- CAPITOLO 10 -

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La mattina del suo matrimonio, Sophy si svegliò di buonora e, stranamente, anche di buon umore. Si rese conto di essersi ormai rassegnata al suo destino e di aver inconsciamente deciso di prendere il meglio della situazione, sorridendo.

Decise di fare le cose con calma. Sarta e parrucchiera non sarebbero arrivate prima di due ore, lei avrebbe potuto approfittare di quel tempo per fare un bagno rilassante ed una colazione abbondante.

Si sentiva strana. Fino alla sera prima, il solo pensiero del matrimonio la mandava nel panico più totale. Perché non era più così? Perché si sentiva tranquilla? Non felice, ovvio, ma tranquilla? Scelse di non farsi troppe domande e si immerse nella vasca da bagno. Si dilungò parecchio, non aveva voglia di assistere ai frenetici preparativi al piano di sotto. Mangiò pane e marmellata appollaiata sul divano osservando sua madre dare ordini agli addetti al catering, intenti ad impilare delicati bicchieri da cocktail sul tavolo della cucina.

Quando il campanello suonò, Sophy fece un profondo respiro. Sindy, la sarta, e Melody, la parrucchiera, erano due donne giovani, truccatissime e dalla fastidiosa voce squillante.

«Tesoro! Sei ancora tutta da sistemare!» strillò Melody varcando la soglia.

La sera precedente si era presentata a casa di Sophy anche un'estetista che si era occupata di una dolorosissima ceretta e di una rilassante maschera rigenerante. La ragazza non ne aveva ricavato particolari benefici...

Sindy si diresse verso lo sgabuzzino come se fosse a casa sua e ne tirò fuori il bellissimo abito d'organza.

«Presto, Melody! I capelli!»

«Sì, sì!»

Fece sedere con poca delicatezza Sophy su una sedia e cominciò a manovrare freneticamente i suoi capelli. Presto porse uno specchio a Sophy e lei vide davanti a se una ragazza elegante con dei lunghi capelli neri raccolti e ornati con piccole gardenie bianche. Con un po' di trucco sarebbe stata perfetta, irriconoscibile, ma impeccabile. Come se le leggesse nel pensiero, la parrucchiera aprì una valigetta rosa piena di cosmetici di ogni tipo ed iniziò la sua opera d'arte. Nuovamente le porse lo specchio e nuovamente lei rimase senza fiato. Per la prima volta non si vide semplicemente "normale" o "carina", si vide bella. Inspiegabilmente si ritrovò a pensare a Nick, a sperare che la stesse guardando. Gli occhi azzurri e cristallini erano messi in risalto da un trucco scuro ma allo stesso tempo leggero, la pelle appariva più rosea e liscia che mai e i capelli le incorniciavano il viso con estrema eleganza mettendone in risalto i lineamenti delicati.

«Grazie Melody».

«Su su... Non c'è tempo per queste smancerie! Presto, il vestito!»

Era stata Sindy a parlare. Sophy si avvicinò a lei per prendere il vestito, poi si diresse verso camera sua accompagnata dalla sarta.

Ci misero un po' a sistemare tutti i nastrini e le zip dell'abito ma, a lavoro ultimato, Sophy rimase per per la terza volta a bocca aperta.

«Sei davvero stupenda!»

Felicity fece capolino con gli occhi lucidi dall'emozione.

«Grazie mamma».

Si abbracciarono. Anche Sophy era emozionata, suo malgrado. Erano il trucco, i capelli ed il vestito a farla sentire così; la persona che l'avrebbe attesa all'altare e tutto ciò che significava sembrava non riguardarla più in quel momento.

«Tesoro, adesso scendiamo. Tuo padre sta parlando con il catering e la sicurezza...»

«La sicurezza?» Sophy era perplessa.

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