Capitolo 12

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Mi siedo per sorseggiare il mio solito caffè mattutino, aspettando l'arrivo dei miei due colleghi non che ormai grandi amici con lo sguardo assorto nel vuoto, mentre un raggio di sole fuoriesce dalla finestra della mensa, illuminando l'intero salone e preannunciando un'altra bellissima giornata di sole.
Anche se dato il mio umore, avrei preferito la pioggia, nono essa porti con se troppi vecchi ricordi legati a James.
Sospiro, cosa avrà intenzione di combinare Steven? Sono ancora stordito dalla nostra conversazione di ieri, dal modo in cui ho letto il dispiacere e la tristezza nei suoi occhi, dalla determinazione che ha dimostrato di provare nei miei confronti, ma soprattutto dal modo in cui io ho ceduto alla sua insensata proposta. Cosa diamine mi è passato per la testa? Prima di prendere certe decisioni dovrei imparare a contare minimo fino a 10, almeno adesso non mi troverei con un ulteriore futuro problema da risolvere, come se il mio cuore spezzato non fosse già abbastanza.
Alzo lo sguardo, intravedendo i miei amici avvicinarsi verso di me, ma non faccio neanche tempo a dargli il buongiorno che dietro di loro sbucano James e Mark.
Cerco di nascondere la mia rabbia e il mio disgusto, non c'era sicuramente miglior modo di rovinare la mia giornata già dal mattino presto, trovandomi davanti le ultime due persone che avrei voluto vedere sulla terra.
-Dylan, Ryan, siete pregati di seguirci alla riunione-tuona la voce di James.
-su quale argomento si discuterà? - si informa Dylan, attento.
-della nostra collaborazione con un'agenzia giapponese con cui abbiamo firmato un contratto pochi mesi fa. Vi faremo sapere tutto nel dettaglio durante la riunione-
Il mio amico annuisce, mentre io continuo a non proferire parola, senza incrociare lo sguardo con nessuno, ben che meno con Mark che continua a lanciarmi occhiataccie, senza emettere un suono.
Salutiamo frettolosamente Vanessa, promettendole di vederci nella pausa pranzo e li seguiamo verso la sala riunioni.
-stai bene Ryan?-mi chiede Dylan, mentre camminiamo a due passi dietro di loro.
-si perché? -
-è da due giorni che ti vedo andare avanti solo a caffè, senza toccare cibo -
Sbuffo, anche lui che insiste con questa storia, non ci posso fare niente se quando sto male non riesco più a mandare giù nulla.
-sto bene, è solo che non ho molto appetito-borbotto.
-sarà ma secondo me tu non me la racconti giusta-mi scruta, lanciando un occhiata verso la figura di James che invece di accomodarsi di fianco a Mark che si era già seduto nella sala, ci sbarra la strada per entrare.
-vorremmo entrare-sbotto infastidito.
-prego-si sposta, facendo passare solo Dylan che mi lancia un sorrisetto.
-che diamine vuoi?lasciami passare-
-cos'hai? Stai male?-mi guardo con uno sguardo preoccupato.
-sto benissimo-mento-e ora spostati per favore-
-allora perché non mangi?-
-che c'è ora origli pure i discorsi altrui?-
-eri dietro di me, come avrei potuto non ascoltare? -
-mi sembravi abbastanza impegnato in una conversazione per prestare attenzione a me-
Alza gli occhi al cielo-non hai risposto alla mia domanda-
-e non ho intenzione di farlo-
-per quanto hai intenzione di comportati ancora così? -
-mm fammici pensare, nei tuoi confronti direi probabilmente fino alla morte, quindi spostati perché da me non otterrai niente-
-non capisco perché ti comporti in questo modo-mi scruta con uno sguardo arrabbiato-non capisco davvero cosa ti passi per la testa-
-forse è ora di farti un esame di coscienza James e di capirlo da solo-
Lui sbuffa, frustrato, ma mi lascia finalmente passare dopo che nota che si stava formando la coda dietro di noi per entrare.
Lui si sistema vicino a Mark, mentre io mi accomodo affianco a Dylan.
-tutto apposto? - mi chiede quest'ultimo-l'ho vista brutta-
-solita routine, con lui è sempre un continuo battibeccare-
-ed è per questo che ti piace tanto?-mi sorprende lui.
-probabilmente si-gli sorrido, guardando nella direzione di James, attirando lo sguardo del suo fidanzato su di me che mi minaccia con lo sguardo, mentre io sogghigno. Non mi fa per niente paura quello li!
La riunione trascorre velocemente tra il capo e il vicecapo che si passano la parola per illustrarci quale sarà il lavoro da fare per il nuovo progetto nelle prossime settimane.
Io fremo eccitato quando ci annuncia che i nostri collaboratori Giapponesi verranno a farci visita tra qualche settimana e io non vedo l'ora di incontrarli e di approfondire la loro cultura. Ho sempre adorato il Giappone con i sui templi buddisti, i suoi costumi e le sue usanze, per non parlare dei suoi festival e della sua industria dei manga e degli anime,con cui ci hanno costruito un impero, guadagnandosi una fortuna.
Per la prima volta dopo tanto tempo, mi brillano gli occhi per la felicità e il mio amico se ne accorge, rivolgendomi un sorriso, anche lui contento di avere degli ospiti orientali nell'azienda.
Finita la riunione, ci dirigiamo in mensa per comunicare anche a Vanessa la novità e per tutta la pausa pranzo non facciamo che parlare di questo, tanto che per una volta consumo finalmente un pasto sostanzioso a base di carne e verdure, non contenendo la mia felicità.
Ritorno nel mio ufficio e soddisfatto mi immergo a lavorare nel nuovo progetto per delle ore, tanto che non sento neanche il rumore della porta che si apra.
-e questi che diamine sono? - urla una voce, facendomi quasi cadere dalla sedia per lo spavento.
Alzo lo sguardo, cercando di far riprendere regolarmente i battiti del mio cuore e mi trovo la figura di James con il volto increspato in una smorfia, mentre nella mano destra tiene un mazzo di rose rosse.
-e io chenneso-gli rispondo, facendo spallucce.
-sono per te-ringhia, lanciandomeli addosso con rabbia.
Per fortuna riesco a prenderli al volo, li osservo attentamente e mi accorgo che attaccato ad essi c'e un bigliettino che leggo ad alta voce-lo so che queste rose non valgono niente in confronto alla tua bellezza, ma purtroppo non esiste niente al mondo che possa eguagliarla.
Tu sei un fiore raro Ryan e io farò di tutto per coglierti e per farti diventare mio.
Tuo, Steven Mccain-
Fisso il biglietto incredulo con aria sconcertata. Non ci credo che l'ha davvero fatto, non può essere vero, ma me lo sarei dovuto aspettare dato che ho acconsentito io stesso a questo folle piano. Ormai il dado è tratto.
Finalmente trovo il coraggio di alzare lo sguardo e quello che vedo dipinto negli occhi di James è pura rabbia.
-mi spieghi perché cazzo Steven McCain ti ha consegnato dei fiori e un biglietto d'amore, che oltretutto sono stati recapitati a me?-
Quasi mi viene da ridere, è proprio furbo il ragazzo, non c'e che dire.
-non ne ho idea-faccio il finto tonto.
-Ryan-si avvicina a me con il viso rosso dalla rabbia-non mi pigliare per il culo. Che cazzo stai facendo? Ti rendi conto che quell'uomo ti ha fatto passare l'inferno?? Non puoi dirmi che adesso te lo scopi!!-alza la voce.
-ah certo perché per te si riduce tutto a questo? Qualunque uomo mi passi davanti, per te io sono già li pronto a scoparmelo! Sono contento che è questo quello che pensi di me-gli urlo addosso, con il cuore che comincia a diventare pesante e carico di dolore.
-sei tu che mi induci a pensarlo, lo hai ammesso anche tu che vai nei locali a scoparti gli uomini-mi sbraita contro.
-e non pensi che io possa essere cambiato? Non penso che anche io abbia dei sentimenti? Non pensi che la mia vita possa ruotare attorno a qualcosa che non sia il sesso per una volta?-gli urlo quasi sull'orlo delle lacrime.
Mi guarda negli occhi per interi secondi in silenzio, senza sapere cosa dire, cercando di leggermi dentro, cercando di capire cosa provo.
-ed è così?-mi sussurra a bassa voce.
-non sono andato a letto con Steven se è quello che mi stai chiedendo e nemmeno con qualsiasi altro uomo da quasi un mese-mi lascio sfuggire, cercando di ottenere una sua reazione.
-perché? -esce solo dalla sua bocca.
-perché ho capito che ci sono cose molto più importanti del sesso-
-quindi lui ti interessa davvero? Come può essere possibile dopo tutto quello che ti ha fatto?-mi chiede di nuovo arrabbiato.
È quello che mi chiedo io su di te, tutti i giorni da quanto ti ho rincontrato, penso malinconico, ma purtroppo non riesco ancora a darmi una risposta.
Forse il problema è che per me tu resti incancellabile, qualsiasi cosa accada.
-lui è pentito, sinceramente pentito e vuole solo rimediare ai suoi errori-decido di dirgli la verità.
-come puoi fidarti di lui? E poi è palese che stia cercando di conquistarti, non ci arrivi da solo?-
-certo che ci arrivo, ma sai una cosa: forse non mi dispiace per niente-glielo dico guardandolo dritto negli occhi con l unica 'intenzione di fargli del male come lui ne ha fatto a me.
-non puoi dire sul serio!!-sbotta, arrabbiato-tu non puoi uscire con lui, non puoi! -
-e invece posso e ho tutta l' intenzione di farlo-sogghigno, spingendolo fuori dalla porta del mio ufficio-ah ti ringrazio per avermi portato i fiori, sei stato molto gentile-
-te ne pentirai-mi urla, sparendo per il corridoio, facendomi sentire finalmente vittorioso e soddisfatto.
Forse il piano di Steven non è poi così male ed il bello è che siamo ancora all'inizio.
Il meglio deve ancora arrivare.

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