Capitolo 17

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-sei pronto?-mi chiede Steven, incrociando i suoi occhi chiari nei miei, mentre ci troviamo davanti a quello che dovrebbe essere il luogo indicato da James per la festa.
Sospiro, passando lo sguardo dai nostri completi eleganti alla villa enorme che si staglia davanti a noi, cercando di abbozzare infine un sorriso-si facciamolo-
Ed è così che io e Steven facciamo il nostro ingresso e ci ritroviamo in un enorme salone gremito di gente.
Mi guardo intorno e noto un grande bancone con sopra leccornie di ogni tipo che al solo sguardo mi fanno brontolare lo stomaco.
-eccoti-mi si para davanti James accompagnato dal suo inseparabile fidanzato.
-sei arrivato finalmente! Vieni immediatamente con noi che ti dobbiare presentare delle persone importanti-mi ordina il mio capo senza degnare di uno sguardo Steven.
Io lo guardo a bocca aperta, senza riuscire ad emettere un suono. Il mio cuore non si è ancora ripreso dalla vista di James con uno completo nero addosso e i capelli sistemati all'indietro. È così bello da fare male.
Li seguo silenziosamente, rimanendo in disparte e promettendo a Steven che sarei ritornato al più presto.
Il solo venderli insieme a camminare e a sorridersi reciprocamente, mi fa venire immediatamente voglia di scappare e di andarmene via da questo posto, ma cerco di ripetermi che si tratta di lavoro e che quindi devo resistere a questa serata.
Dopo aver passato più di mezz'ora a seguire james e mark per salutare personaggi illustri e importanti nell'ambito del marketing e della pubblicità, finalmente iniziano ad aprire le danze e io ne approfitto per svignermela e ad andare a prendermi qualcosa da bere.
-sei tornato-mi saluta Steven, porgendomi un calice di vino.
-mi dispiace di averti abbandonato, spero che tu non ti sia annoiato troppo-lo ringrazio sorseggiando la mia bevanda.
-no tranquillo, mi sono guardato intorno e ho visto qualcosa di molto interessante-alza gli occhi per indicare un enorme cartellone pubblicitario in cui sono raffigurato io e gli altri due collaboratori giapponesi in costume da bagno.
-dio che imbarazzo, non pensavo l'avrebbero sistemato qui in formato gigante-ridacchio.
-mm adesso capisco perché james è impazzito quel giorno e ti ha baciato:sei dannatamente eccitante in costume da bagno-mi fa l'occhiolino.
-heii, che fai filtri con me?
-non posso? -alza un sopracciglio lui.
-direi di no-gli faccio la linguaccia, mettendogli un braccio intorno alla spalla.
Nel frattempo nella sala cominciano a risuonare le dolci note di fix to you dei coldplay.
Chiudo gli occhi pensando a quanto amavo questa canzone da ragazzino e a quante volte avevo fantasticato di ballarla insieme a James, abbracciati l'uno all'altro senza mai smettere di guardarci negli occhi.
Il mio sguardo immediatamente ricerca il soggetto dei miei pensieri e lo trova a pochi metri da noi.
I nostri sguardi si incrociano per qualche minuto, quando mi accorgo che lui e Mark stanno entrando in pista per ballare proprio questa canzone.
Sento il cuore disintegrarsi in piccoli pezzi nel momento in cui si avvicinano l'uno all'altro e incominciano a ballare un lento, tenendosi stretti.
Quasi non sento Steven che mi chiama, perché non riesco a distogliere lo sguardo da quella scena così dolorosa per il mio cuore.
-ti va di ballare? - mi rivolge un sorriso dolce il mio accompagnatore, dopo aver assistito anche lui alla medesima scena.
Annuisco e mi lascio trascinare a contatto con suo corpo e a ritmo di musica.
-su fammi un sorriso, non ti voglio vedere così-
-non è così facile-
-lo so, ma pensa che è il tuo corpo mezzo nudo affisso in formato gigante, non quello di quel coglione Mark. Se lo può sognare un corpo come il tuo quello li-cerca di sollevarmi il morale.
-ma lui ha qualcosa che io non ho..-gli rispondo, rivolgendo lo sguardo verso i due miei due capi che ballano-james-sussurro l'ultima parola cercando di mandare giù l'enorme groppo che avevo il gola.
-non fare così Ryan, adesso ci sono io con te-si avvicina e cerca di farmi il solletico sui fianchi ed il risultato è che comincio a dimenarmi e a ridere ad alta voce, facendo girare una buona parte degli invitati.
-okei basta ho recepito il messaggio-gli faccio un sorriso a 32 denti.
-così si ragiona-ricambia il sorriso-dai torniamo a ballare-
Fortunatamente le successive canzoni che misero erano pop, così io e Steven le abbiamo trascorse scatenandoci e ridendo come due matti a tempo di musica.
Non so come farei senza questo ragazzo che ormai c'e sempre per me, davvero non lo so.
Ad un certo punto però il mio accompagnatore si blocca in mezzo alla sala e comincia a scrutare un punto fisso davanti a se, senza più dire una parola.
-che succede?-gli chiedo preoccupato dal suo repentino cambio d'umore.
-è.. é lui.. é qui-
Seguo la direzione del suo sguardo verso un ragazzo non molto alto, magro e con i capelli castani e ricci che immagino sia Max, il suo ex ragazzo che parla fitto fitto con un ragazzo molto più alto di lui, con i capelli corti e neri. Entrambi sono decisamente molto attraenti.
-calmati, cerca di respirare-lo attiro a me, dopo aver notato lo smarrimento e la paura nei suoi occhi.
-che ci fa lui qui e chi è quello? -mi sussurra in modo quasi disperato.
-non lo so Stevan.. davvero non lo so, ma forse dovresti scoprirlo-
-non penso di potercela fare-
-hei guardami negli occhi-lo attiro a me, facendo incrociare i nostri sguardi-certo che puoi farcela, perché ci sono io qui con te. Forza seguimi-
Lui annuisce e mi segue abbassando lo sguardo.
-salve-mi paro davanti a quello che deve essere Max e all'altro ragazzo sconosciuto-io sono Ryan Smith e lavoro da qualche mese all'Holding Corporation e voi chi siete? Da quale agenzia venite? - gli sorrido,porgendoli la mano.
-piacere di conoscerti, io sono Logan Green e lavoro per la Grey Industries and learning, mentre lui è Max Harrison, il mio ragazzo-mi risponde il ragazzo più alto,stringendomi la mano, seguito a sua volta da Max.
Gli do una leggera gomitata a Steven che finalmente alza gli occhi dal pavimento e con la voce più dura che gli ho mai sentito pronunciare, si presenta-io sono Steven McCain, un caro amico di Ryan-calca sulle ultime parole, guardando dritto negli occhi di Max che appena lo riconosce sobbalza.
-Steven-sussura, cercando di guardare altrove tranne che il suo interlocutore-come stai?-
-sto benissimo e anche tu vedo che te la passi bene-gli risponde con una voce dura-felice di averti rivisto, ma ora dobbiamo andare. Vi auguro una buona serata-mi prende a braccetto e mi trascina lontano da li sotto lo sguardo shookkato di quest'ultimo, dandomi a malapena il tempo di salutarli.
Steven si dirige verso il bancone e comincia a bere alcolici con uno sguardo perso nel vuoto.
-basta così-lo blocco dopo l'ennesimo cocktail-non voglio passare la serata a vederti vomitare in un angolo-
-allora lasciami qui,lasciami da solo come fanno tutti ormai-piagnucola.
-io non sono tutti e dopo tutto quello che hai fatto per me, adesso è arrivato il mio turno di aiutarti, non pensare nemmeno che io mi tiri indietro adesso-gli sorrido.
-Ryan-sussurra mentre le lacrime cominciano a scendere dal suo volto-perché fa così male? Perché?? -
-perché purtroppo l'amore è così: arriva quasi a farti toccare il cielo con un dito e poi un minuto dopo ti fa sprofondare 10 metri sotto terra-
-ma..io lo amo ancora.. Com'è possibile?com'è possibile che non passi? - mi chiede con la voce rotta dal pianto.
-non lo so.. Il problema è che forse certe persone non passeranno mai, l'unica cosa che possiamo fare è abituarci alla loro assenza e basta - gli rispondo guardando verso james che era intento a parlare con mark vicino alla pista da ballo.
Lui non mi risponde e continua a piangere in silenzio, fino a che non decido di fregarmene di essere in un luogo pubblico e lo attiro a me, stringendolo forte e accarezzandogli i capelli.
-andrà tutto bene, andrà tutto bene -gli continuo a ripetere, fino a che non si calma, cullato dalla mia voce e dalle mie braccia.
Quando mi stacco da lui noto che un sacco di persone ci stanno fissando, compresi james e mark, ma mentre il primo mi sta trafiggendo con lo sguardo, il secondo increspa le labbra in un ghigno soddisfatto. Razza di stronzo!
-andiamo a casa-gli comunico a Steven, prendendolo a braccetto, in un tacito invito di fermarsi a dormire a casa mia.
-te ne vai di gia? - mi si para davanti James, notando la faccia sconvolta di Steven e le nostre braccia intrecciate.
-perché adesso ti interessa cosa faccio?-gli rispondo con un tono duro.
Lui ignora la frecciatina e mi risponde-la serata è ancora lunga, non te ne puoi andare, sei uno dei principali esponenti di questa campagna pubblicitaria-
Sospiro-ho già salutato e ringraziato a chi di dovere, ma adesso la cosa più importante per me è stargli accanto. Buona serata James- me ne vado lasciandolo di stucco.

-mi dispiace di averti rovinato la serata-mi sussurra steven strofinandosi gli occhi, quando siamo arrivati a casa mia.
-stai tranquillo, la serata faceva comunque schifo anche prima-gli rispondo, tornando con la mente alla scena di james e mark che ballavano insieme avvinghiati,cercando di ignorare il dolore sordo che stava provenendo dal mio cuore.
Preparo un thé caldo per entrambi, prima di prepararci ad andare a letto.
-davvero posso dormire con te? Non hai paura che ti faccia qualcosa mentre dormi? - mi prende in giro lui, facendomi abbozzare un sorriso, perché voleva dire che finalmente aveva riacquisto almeno un po' il buonumore.
Mi sdraio affianco a lui nel letto e gli rispondo-nello stato in cui sei ora, forse è più probabile che sia io a fare qualcosa a te-ridacchio.
-siamo proprio senza speranza-sospira lui, ripensando probabilmente a Max.
-lo so, siamo due disastri, ma per fortuna che ci siamo trovati-gli sorrido.
Spengo la luce e mi raggomitolo su un lato, cercando di chiudere gli occhi, fino a quando sento delle braccia che mi stringo la vita e una voce triste che mi sussurra-posso tenerti stretto solo per stanotte?-
-ma certo-sussurro dolcemente, accoccolandomi ancora di più a lui e chiudendo gli occhi, fino ad abbandonarmi tra le braccia di morfeo.

Le cicatrici del passato Where stories live. Discover now