Capitolo 45

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Tornai dalla mia solita corsa mattutina sudato, ma enormemente soddisfatto.
Erano le 10 di sabato mattina ed erano trascorsi esattamente 3 giorni da quando eravamo tornati da Tokyo.
3 giorni in cui io e James non avevamo fatto altro che lavorare e dormire l'uno a casa dell'altro e questo non mi dispiaceva per niente.
Ero felice, dannatamente felice di aver ritrovato il mio amore perduto, anche se da quando avevo toccato il suolo americano avevo avvertito una brutta sensazione che mi schiacciava all'altezza dello stomaco.
All'inizio avevo dato la colpa alla stanchezza del viaggio e al fuso orario, ma a distanza di qualche giorno avevo capito che c'era qualcosa che non andasse in me e questa convinzione era cresciuta oggi, dopo che ero tornato a casa dopo la corsa per fare la doccia e passare la mattina a rilassarmi.
James stamattina aveva un incontro di lavoro e io non ero abituato a questa aria di solitudine sparsa per la casa.
Mi stravvaccai sul divano per fare zapping e ripensai a come fino a qualche settimana fa questa casa fosse così allegra e rumorosa.
Non che ora che avessi James non lo fosse ovviamente, ma dato il fatto che ormai facevamo la spola tra casa sua e casa mia, quest 'ultima recentemente non era così abitata come prima, quando veniva a farmi compagnia Steven.
Solo a pensare al suo nome sento un dolore all'altezza del petto e capisco, perché in questi giorni mi sono sentito così  strano e demoralizzato.
Adesso che ero uscito dalla mia idilliaca bolla d'amore in Giappone ed ero tornato alla realtà, non potevo più sfuggire ai miei problemi.
E il mio problema principale era proprio Steven: mi mancava il mio migliore amico, mi mancava tremendamente tanto e la cosa peggiore è che non sapevo neppure se l'avrei più rivisto.

2 settimane prima

Avevo deciso, ormai ero più che sicuro riguardo alla mia scelta, ma allora perché mentre camminavo per incontrare colui che era stato la mia spalla, il mio confidente, il mio migliore amico e il mio amante, tremavo dalla paura?
Avevo il terrore, il fottuto terrore che avrei potuto rovinare il bel rapporto che avevamo costruito con fatica io e Steven in questi mesi con sole poche parole, ma non potevo tacere, non potevo proprio. Lo dovevo sia a me stesso che a lui.
Sentì il rumore di passi sulla ghiaia che furono interrotti, quando il diretto interessato si sedette accanto a me sull'unica panchina rimasta libera in quella parte di Central Park.
Era quasi ironico il pensare che quel luogo avesse sancito l'inizio della nostra amicizia, quando lui per la prima volta si era aperto con me e avevamo fumato insieme, la conferma dei suoi sentimenti per me, quando lui mi aveva confessato che non sarebbe tornato con Max e che voleva cominciare a costruire qualcosa con me, mentre adesso avrebbe sancito la fine della nostra pseudo-relazione d'amore e speravo solo quella. Avevo già i brividi a pensare che in quel momento mi sarei potuto giocare una volta per tutte anche la sua amicizia.
Non volevo, non volevo davvero, ma questa non era una scelta che spettava a me prendere.
-hei Ryan-mi salutò smorzando il silenzio e cercando di abbozzare un sorriso.
-hei, tutto bene?-
-se così si può dire-
-che succede?-gli chiesi preoccupato.
-davvero non lo sai?è da settimane che aspetto tue notizie e adesso che è finalmente arrivato il momento mi sento come se fossi.. rassegnato.
Ho trascorso tutto sto tempo a pensare se avrei avuto uno straccio di possibilità con te, ma la verità è che mi stavo solo illudendo, perché nel mio cuore già sapevo che per te ci sarebbe stato solo James. Tu lo ami, lo hai sempre amato e non riuscirai mai a smettere di farlo, non è forse questo che volevi dirmi? - mi rivolge un sorriso amaro.
-io..mi dispiace-
Mi mancano le parole, mi ero già preparato tutto un discorso da fargli, non avrei mai pensato che avrebbe già indovinato tutto senza che io è emettessi un singolo suono, ma d'altronde stavamo parlando di Steven: l'uomo che riusciva a capirmi con un solo sguardo, non dovevo più stupirmi di niente.
-non devi dispiacerti-replica lui,tirandosi indietro i capelli con uno sguardo triste-ci abbiamo, provato ma sapevamo entrambi che sarebbe stato come fare un salto nel vuoto senza paracadute. I nostri cuori erano troppo fragili ed entrambi ci siamo avvicinati per questo motivo, cercando piano piano di alleviare quel dolore, ma questo non vuol dire che tu sia stato un passatempo per me, Ryan. Mi piacevi davvero e mi piaci tutt'ora e detto sinceramente anche se adesso mi mostro così davanti a te-gli si incrina la voce-in realtà sto soffrendo molto, perché ci speravo, ci speravo che tu scegliessi me come io ho scelto di portare avanti la relazione con te, invece di riprovarci con Max.
Ma evidentemente non era destino tra noi, evidentemente non sono e non sarò mai io la persona che ti fa  battere il cuore-
Abbassa il volto con un espressione di puro dolore che mi spezza il cuore e mi fa desiderare di poterla sostituire con quel dolce sorriso che tante volte mi ha rallegrato le giornate, ma che adesso non esiste più per colpa mia.
-mi dispiace così tanto Steven.. credimi...avrei voluto che fossi tu, sarebbe stato davvero più semplice per me, ma putroppo non è cosi: amo troppo James e non so se riuscirò mai a smettere di farlo.
Il tempo che abbiamo trascorso insieme e tutto ciò che abbiamo passato per me sono stati molto importanti e sappi che non mi pentirò mai di quei piccoli momenti che sono stati solo nostri, perché è successo perché lo volevo, perché lo volevamo davvero entrambi.
Ho provato davvero qualcosa per te e penso che se non ci fosse stato James, mi sarei potuto anche innamorare di te, ma purtroppo non è stato così. Come hai detto te forse non eravamo destinati a stare insieme, forse non in questa vita.
Mi dispiace per tutto Steven e so che ti sto chiedendo molto, ma per favore non ti voglio perdere: restiamo amici-
Passano minuti interminabili prima che lui alzi lo sguardo da terra per portarlo al mio volto.
Il suo invece sembra così stanco e triste e la cosa peggiore è che io non posso fare nulla per farlo sentire meglio.
-Mentirei se ti dicessi che con uno schiocco di dita riuscirei a tornare tranquillamente tuo amico come se nulla fosse successo -sospira-ma mentirei anche se ti dicessi che non voglio più avere nulla a che fare con te, perché non è così: tu hai fatto uscire il meglio di me e io non voglio che una persona come te esca dalla mia vita. Sei davvero troppo importante per me-mi guarda con gli occhi lucidi, facendomi venire un groppo alla gola-ma in questo momento non me la sento di avere a che fare con te. Ho bisogno di tempo per metabolizzare il tutto e andare avanti, se adesso tornassimo amici, non penso che sarei capace di vederti felice e sorridente accanto a James, mentre io soffro per te.
Ho bisogno di staccare per poter ritornare il migliore amico di cui tu hai bisogno, un migliore amico che possa essere felice del tuo amore e della tua felicità.
Non so quanto tempo mi ci vorrà, ma se tu mi aspetterai, ti prometto che tornerò da te Ryan-
Due grosse lacrime cominciano a rotolarmi giù dalle guance-lo capisco e ti ringrazio ancora per non avermi giudicato e per avermi capito per l'ennesima volta solo con uno sguardo. Ti voglio troppo bene e posso aspettarti, posso aspettarti per quanto tempo vorrai, anche se mi mancherai tremendamente-
-mi mancherai anche tu-mi guarda, asciugandosi una lacrima con il dorso della mano-vieni qui-allarga le braccia, dandomi il permesso di tuffarmi nell'abbraccio accogliente di colui che per anni avevo odiato tanto, ma che adesso era diventato una delle persone più importanti della mia vita.
Restammo stretti per qualche minuto in quell'abbraccio che aveva tanto il sapore di tristezza, rammarico e di un arrivederci che speravo sarebbe arrivato il più presto possibile.

Oggi

Mi accorsi di osservare il vuoto con uno sguardo triste da parecchio tempo, perso in quel doloroso ricordo di qualche settimana fa.
La sua mancanza si faceva sentire, anche se non dal punto di vista amoroso, ma da quello umano.
Mi mancava la sua presenza, la sua amicizia e tutti i momenti passati  insieme.
In fondo non era così facile non poter sentire più dall'oggi al domani una persona che prima per te era stata presente quasi ogni giorno. Non lo era per niente e faceva così male!

Decisi allora di distrarmi, mettendomi all'opera per cucinare un buon pranzetto per James che sarebbe arrivato da lì a qualche ora e che consisteva in una gustosa pasta al forno, seguita dall'arrosto con le patate.
Ma persino mentre tagliavo la carne, condivo la pasta e arrostivo le patate, non riuscivo a zittire il mio cervello.
Continuavo a pensare a tutte le volte che avevo cucinato per Steven, dato che lui era negato in cucina e non  sapeva fare neanche un uovo senza bruciare la casa.
Sorrisi al pensiero e mi chiesi, se stesse mangiando correttamente adesso o se stesse mandando avanti la sua brutta abitudine di scaldare cibi preconfezionati o di mangiare pasti d'asporto, sospettavo più la seconda ipotesi.
Sono preoccupato per lui e non posso fare niente, dannazione!
Alle 13 finalmente suonano alla porta e il mio compagno si mostra a me in tutta la sua bellezza, accentuata dal completo da lavoro che indossava, facendomi tornare il buon umore.
Ci salutiamo stringendoci forte come se non ci vedessimo da giorni, anche se in realtà non ci vedevamo da sole poche ore e dandoci un bacio a fior di labbra.
E tra quelle braccia, annebbiato dal suo profumo, mi sentì dannatamente bene, tanto da farmi scordare per quel breve istante di quanto mi mancasse e di quanto sperassi di rivedere il mio amico.
Torna da me Steven, ti prego!

Le cicatrici del passato Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang