- CAPITOLO 34 -

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«Oh mio Dio! Che cosa facciamo? Non voglio tornare da loro! Non voglio che mi cancellino ancora!»

Sophy ormai non era più in sé, Nick la capiva perfettamente e vederla così lo distruggeva, ma era altrettanto consapevole del fatto che perdere la calma in quel momento poteva essere letale.

«Sophy» disse prendendola per le spalle. «Sophy, ascoltami ora! Guardami! Devi cercare di restare calma, mi hai capito?»

Sophy, che lo fissava con i grandi occhi cristallini sbarrati, annuì.

Nick la baciò velocemente sulle labbra tremanti prima di stringerla in un abbraccio disperato. «Non permetterò che ti facciano di nuovo del male. Ti prometto che troveremo un modo, ok?»

«Ok» rispose Sophy in un sussurro.

Nick, stringendola nuovamente a sé, immerse la testa nell'incavo del suo collo e chiuse gli occhi. Le aveva appena promesso qualcosa che sapeva di non poter mantenere e il senso di colpa lo stava già soffocando.

«Uscite subito con le mani alzate e non vi faremo del male. Ancora due minuti. Poi vi verremo a prendere noi, e non saremo clementi!» minacciò la solita voce proveniente dall'esterno.

«Che cosa facciamo?» chiese Sophy con disperazione stringendo, con dita tremanti, la maglietta di Nick.

«Resto qui a controllare la situazione, tu ispeziona di nuovo tutto. Cerca delle armi, di qualsiasi genere... E controlla anche se c'è del cibo, o per lo meno dell'acqua. La nostra ultima chance sarà barricarci qui e sperare che se ne vadano a mani vuote» comandò Nick cercando di comportarsi come se avesse tutto sotto controllo. Nella sua mente stava passando in rassegna tutte le possibili conclusioni di quella situazione e nessuna di esse era rassicurante. Il suo pensiero volò inevitabilmente alla telefonata di Ben: ecco come dovevano essersi sentiti i suoi amici del Covo durante quegli ultimi attimi: braccati, in trappola, senza speranza... "Una carneficina. Il piccolo cinema è stato raso al suolo durante un blitz. Tutti i ribelli sono stati uccisi o arrestati" aveva titolato un quotidiano che Nick aveva intravisto su una mensola a casa di Clotilde. Era proprio così che agivano: circondavano le loro prede per poi azzannarle e metterle fuorigioco.

Un senso di disgusto gli invase lo stomaco e la gola. Quella volta non doveva finire così, non poteva...

«Nick!»

Sophy arrivò correndo verso di lui. I capelli neri le svolazzavano intorno alle spalle e sul suo viso c'era qualcosa di diverso da quando l'aveva vista allontanarsi, poco prima. C'era... speranza.

«Ho trovato qualcosa! Devi assolutamente venire a vedere!» Nella voce della ragazza c'era una nota di eccitazione malcelata.

Nick la seguì verso la piccola ma deliziosa camera da letto dello chalet. Sophy si inginocchiò accanto al letto e gli suggerì di fare lo stesso, poi allungò la mano verso il pavimento per indicargli quella che sembrava una maniglia di ottone.

«È una botola! Lo è, vero?» chiese la ragazza quasi temendo che lui spegnesse la sua speranza.

«Lo sembra, sì» rispose con calma prima di spostare il letto verso la parete. Quel movimento gli provocò una fitta al fianco ferito, ma l'entusiasmo del momento gli impedì di preoccuparsene. Una volta liberato il passaggio Nick tirò con forza la maniglia che, con uno scatto sordo si aprì sotto i loro occhi. Sophy saltellò sul posto incapace di frenare il suo entusiasmo e Nick non poté non sorridere. Sotto il portellone di legno si era aperto un buco scuro nel quale si distinguevano chiaramente i primi gradini di una scala metallica.

MITOCITY - Il SegretoWhere stories live. Discover now