Capitolo 33

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-Ryan, terra chiama Ryan mi chiama ad alta voce la mia collega, scuotendomi per la spalla.
-si, cosa c'è?-
-cosa ti prende oggi? È da stamattina che ogni volta che ti incontro hai quello sguardo fisso nel vuoto, senza contare che anche se ti parliamo, per te è come se non esistessimo-
-mi dispiace-sospiro-e che oggi non è giornata-
-sei hai bisogno lo sai che noi ci siamo per qualunque cosa -mi mette una mano sulla spalla Dylan, rivolgendomi un sorriso.
-ma certo, non dubitarne mai-mi sorride a sua volta Vanessa.
-grazie ragazzi, lo apprezzo molto, ma per ora non mi va di parlarne. Si è fatto tardi, devo tornare a lavoro,a dopo-li saluto, cercando di abbozzare un sorriso.
Mi chiudo nel mio ufficio e sospiro per l'ennesima volta, guardando il cellulare: Steven è da stamattina che mi invia messaggi, dicendomi che dobbiamo parlare, ma io non mi sono ancora degnato di rispondergli, perché la verità è che sono solo un codardo che ha paura di affrontare la realtà, ho parola di quali possano essere le sue parole, ho paura che mi lasci da solo, ma più di tutto ho paura di perderlo.
Per questo non so cosa fare, se non limitarmi a fissare il telefono come se da quello schermo, potesse apparire la soluzione a tutti i miei problemi.
Sospiro nuovamente, per ora è meglio che mi concentri solo sul lavoro, più tardi penserò a cosa è più giusto fare.

Guardo l'orologio sulla parete che segna le 17:30 e mi accingo a raccogliere tutte le mie cose per dirigermi al 40 piano, il luogo dove c'è sia la palestra che la piscina.
Stranamente non sono molto in vena di fare sport in questo momento, ho solo voglia di vedere la piscina e di starmene un po'li da solo a pensare.
Non appena varco la soglia, controllo che non ci sia nessuno e decido di togliermi i calzini e le scarpe e di immergere i piedi nell'acqua.
Mi pento di non aver portato il costume, quando mi accorgo che la temperatura dell'acqua è così calda che è un peccato non immergersi dentro. Peccato, sarà per la prossima volta.
Mi limito a osservare l'acqua azzurra della piscina che si estenda davanti a me, cercando di recuperare un po'di tranquillità, ma è così difficile farlo quando la tua mente ti riporta sempre allo stesso ricordo. Steven e il suo ex che si guardano, Max che comincia a piangere e Steven che lo guarda con quegli occhi pieni d'amore e io che corro via da quella scena, sentendomi il terzo incomodo.
Sospiro per l'ennesima volta, prendendomi la testa tra le mani.
Forse abbiamo sbagliato tutto, forse non avremmo mai dovuto baciarci e non avremmo mai dovuto provare ad uscire inisme. Come ho potuto pensare che lui potesse dimenticare Max? Come ho potuto pensare che tra noi avesse potuto funzionare?
Sono solo un povero illuso.
Eppure per una volta che avevo trovato una persona che mi facesse stare bene, qualcuno che mi capisse e con cui potessi essere finalmente me stesso, perché è andata a finire così?
Non merito anche io di essere felice una buona volta?
Sembra passato un tempo infinito, quando dietro di me sento dei passi che mi fanno riscuotere immediatamente dai miei pensieri e alzare lo sguardo,per incontrare un paio d'occhi verdi fin troppi familiari.
-mi chiedevo chi ci fosse ancora qui a quest'ora e devo dire che scoprire che fossi tu mi ha sorpreso-
È la prima frase che James mi rivolge da quando sono tornato da Los Angeles e stranamente è pronunciata anche in maniera abbastanza gentile.
Da come mi guardava arrabbiato in mensa e dai suoi precedenti messaggi mi aspettavo delle parole dure, invece questo suo tono di voce mi ha stupito, tanto da non riuscire a distogliere lo sguardo neanche quando lui si siede al mio fianco, arrotolandosi i pantaloni e immergendo i piedi nudi in acqua.
-scusa il disturbo, adesso vado-tento di alzarmi, ma il suo braccio mi trattiene a terra-aspetta, non te ne andare-
-cosa vuoi da me?-gli chiedo in modo brusco.
-nulla, voglio solo sapere come stai-
-come sto? -quasi rido per la stupidaggine che ha appena detto-perché ti dovrebbe interessare come sto scusa?-
-Sai era da un po' che ti stavo osservando: hai passato tutto il tempo a sospirare, prendendoti la testa tra le mani e a guardare il vuoto. Non hai l'aria di uno che sta bene.
-e a te cosa importa?-ribatto, sentendomi nervoso.
-lo sai che mi importa-esclama, guardandomi fisso negli occhi e facendomi mancare l'aria dai polmoni.
Come può dire una cosa del genere dopo tutto quello che è successo? Come può dire che gli importa di me, dopo che invece ha preferito un altro uomo?
Sono stufo dei suoi giochetti.
Probabilmente dopo aver letto la rabbia nei miei occhi James aggiunge-non sono qui per litigare davvero-
-e allora perché sei qui, me lo spieghi? Perché davvero non riesco a capirlo-
Lui abbassa lo sguardo-non lo so.. voglio solo starti accanto per un po'-
Alle sue parole il mio cuore manca un battito e per la prima volta dopo settimane capisco che anche se dovessi mai riuscire a dimenticarlo, lui avrà sempre una parte del mio cuore, non importa cosa.
Nonostante tutto quello che mi ha fatto, è stato il mio primo amore, la mia prima volta e il mio primo tutto.
È stato l'unico uomo che mi abbia fatto provare certe emozioni e io questo non lo posso dimenticare.
Distolgo lo sguardo e entrambi rimaniamo in silenzio a osservare l'acqua di fronte a noi, ma non è un silenzio imbarazzante, anzi è un silenzio che per la prima volta mi fa sentire davvero connesso a lui come mai era successo prima.
La sua presenza stranamente mi rende tranquillo e dopo tanto tempo la mia mente si svuota dai pensieri sia di Steven che della persona affianco a me, facendomi ritrovare la serenità come se tutto potesse solo andare per il meglio.
-non ti chiedo cosa ti succede, perché so che non me lo diresti. Voglio solo sapere se adesso stai meglio?-interrompe il silenzio, cercando il mio sguardo.
Per la prima volta dopo quasi un mese gli rivolgo un vero sorriso-decisamente meglio. ..grazie-
-e di cosa? -mi chiede sorpreso.
-non lo so-alzo le spalle, sorridendo-solamente grazie-
Grazie di essermi stato accanto quando ne avevo bisogno e grazie di aver rispettato i miei spazi, nonostante tu morissi dalla voglia di sapere tutto. Nonostante io e te non potremmo mai essere amici, l'ho apprezzato molto.
Lui in tutta risposta mi regala un enorme sorriso che mi fa sentire estremamente bene.
Decido finalmente di rimettermi le scarpe e di andarmene e lui fa lo stesso, seguendomi verso l'ascensore in silenzio.
-come mai sei da solo oggi?-gli chiedo sarcastico.
-e con chi dovrei essere scusa?-
-Mark-mi limito a pronunciare.
-ah..lui aveva una commissione da fare oggi-
-ah ecco-
-perché ti interessa?-
-fidati ormai non mi interessa più-gli rispondo in modo freddo, rovinando definitivamente il clima pacifico che si era creato tra noi.
Lo so che sembro bipolare, ma ogni volta che ripenso al bacio che si sono dati quei due, la rabbia sale e tutto il mio buon intento di essere gentile con James, va letteralmente in fumo.
Nessuno dei due emette più un suono quando arriviamo all'ingresso dell'azienda.
Controllo il mio telefono dopo ore e mi rendo conto che ci sono 15 chiamate e 20 messaggi persi da Steven. Non faccio nemmeno in tempo a leggerne il contenuto che davanti ai miei occhi si materializza proprio il mittente di quei messaggi con uno sguardo che di felice non ha proprio nulla.
-Steven-esclamo.
Lui subito si piazza davanti a me, prendendomi per un braccio e passando lo sguardo tra me e James, lanciandoci un occhiataccia che avrebbe potuto uccidere chiunque.
-dove diamine eri finito? È tutto il giorno che ti scrivo e sono ore che ti aspetto qua davanti-
-non sapevo che fossi qui, oggi pomeriggio non ho davvero guardato il telefono-
-e stamattina allora? Ho visto che hai visualizzato i messaggi, non mi prendere per il culo. Perché diamine mi stai evitando?-
-non è così-cerco di discolparmi, ma inutilmente.
-Ryan ormai ti conosco, non mi puoi mentire-
-hai ragione, è come dici tu, ma in questo momento non mi va di parlare-
-invece parleremo che ti piaccia o no, lo sai come la penso su ste cose-mi trucida con lo sguardo, stringendo la sua presa sul mio braccio per trascinarmi con se.
James che fino ad ora era stato in silenzio, limitandosi ad ascoltare i nostri discorsi, da uno spintone a Steven, allontanandolo da me e facendomi rimanere a bocca aperta.
-ha detto che non vuole parlare, ti è chiaro il concetto o sei sordo?-
-tu che cazzo vuoi?-lo incenerisce Steven con lo sguardo, facendomi venire i brividi.
Non l'ho mai visto così arrabbiato e mi dispiace di esserne io la causa: l'ho ignorato per tutto il giorno e poi viene qui e mi trova con James, capisco che possa aver travisato le cose, anche se non è per niente come sembra.
Sospiro, sta situazione sembra surreale: fino ad un mese fa, era Steven a proteggermi da James, mentre adesso è James a proteggermi da Steven.
Sembra quasi che il destino si diverta a prendermi in giro, capovolgendo in questo modo le cose.
-non puoi obbligarlo se non vuole-ribatte tranquillamente James
-hai proprio coraggio a dire una cosa del genere, tu..-
-basta-mi intrometto, mettendo fine a quell'assurda situazione che stava rischiando di degenerare da un momento all'altro e spostando lo sguardo verso Steven-hai ragione dobbiamo parlare, ti seguo-
Mentre le nostre figure si allontanano dall'edificio, lo sguardo di James non smette di seguirci, finché non diventiamo due puntini indistinguibili.

Ragazzi le cose si stanno complicando e non poco eheh😜😜il nostro protagonista ormai sembra sempre più confuso. Chissà se riuscirà a capire cosa si cela realmente nel suo cuore?😘 lo scoprirete nella prossima puntata, no scherzo ahah, succederanno ancora un po' di casini prima che si risolva tutto.
Continuate a seguire la storia per scoprirlo, grazie a tutti per continuare a leggere "Le cicatrici del passato"❤️❤️

Le cicatrici del passato Where stories live. Discover now