Capitolo 35

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-allora come ti senti?-mi chiede Simon, mentre lui, Lucas e Nancy sono seduti accanto a me sul letto nella mia stanza.
-una merda..come dovrei sentirmi? -sospiro-è da 5 giorni che non si fa sentire-
-hai provato a chiamarlo?-mi chiede la mia migliore amica, mettendomi una mano sulla spalla.
-certo che no, ha detto che aveva bisogno di un po'di tempo e io glielo sto dando, però sta attesa mi sta letteralmente uccidendo-sbuffo demoralizzato per l'ennesima volta.
-Non pensi che questo tempo separati possa fare del bene anche a te?-si rivolge a me Lucas sorprendentemente serio-prova a pensarci, in fondo la causa di tutto questo è stato proprio il fatto che tu pensi ancora a James-
-io non penso ancora a James-
-e allora perché non sei riuscito a concederti a Steven?-mi chiede stavolta Nancy.
-mm-cerco di trovare qualcosa a cui appigliarmi-poteva sempre concedersi lui-
-lo sai che non è questo il punto,ma il motivo dietro a cui non sei riuscito a farlo. Penso che ciò che lo ha maggiormente ferito è proprio il fatto che durante il vostro momento intimo invece di lasciarti andare, ti sei bloccato a causa del tuo ex, io da una parte posso capirlo-
-e che ci posso fare?-lancio il cuscino per terra, mettendo il broncio-non l'ho fatto consapevolmente e inoltre non posso tornare indietro nel tempo-
-infatti non devi farlo, devi solo cercare capire quello che vuoi veramente. Già da quando avevate deciso di intraprendere questa relazione sapevate a cosa andavate incontro, dato che entrambi non avete ancora superato il passato e adesso il passato è tornato a chiedervi il conto e la domanda è: riuscirete a superarlo e ad andare avanti o rimarrete bloccati con i vostri vecchi sentimenti? Questa è una domanda a cui solo tu e Steven potreste dare una risposta, nessun altro-mi guarda negli occhi Simon, spalleggiato dal suo compagno.
-non lo so...in questo momento non saprei darti una risposta,per ora so solo che mi manca e che domani c'è una cena aziendale e io vorrei che venisse con me, principalmente per dimostrargli che sono in grado di non pensare piu a James, ma anche perché lo voglio al mio fianco.. Dite che dovrei provare a mandargli un messaggio?-
-provaci-mi rivolge un sorriso dolce Nancy, accoccolandosi al mio fianco-in qualunque caso saprai di averci almeno provato-
-la pensiamo allo stesso modo-annuiscono Simon e Lucas-se ci tieni così tanto, devi provare a contattarlo-
-lo farò, ma non ho molte speranze a riguardo-abbasso gli occhi demoralizzato.

Continuo a guardare la porta del locale per l'ennesima volta, sperando di vedere apparire la sua figura alta e muscolosa, ma ancora niente.
Ogni volta che entra un ragazzo giovane e biondo, mi illudo che sia Steven, ma lui continua a non arrivare.
I miei colleghi mi stanno parlando, ma io continuo a non prestare attenzione, rivolgendo tutto il mio interesse a quella dannata porta.
Non percepisco neanche il disagio al fatto che James e Mark sono seduti esattamente di fronte a me, Dylan e Vanessa nella tavolata, il che vuol dire che la situazione è diventata davvero critica.
Appena il cameriere serve ad ognuno di noi il calice di vino, io me lo scolo tutto in un sorso, cercando di alleviare con l'alcool quel senso di perdita che non accennava a scomparire.
I miei amici mi guardano sbigottiti, ma non osano chiedermi quale sia il problema, probabilmente spaventati dallo sguardo arrabbiato che ho dipinto in volto.
Sí perché sono arrabbiato, arrabbiato a morte con me stesso per aver perso una delle poche persone importanti che avevo, l'unico che mi capiva e che c'era sempre per me. Sono veramente arrabbiato e non so come risolvere il problema.
Troppo immerso nei miei pensieri non mi accorgo dello sguardo preoccupato di James su di me.
-tutto bene Ryan? - mi chiede quest'ultimo, prendendomi alla sprovvista.
-Io..si tutto apposto-rispondo, ma con un tono per nulla convinto.
-a me non sembra. Non voglio che tu stia giù, siamo ad una cena aziendale, voglio che stasera siate tutti felici e spensierati, voglio che stasera tutti i vostri problemi restino a casa. Non sei d'accordo anche tu?-cerca di incoraggiarmi con un sorriso.
-certo..-cerco di abbozzare un sorriso a mia volta, apprezzando lo sforzo.
-dai che stasera ci sfondiamo di carne alla griglia-esclama Vanessa entusiasta-non sei contento?-.
-si-annuisco poco convinto.
Mi mette una mano sulla spalla Dylan-amico, cos'è che ti ha ridotto così male e perché continui a guardare la porta come se aspettassi qualcuno?-
-per nessun motivo-alzo le spalle, non volendo che sapesse che stavo aspettando veramente qualcuno che non sarebbe mai arrivato-mi ero solo incantato-
Do un ultima occhiata in quella direzione e poi decido di non voltarmi più, per cercare di non rovinare ulteriormente la serata a me e a chi mi sta intorno. Almeno per stasera devo cercare di dimenticarmi la sua presenza, anche se non sarà facile.
Comincio a fare conversazione con i miei colleghi, aspettando che arrivino i piatti e in quel momento sento qualcosa che mi tocca la spalla e mi volto di scatto.
Ciò che appare davanti a miei occhi mi rende talmente sorpreso da farmi rimanere a bocca aperta e in silenzio per parecchi secondi, fino a quando
il mio corpo non decide di muoversi da solo, fiondandosi automaticamente tra le braccia della persona che pensavo che non mi volesse più vedere, ma che adesso è proprio davanti a me.
Ci abbracciamo stretti, davanti a tutti che ci guardano, ma non mi interessa, perché adesso l'unica cosa che mi importa è di averlo qui al mio fianco.
-sei venuto-gli sussurro una volta che sciogliamo l'abbraccio.
-non sarei potuto mancare-mi sorride, facendomi sciogliere.
-in realtà potevi, ma non l'hai fatto..ancora una volta grazie-gli dico emozionato, prima di prendere una sedia vuota e posizionarla accanto a me.
-ragazzi lui è Steven, il mio migliore amico -lo presento a tutti in questo modo, non avendo ancora ufficializzato la nostra relazione.
Molti lo salutano educatamente, altri come Mark gli rivolgono un cenno di saluto, mentre James gli regala una vera e proprio occhiata glaciale senza aprire bocca, a cui il diretto interessato risponde solo con un sorrisetto provocatorio.
-quindi tu sei il famoso Steven?-subito viene assalito da Vanessa.
Lui ridacchia-addirittura sono famoso?-
-Ryan ci ha parlato molto di te-gli sorride Dylan porgendogli la mano-io sono Dylan e questa che non si fa gli affari suoi è Vanessa-indica la diretta interessata che gli risponde con una smorfia.
-heii io sto solo cercando di fare conversazione -fa il broncio lei.
Lui gli rivolge un sorriso a 32 denti capace di stendere chiunque, infatti noto che anche la mia amica ne ha subito l'effetto, rimanendo estasiata e ridacchio interiormente.
-è un piacere conoscervi e comunque cos'è che mi stavate dicendo? Cos'è che vi racconta sto ragazzone? Spero non cose brutte-
-tutt'altro, ci ha detto che siete migliori amici e che avete fatto un viaggio insieme a Los Angeles-le risponde Vanessa con un sorriso.
-già è così e non so quanto darei per tornarci-mi avvolge il braccio dietro la spalla, voltandosi verso di me-vero Ryan?-
-un giorno ci torneremo-gli sorrido di rimando, mentre i miei amici mi lanciano occhiatine maliziose come a fare capire che la sapevano lunga.
-è ora di mangiare-tuona la voce di James per nulla amichevole, mentre stanno arrivando le portate.
-finalmente si mangia-esclama Vanessa.
Tutti affamati ci fiondiamo sulla nostra carne e consumiamo il nostro pasto parlando allegramente tra noi quattro, mentre James non fa altro che guardarci in silenzio o interagire con Mark che ogni tanto provava a parlargli, ma che non riusciva a tirargli fuori più di tre parole messe in croce.
-Sei sporco-ridacchia Steven, togliendomi un po' di salsa dalla bocca con il dito, per poi portarsela alle labbra e assaporarla con uno sguardo malizioso.
Le reazioni a questo gesto variano da persona a persona in questo tavolo: io divento rosso come un peperone, i miei amici ridacchiano, Mark ci guarda in modo indifferente, mentre James fa cadere la forchetta per terra  causando un forte baccano che fa voltare verso di noi parecchi colleghi.
-cosa fai?-gli sussurro-ci stanno guardando tutti-
-voglio marchiare il territorio-mi risponde a bassa voce, guardando di sottecchi James e facendomi rimanere allibito.
Cosa avrà pensato in questi giorni da averlo reso così possessivo?
Possibile che si sia reso conto di amarmi? O forse sono io che mi sto facendo i castelli mentali? Eppure mi sembra così diverso, come se fosse più determinato..
Distolgo lo sguardo da lui, rivolgendogli un sorrisino imbarazzato e riprendendo a mangiare.
Sento lo sguardo insistente di James su di noi per tutto il resto della cena e questo mi destabilizza e non poco, tanto dal frenarmi dal non fare gesti troppo avventati con Steven, anche se in realtà non gli dovrei nulla.
L'atmosfera serena che si era creata per metà della serata, viene spezzata nel momento esatto in cui Steven decide di attirarmi a sé e di darmi un bacio a stampo davanti a tutti all'improvviso.
Mi guardo intorno shokkkato, aspettandomi tutti gli occhi puntati su di noi, invece  per fortuna gli unici che se ne sono accorti sono James, Mark, Vanessa e Dylan.
Emetto un sospiro di sollievo che dura ben poco, quando vedo gli occhi di James riempirsi di rabbia e la sua mano colpire il tavolo con violenza, facendo spaventare tutti.
Si alza in piedi ma senza schiodarsi dal suo posto-sei proprio un maleducato! Non so chi ti abbia insegnato le buone maniere, ma qui siamo in un luogo pubblico e ad una cena di lavoro, dovresti comportarti con un po'piu di decoro dato che non sei stato nemmeno invitato- urla addosso a Steven.
-sono venuto come accompagnatore di Ryan, non mi sembra fosse vietato e inoltre che c'è? Ti scandalizzi solo per un bacetto o c'è qualcosa che ti da fastidio? - lo provoca Steven.
-tu mi dai fastidio figlio di puttana-pronuncia James con rabbia, ma stavolta cercando di spostarsi per raggiungere il suo interlocutore che nemmeno a quelle parole perde il ghigno prepotente che ha dipinto in faccia.
Il suo tragitto però viene bloccato da Mark che lo prende per un braccio e gli sussurra-calmati, siamo in un luogo pubblico e tu sei il capo e dovresti dare il buon esempio. Cosa pensi che diranno le persone di te se adesso ti mettessi a litigare o peggio a picchiare qualcuno davanti a tutti??! -
Odio Mark, ma per una volta sono d'accordo con lui e spero che il suo discorso serva a far rinsavire James.
-non mi interessa-sbotta, non accennando di volersi calmare e superando Mark per piazzarsi davanti a noi.
In quel momento decido di dover prendere in mano la situazione e anche in fretta, se non volevo che la nostra vita privata finisse sulla bocca di tutti in azienda e che la serata finisse con un allegra scazzottata.
-James-lo chiamo, guardandolo dritto negli occhi-adesso tu vieni con me e non accetto un no come risposta-
Lui dapprima mi sfida con lo sguardo, ma poi riluttante decide di seguirmi verso il bagno, l'unico posto dove avremmo potuto parlare indisturbati.
-adesso mi dici che cazzo ti è preso?-lo affronto subito ad alta voce.
-allora è vero che ti sei fidanzato con quello stronzo!-
-non sono affari tuoi-
-si che lo sono! Mi merito di sapere la verità-
Rido istericamente-proprio tu mi parli di verità?! Ma va bene, se vuoi la verità, adesso te la dirò e apri bene le orecchie: io e Steven ci frequentiamo-
Tira un pugno contro il muro, facendomi quasi avere paura di lui e mi rivolge lo sguardo più furioso che io abbia mai visto-come hai potuto? Come hai potuto sostituirmi con quello lì??! Io non lo accetto, non lo accetto cazzo-
La sua rabbia mi arriva addosso con una macigno e quasi fa vacillare tutta la sicurezza in me stesso che avevo fino a quel momento.
- e invece lo farai, perché io e te non siamo più un cazzo e non saremo mai più un cazzo James, mettitelo bene in testa-gli urlo preso dalla rabbia repressa che covavo ancora nei suoi confronti-tu non sei più niente per me-
Pronuncio queste ultime parole sapendo che rappresentano solo una grossa bugia che ha la sola intenzione di ferirlo, per evitare di essere io quello ad essere nuovamente ferito.
L'ultima cosa che vedo prima di lasciarlo da solo nel bagno, sono i suoi occhi rossi in cui leggo un oceano di sofferenza e di dolore che non riuscirò presto a dimenticare.

Le cicatrici del passato Where stories live. Discover now