Ora però le cose erano cambiate, Sophy aveva la disgustosa sensazione di essere spiata, sempre. Dopo aver salutato Nando scese dall'auto, fece un profondo respirò e si avviò verso il valletto della sua grande casa.

Aprì la porta e si diresse verso il salotto con la massima naturalezza, salutando con un gesto della mano i fratellini che facevano capolino dalla stanza dei giochi. Felicity, sua madre, era alle prese con i fornelli mentre una canzone allegra riempiva la stanza.

«Bentornata tesoro!»

«Ciao mamma!» Sophy si protese per baciare la madre sulla guancia e, guardandola armeggiare con il mestolo, non poté non pensare a ciò che quel cibo conteneva realmente. Gli Inibitori. La ragazza si portò istintivamente una mano alla tasca in cui aveva nascosto la piccola scatoletta contenente la sua salvezza.

«Dove sei stata Sophy?»

«A lezione, e poi al cinema, mi ha invitata un mio compagno di scuola».

«Interessante!» Felicity assunse l'espressione complice di una cara amica. «Lo conosco? È carino?»

«Dai mamma! È un amico!» rispose evasiva la ragazza. «Ora vado in camera mia, ho da studiare».

Allontanandosi Sophy si sorprese di come mentire le fosse sembrato del tutto naturale. Poco dopo un brutto pensiero la invase: "Anche mia mamma mente? Anche mia mamma mi spia?". Felicity era sempre stata, agli occhi di Sophy, una madre perfetta ed anche un'amica fidata, ora però aveva paura, paura di scoprire che poteva non esserci nulla di vero ed autentico tra loro. Una lacrima le percorse il viso, la asciugò con il palmo della mano ed entrò in camera chiudendosi la porta alle spalle.

Si stese sul letto ed accese il suo computer portatile. La tentazione di cercare informazioni sugli Inibitori era fortissima, ma Sophy era una ragazza intelligente e sapeva benissimo che non sarebbe esistito modo migliore per diventare la sospettata numero uno. Decise che qualsiasi ricerca in quel momento non sarebbe stata la cosa migliore, così chiuse la pagina web, ma proprio mentre stava per spegnere il pc, un "BOP" la fece sobbalzare. Un piccolo pallino rosso con al centro il numero 1 lampeggiava in alto a destra dello schermo. Un nuovo messaggio di posta. Sophy lo aprì con un click. Il mittente era suo padre:

Questa sera alle 20.30 abbiamo ospiti per cena. Dovrai essere impeccabile.

Sophy sbuffò, l'ultima cosa di cui aveva voglia era una di quelle noiosissime cene di lavoro a cui il padre la costringeva ad assistere. Erano già le diciannove, così si diresse svogliatamente verso l'armadio, lo aprì ed iniziò a frugare tra i vestiti più raffinati, quelli che indossava più raramente. Dopo un'attenta analisi optò per un semplice tubino nero al quale scelse di aggiungere una leggera giacchetta rosso corallo abbinata a dei sandali con un po' di tacco. Tirò fuori dal cassetto una parure composta da collana, bracciale ed orecchini del medesimo colore della giacca ed uscì dalla stanza diretta verso il bagno.

Mentre l'acqua tiepida della doccia le scorreva sulle spalle ripensò a tutto ciò che aveva scoperto quel giorno. Era tutto così incredibile e spaventoso che faceva fatica ad accettarlo. "È possibile che qualcuno, al Governo o al Covo dei ribelli, mi stia guardando anche ora, mentre mi faccio la doccia?". Con questo fastidioso pensiero chiuse il getto d'acqua ed indossò il morbido accappatoio rosa. Quando ormai era completamente pronta nel suo completo nero e corallo, qualcuno bussò alla porta della sua stanza.

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