Capitolo 1

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Un suono assordante mi rimbomba nella testa. Con gli occhi ancora mezzi chiusi, allungo le braccia per prendere il telefono e spegnere la sveglia.
Guardo l'ora sul display che segna le 7:20 del mattino! Oh cazzo! Ho esattamente 40 minuti per tornare a casa, farmi la doccia e rendermi presentabile per iniziare il mio primo giorno di lavoro.
Esattamente 3 giorni fa mi hanno chiamato dalla Holding Corporation, una delle più grandi agenzie pubblicitarie di New York per dirmi che avevo superato il colloquio che avevo fatto la settimana scorsa e per chiedermi se potevo cominciare a lavorare subito. Inutile dire che ho accettato immediatamente.
Mi alzo svogliatamente dal letto, sentendo il calore di un corpo caldo accanto al mio.
Mi giro per guardarlo e per fortuna lo sconosciuto accanto a me dorme beatamente a pancia in giù appoggiato sul cuscino, senza accorgersi di niente.
Devo ammettere che è proprio un bell'uomo:alto, magro, con gli occhi castani e la carnagione scura. Proprio quelli che preferisco sottomettere.
Infatti dopo questa notte bollente, l'unica cosa rimasto a coprirlo é il leggero lenzuolo che gli scalda metà corpo.
Ma già com'é che si chiama? Devo smetterla di bere e andarmi a scopare gli sconosciuti nei locali.
Non fraintendetemi, questo non vuol dire che voglio smetterla di andare a letto con uomini diversi, ma almeno dovrei darci un taglio con l'alcool.
Perlomeno il mio primo giorno di lavoro. Dio non posso permettermi di arrivare in ritardo.
Camminando con passo felpato raccolgo le mie cose per non farmi sentire dal mio amante dormiente e mi vesto frettolosamente.
Fortunamente in poco tempo riesco ad arrivare a casa per farmi una doccia veloce, mangiare due biscotti al volo e vestirmi in modo adeguato per questo lavoro. L'outfit che mi hanno obbligato a mettere consiste in un paio di pantaloni neri eleganti, abbinati con una camicia bianca e una giacchetta elegante a sua volta nera, accompagnati da dei mocassini.
Mi do un ultima occhiata fugace allo specchio, osservando il mio corpo muscoloso stretto nel completo nuovo e i miei capelli castani corti, tirati indietro dal gel.
A volte quando mi guardo allo specchio non riesco ancora a credere di essere io quello che vedo riflesso, fino alle superiori ero un ragazzo basso, gracile, occhialuto e con i capelli indomabili. Senza contare che ero timido e impacciato,mentre adesso non c'e nemmeno più l'ombra di quel ragazzino che aveva paura di vivere. Adesso quello che vedo è solo un uomo attraente grande e grosso che non ha più paura di niente, perché ormai non c'e più niente che possa ferirlo.
Dopo essermi preso un aspirina, a causa dei continui crampi alla testa a causa dell'alcool, mi fiondo letteralmente fuori di casa per prendere la metro e dirigermi a lavoro.
Dopo essere arrivato nel mio nuovo posto di lavoro che consiste in un grande grattacielo che avrà minimo 50 piani, mi viene incontro una donna di mezza età, ben vestita con i capelli legati in un alto chignon-tu devi essere Ryan Smith il nuovo assunto della nostra azienda -mi tende la mano che io prontamente stringo-benvenuto alla Holding Corporation. Il tuo ufficio è collocato nel corridoio destro del 25esimo piano. Mi segua che le mostro dov'e-
Annuisco e la seguo in un enorme ascensore di vetro. Ma c'e qualcosa che non sia enorme in questo posto?
Arrivati al piano indicato, percorriamo un lungo corridoio, fino a che la donna non si ferma e apre la porta di una stanza.
-questo da oggi sarà il suo ufficio. Qui potrà disporre di tutti gli strumenti che gli serviranno per lavorare. Nel computer le ho lasciato una cartella con scritte tutte le indicazioni del lavoro che dovrà svolgere oggi che principalmente si tratterà di fare qualche telefonata e di correggere alcuni documenti. Più tardi oppure domani mattina, verrano a farle visita il capo e il vicecapo dell'azienda per presentarsi e per chiarirle ogni suo eventuale dubbio. Se percorre il corridoio fino alla fine troverà la mensa e la stanza relax, dove potrà gustarsi un buon caffè. Inoltre al 40esimo piano disponiamo di una piscina, una palestra e una stanza dei massaggi che potrà utilizzare durante la pausa o alla fine del suo turno.
La prego di non usufruirne in orario lavorativo, il nostro capo è molto fissato con le regole, le conviene rispettarle-mi elenca in modo professionale,prima di dileguarsi e lasciarmi da solo nella stanza.
Ma dove diamine sono finito?
Mi guardo intorno per osservare quello che da oggi sarà il mio nuovo ufficio.
Le pareti sono colorate di beige e l'arredamento è abbastanza sobrio, composto da un enorme scrivania con un computer, una sedia girevole e una televisione. Ma cosa dovrebbe mai servire una televisione a lavoro?
Inoltre la stanza è molto spaziosa e di fronte alla scrivania è posizionato un grande vetro che si affaccia verso la città, regalandomi una vista mozzafiato:i grattacieli di New York si stagliano in tutta la loro grandezza,mentre il fiume Huston scorre calmo nella sua foce.
Quanto amo questa città con i suoi edifici alti, la moltitudine di gente di ogni etnia che cammina per le strade e le numerose attrazioni turistiche.
Qui finalmente mi sento a casa.
Rimango per minuti interi con lo sguardo fisso sul vetro, prima di sistemarmi sulla sedia girevole, accendere il computer e incominciare finalmente a lavorare.
Le ore trascorrono in fretta e senza che nemmeno me ne rendo conto, si fa l'ora di pranzo.
Spegno il computer e mi dirigo vero l'area relax che brulica di gente. Mi prendo solo un caffè e un insalata di pollo dalle macchinette per tenermi leggero, così da non farmi venire l'abbiocco post-pranzo e mi sistemo davanti ad un tavolino vuoto, per trangugiare il mio pasto in tutta tranquillità. Sollevo lo sguardo quando un uomo sulla quarantina con i capelli biondo cenere e una donna magra con i capelli scuri e ricci che avrà circa la mia età si parano davanti a me.
-tu sei nuovo vero? - si rivolge a me l'uomo sconosciuto-io sono Dylan e lei è Vanessa-indica la ragazza di fianco a se-lavoriamo entrambi al 25esimo piano-
-io sono Ryan piacere-gli sfodero il mio miglior sorriso-e sì ho cominciato a lavorare qui giusto qualche ora fa. Avete qualche consiglio da darmi?-
-hai scelto le persone giuste a cui chiederlo, noi siamo sempre informati sui gossip qua dentro-mi risponde la donna, mettendosi a posto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-ditemi tutto-gli indico i posti di fianco a me.
Loro si accomodano e Vanessa è la prima a prendere la parola.
-Tutto sommato questo è un bel posto  e ti trattano più che bene se svolgi bene il tuo lavoro, ma devi fare bene attenzione a non inimicarti il capo. Ho sentito dire che in un mese è riuscito a licenziare più di 10 dipendenti-
Lo guardo aggrottando le ciglia-é un uomo così severo?-
-così dicono-mi risponde Dylan-grazie a dio non abbiamo mai avuto a che fare con lui. L'unico con cui abbiamo avuto contatti è stato il vicedirettore e lui è un uomo un po'piu clemente-
-la segretaria mi ha detto che o il capo o il vicecapo verranno da me a presentarsi oggi, ma visto quello che mi state raccontando, spero vivamente di non dover avere a che fare con il capo. Non sopporto le persone scorbutiche e autoritarie-sbuffo.
-tranquillo-mi da una pacca sulla spalla il biondo-è quasi impossibile che si presenti il capo, non si fa mai vedere in giro, dicono che è sempre rinchiuso nel suo ufficio a lavorare-
-forse avrai l'opportunità di incontrarlo durante le riunioni che si terranno una volta a settimana e detto tra noi lo spero per te-mi sussurra Vanessa.
-e perché mai gli chiedo? -
-perché è un gran pezzo di manzo. Ha solo 26 anni, ma ha già ereditato un enorme impero dalla sua famiglia 4 anni fa e grazie alla sua bravura e alla sua intelligenza é  riuscito ad arrivare molto in alto. Poi ha degli occhi meravigliosi-mi dice con aria sognante.
-mi sa che caschi male-gli risponde Dylan-secondo me è gay-
-perché lo dici?-mi interesso io.
-perché nessuno lo ha mai visto insieme ad una donna ed è sempre molto riservato sulla sua vita privata-
-uffa-sbuffa lei-magari è solo molto riservato-
-mi avete fatto venire voglia di conoscerlo questo gran capo-esclamo ridendo.
Finita la conversazione saluto i miei nuovi colleghi e mi rintano in ufficio per finire il lavoro che dovevo svolgere.
5 minuti prima della fine del mio turno, spengo il computer e comincio a mettermi il giubbotto.
In quel momento qualcuno bussa alla porta.
-avanti-rispondo
Un uomo alto e decisamente attraente si dirige verso di me.
-buonasera, io sono James Williams, il direttore della Holding Corporation. Volevo darti il benvenuto nella nostra azienda -mi tende la mano.
-grazie, io sono il nuovo dipendente Ryan Smith-gli stringo la mano,senza soffermarmi troppo su quel nome fin troppo familiare.
In quel momento la mia mano contro la sua viene invasa da una potente scossa elettrica e da una sensazione di benessere che non provavo più da tantissimi anni.
Alzo lo sguardo e mi accorgo che i suoi enormi occhi verdi cercano di scrutarmi dentro e in quel momento perdo il contatto con la realtà.
Quegli occhi. Quei dannati occhi che mi hanno straziato l'anima anni fa.
Non può essere lui, è impossibile. Deve trattarsi per forza di qualcun altro. Però quegli occhi sono i suoi. Li riconoscerei tra mille.
-Ryan Smith eh? - continua, squadrandomi dalla testa ai piedi-avevo sentito dire che c'era un nuovo dipendente che si chiamava così, ma volevo verificarlo con i miei occhi-
-e adesso che l'hai fatto? - lo affronto a testa alta.
-ho capito di essermi sbagliato. E comunque abbassati i toni, se non vuoi essere sbattuto fuori di qui già dal tuo primo giorno di lavoro-
-non ho più paura di te-gli rispondo alzando la voce.
-non puoi essere tu-esclama con la voce incrinata-la persona che conoscevo era totalmente diversa-
-la persona che conoscevi-mi avvicino a lui-non esiste più-
-io non ne sarei così sicuro-mi provoca, avvicinando le sue labbra alle mie-se solo volessi tu saresti già mio-
-non provare a toccarmi-ringhio,aumentando la distanza che c'e tra noi-non voglio più avere niente a che fare con te. Mi hai già fatto del male, una volta non ti permetterlo di rifarlo ancora. Resta fuori dalla mia vita James, ti avverto-
Il corpo mi brucia dalla rabbia, mentre lui mi risponde-e come pretendi che io lo faccia? Fino a prova contraria sono il tuo capo-sogghigna.
-infatti il nostro rapporto si limiterà a questo:una relazione strettamente professionale tra capo e dipendente nulla di più-
-questo lo vedremo-mi scruta con quei suoi dannati occhi-ti do tempo qualche settimana e mi implorerai di scoparti come facevi un tempo-
-non lo farò mai, nemmeno se fossi l'ultimo uomo rimasto sulla terra e adesso se non ti dispiace me ne vado a casa che è tardi-
Faccio per uscire dalla porta quando lui mi sussurra avvicinandosi-a presto Ryan-
Esco dall'edificio furioso e con il cuore  in subbuglio.
Perché dovevo ritrovarmi proprio lui come capo? Perché?
Non lo perdonerò mai per quello che mi ha fatto. Lo odio con tutta l'anima.
Tutto quello che è successo é stata colpa sua, solo sua.

Le cicatrici del passato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora