Capitolo 14

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Mi presento davanti a Yakko restaurant con 10 minuti di anticipo e con indosso un bel completo blu abbinato ad una camicia bianca e ad una cravatta anche essa blu che Nancy aveva insistito di farmi indossare, prima di venire qui.
È stato una guerra scegliere il completo perfetto per la serata con lei che mi bocciava tutti i vestiti che provavo nei negozi, ma alla fine c'è l'abbiamo fatta a trovare l'outfit ideale per questa occasione e io mi sento davvero soddisfatto.
James si trova già lì davanti al ristorante, con indosso anche lui un vestito elegante che lo rende se possibile ancora più bello del solito ed è intento a parlare con quattro uomini che devono essere senza dubbio i nostri collaboratori giapponesi, visto i loro tratti orientali.
Mi avvicino, sfoderando un sorriso e mi presento-salve a tutti, piacere di conoscervi, io sono Ryan Smith, un dipendente della Holding Corporation e parteciperò insieme a voi al nuovo progetto pubblicitario-
Mi inchino invece di stringergli la mano, ricordandomi che è un usanza usata frequentemente in Giappone, durante il momento dei saluti. Per loro rappresenta una forma di rispetto.
-il piacere è tutto nostro Ryan Smith-mi saluta nella mia lingua inchinandosi a sua volta quello che deve essere il direttore della loro azienda-io sono Usui Akihito, il direttore della Sakura & Co-si presenta infatti-lui è Izumi Yashiro, il vicedirettore, mentre loro sono Itou Kobashi e Yui Tanaka i miei due dipendenti che si occuperanno della parte produttiva del progetto -indica prima un uomo sulla quarantina come lui, poi due giovani che avranno all'incirca una ventina d'anni, che si inchinano a loro volta, quando il loro capo pronuncia i loro nomi e cognomi.
-che ne dite entriamo? Io comincio ad avere fame-ci chiede il loro capo.
-certamente-gli risponde James, facendoli entrare per primi e annunciando al cameriere il nostro arrivo.
Non appena ci hanno sistemato in un tavolo io mi accomodo vicino a James e uno dei ragazzi più giovani, mentre di fronte a noi si siedono i direttori e l'altro ragazzo.
-Mark non c'e?-gli chiedo a James sottovoce, esultando interiormente.
Mi ero già preparato psicologicamente a dover affrontare una serata orrenda per colpa sua, invece di lui non c'e proprio traccia.
Non che questo mi dispiaccia ovviamente, anzi tutt'altro.
-no lui non si occuperà di questo progetto, ne ha già un altro molto importante per le mani,perché ti interessa? - mi chiede, alzando un sopracciglio.
-per sapere, dato che che è il vicedirettore, pensavo sarebbe stato presente tutto qui-gli sfodero un sorriso innocente.
Comincio a sfogliare il menu e decido di ordinare il sushi, mentre 2 di loro ordinano il ramen e gli altri dei piatti a base di carne o di pesce, mentre James sceglie di prendere degli involtini primavera.
-allora prima ti inchini, poi ordini il sushi come un vero giapponese, scommetto che ne sai molto sulla nostra cultura, vero?-mi chiede il ragazzo seduto a fianco a me,mentre ci arrivano i piatti e cominciamo a mangiare.
-be si-mi gratto la testa imbarazzato- a dire il vero sono un vero appassionato della cultura nipponica, il Giappone è il mio sogno da tutta una vita-gli sorrido con gli occhi sognanti.
-allora vorrà dire che ti aspetteremo in Giappone per una nuova collaborazione-mi sorride il capo.
-mi piacerebbe moltissimo signor Akihito, ma per me è già un onore partecipare a questo progetto con voi-
-suvvia, non faccia il modesto. Ho ottime aspettative su di voi, ma anche su di lei signor Williams-
-la ringrazio, spero di non deludere le vostre aspettative-gli risponde cortesemente James, tagliando i suoi involtini.
La cena trascorre in modo piacevole con James che discute degli ultimi dettagli con i direttori, mentre io chiacchiero con scioltezza con i due ragazzi più giovani, parlando del Giappone e della sue attrazioni.
-non pensate anche voi che sia perfetto?-si rivolge ad un certo punto il vicedirettore al direttore giapponese, guardando verso la mia direzione.
-mmm-mi scruta attentamente lui-in effetti hai ragione, saresti perfetto-mi dice apertamente.
-di cosa parla signor Akihito? - gli chiede James, dando voce ai miei pensieri.
-secondo noi il signor Smith è perfetto per la pubblicità che vogliamo girare: occhi di ghiaccio, capelli scuri, alto, muscoloso, giovane e fresco, incarna esattamente gli ideali occidentali che vorremo affiancare a quelli orientali, rappresentati dai nostri giovani qui presenti-indica con lo sguardo Itou e Yui-siamo sicuri che lei sarà altamente competente riguardo all'aspetto tecnico della pubblicità, ma ci piacerebbe che lei facesse parte anche della parte produttiva, se non è troppo disturbo per lei o un problema per il vostro capo. Cosa ne pensate? - si rivolge guardando attentamente , prima me e poi James, in attesa di una risposta.
-penso che sia giusto che Ryan scelga da solo se se la sente o meno di fare questo cosa. Io gli darò in qualunque caso tutto il mio appoggio-gli comunica lui serio.
-in questo caso, qual'e la tua risposta signor Smith? -
-accetto, senza dubbio-gli rispondo entusiasta e felice come non mai.
Da anni sono ormai consapevole di essere considerato dalla società un uomo attraente e di bell'aspetto, ma questo va ben oltre le mie aspettative, non avrei mai immaginato che dei collaboratori internazionali mi avrebbero mai scelto per recitare nella loro pubblicità, mi sento davvero onorato e soprattutto fiero di me stesso, di aver plasmato il mio corpo e la mia anima, diventando ciò che sono ora e allontanandomi definitivamente dall'immagine del ragazzino magrolino e impaurito che ero.
Ora non ho più paura di affrontare il mondo e tutte le opportunità che esso mi offrirà.
-perfetto. Domani parleremo dei dettagli, di cosa dovrà dire e di cosa dovrà indossare. Avete già deciso la location?-si informa, rivolgendosi a James.
-c'e un lago poco fuori citta, ritengo sia perfetto per l'ambientazione che vogliamo creare. Domani vi farò vedere le foto che ho nel mio ufficio , ma sono certo che ne resterà compiaciuto-
Verso le 22:30, i nostri collaboratori giapponesi si scusano, comunicandoci che sono stanchi e che vorrebbero fare ritorno in hotel.
Li salutiamo, mentre prendono un taxi, promettendoci di vederci l'indomani in ufficio.
Rimaniamo solo io e James a scrutarci negli occhi, fino a quando lui non decide di rompere il silenzio-torni in metro?-si informa.
-no tranquillo, ci penso io ad accompagnarlo a casa-gli risponde al mio posto la voce di Steven che sbuca davanti a noi.
Dovevo immaginarmelo che sarebbe venuto a prendermi quando gli ho raccontato della cena, non perde nemmeno un secondo quando c'e di mezzo questo piano e soprattutto il "fare aprire il cervello a quella testa bacata di Williams", sue testuali parola.
-non ti vergogni a giragli sempre intorno, dopo tutto l'inferno che gli hai fatto passare? - gli ringhia contro il mio capo.
-potrei farti la stessa domanda-gli lancia uno sguardo di sfida Steven.
-quello che gli ho fatto io non è neanche lontanamente paragonabile a quello che gli hai fatto tu-
-potrebbe anche essere vero, ma adesso non stiamo parlando del passato. In questo momento chi dei due, secondo te si sta divertendo a far soffrire Ryan e a prenderlo per il culo? Sicuramente non io-
-non so di cosa tu stai parlando, io non sto prendendo per il culo nessuno-si difende, raggiante di rabbia.
-ti ostini ancora a negarlo? - intervengo io furioso.
-ma a negare cosa? Io non riesco a capire-mi guarda spaesato negli occhi e vorrei credergli, vorrei credere che lui non sappia di cosa parlo, che tra lui e Mark non ci sia nulla, che è tutta una bugia, ma non posso negare la realtà: loro sono sempre insieme e si comportano in un modo che due semplici amici non fanno.
-andiamocene-comunico con uno sguardo duro a Steven, trascinandolo per un braccio.
Aumento il passo, facendolo quasi correre, finché non arriviamo vicino ad un pub e ci fermiamo.
-stai bene? - mi chiede preoccupato.
-in realtà no, ma adesso starò meglio. Seguimi-gli ordino, entrando nel pub in cui sapevo che avrei incontrato sicuramente i miei amici e infatti li trovo li seduti su un tavolo, intenti a chiacchierare tra loro e a bere.
-hei, festeggiate senza di me? - gli saluto sorridendo, cercando di mettere da parte il dolore che mi affliggeva il cuore, dopo aver avuto l'ennesimo scontro con James.
-baby boy-mi saluta stampandomi un bacio in guancia la mia migliore amica, seguita da Lucas e Simon che si limitano a rivolgermi un "hey Ryan".
-non dovevi essere ad una cena di lavoro? -mi chiede Simon.
-l'ho finita e sono venuto qui a cercarvi. Lui è Steven, ma già lo sapete-gli indico il ragazzo vicino a me, facendo riferimento a ciò che gli avevo raccontato di lui ovvero tutto, partendo da ciò che era successo alla superiori fino ad oggi.
-sappi che se farai di nuovo del male al mio migliore amico, ti taglierò le palle a fettine-lo minaccia Nancy.
-sisignora, ti prometto che ho solo buone intenzioni verso di lui, non gli farò mai più del male-gli tiene testa lui.
-in questo caso puoi sederti, ma ti tengo d'occhio-
-per me gli amici di Ryan fighi sono sempre i benvenuti-scherza Lucas, guadagnandosi un calcio sulla caviglia da parte del fidanzato, facendoci ridere tutti.
Ci accomodiamo accanto a loro e ordiniamo da bere, trascorrendo la serata a ridere e a scherzare tutti insieme.
E nonostante la mia vita sentimentale stesse andando a rotoli, ero felice perché accanto a me avevo una vera famiglia che anche se non condividevamo lo stesso legame di sangue, per me valeva molto di più, perché ci eravamo scelti con il cuore e il fatto che questa famiglia si stesse allargando, dando la possibilità ad un ragazzo che si sentiva sempre solo di non esserlo finalmente più, mi riempiva di gioia come mai prima d'ora.

Le cicatrici del passato Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ