- CAPITOLO 7 -

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Quando Sophy uscì da quel sonno sereno che solo un caldo abbraccio può garantire, decise di non aprire subito gli occhi. Sapeva che una volta iniziata la giornata le sarebbero di nuovo crollate addosso tutte le paure con le quali si era addormentata. Era rannicchiata tra le forti ed avvolgenti braccia di Nick. Avevano passato tutta la notte così, abbracciati, senza parlare. Sophy non era solita a quel genere di confidenze; era molto strano per lei pensare di aver passato tutto quel tempo stretta ad un ragazzo che conosceva davvero troppo poco. Quella sensazione di imbarazzo e di pudore prese il sopravvento, così decise di aprire gli occhi.

Il bel viso di lui era accarezzato dall'unico, sottile, raggio di sole che entrava dalla tapparella. Come se si fosse accorto di essere osservato, Nick aprì i suoi luminosi occhi di un turchese che Sophy aveva sempre associato al cielo primaverile.

«Buongiorno».

La sua voce era calda e roca.

«Buongiorno» rispose lei abbassando lo sguardo, imbarazzata, mentre si scostava dal possente corpo di lui. «Scusami... Ti sono stata addosso per tutto il tempo... Mi-mi dispiace se ti ho infastidito...»

«Sophy, ehi!» le alzò il mento con delicatezza. «Non ti devi assolutamente preoccupare! Ci siamo addormentati, tutto qui...»

Sophy, rasserenata dal tono dolce di Nick, decise che forse aveva ragione lui: non c'era nulla di male nell'essersi addormentati abbracciati. È vero, si conoscevano a stento e lei sapeva davvero poco di lui. Eppure c'era qualcosa in quel ragazzo che la faceva sentire protetta e sicura, come non si era mai sentita. Stava bene in sua compagnia, e le sembrava di conoscerlo da una vita.

«Come stai?» chiese Nick riportandola alla realtà.

Il viso di Sophy si rabbuiò.

«Male. Ho paura di iniziare questa giornata... »

«Lo capisco» Nick le sollevò il mento con la mano, «ma devi essere forte!»

«Mi costringeranno a sposarmi!»

I loro occhi si scrutarono per un po', in silenzio.

«Troveremo un modo per impedirlo».

«È difficile vincere contro mio padre! Figurati se a tramare con lui c'e Alvarez!»

«Lo so! Ma ci riusciremo! Ora perdonami, ma devo proprio andare. Al Centro di Polizia non devono accorgersi di nulla...»

«Oddio!»

«Che hai?»

«Ci sono telecamere in camera mia! Ti avranno visto qui!» Sophy aveva gli occhi sbarrati.

Nick rise: «Devi smetterla di preoccuparti di queste cose! Non sono uno sprovveduto!»

«Sì, scusa...»

«Non devi scusarti, dolcezza!» Nick baciò lievemente Sophy sulla fronte. «A presto".

«Ciao».

Quando Nick se ne andò, uscendo dalla finestra, Sophy cadde nuovamente nello sconforto. Non faceva altro che immaginarsi il futuro che le avevano costruito: sposata con un uomo che non amava né conosceva, intrappolata in un ruolo che non le apparteneva e spiata in ogni momento persino dal suo stesso padre.

La ragazza era ancora immersa nei suoi opprimenti pensieri quando la sveglia suonò. Era mercoledì e lei doveva preparasi per andare a scuola, come in un qualsiasi altro giorno.

Il viaggio in autobus e le prime ore di lezione trascorsero tranquillamente. Sophy aveva deciso di non rivelare nulla a Sally e agli altri suoi amici riguardo il suo futuro matrimonio con Ivan. Lui fortunatamente frequentava corsi diversi, quindi non si sarebbero incontrati se non per caso e di sfuggita nei corridoi. L'ultima lezione del giorno era una di quelle che a Sophy piacevano meno: storia. L'insegnante, una giovane supplente del signor Cordovez, si sedette alla grossa scrivania marrone e cominciò a spiegare noiose vicende riguardo il medioevo.

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