Capitolo 9

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Mi trovo sul divano a fare zapping davanti alla televisione, dopo una lunga giornata di lavoro in cui non sono riuscito a vedere ne James ne i miei colleghi, a cui avrei dovuto finalmente raccontargli dei miei trascorsi con quest'ultimo, ma a causa della pila di lavoro con cui mi sono ritrovato ho dovuto rimandare al giorno successivo.
Passo di scatto dalla posizione sdraiata a quella seduta, quando il telefono si illumina informandomi che il mio gruppo di amici mi stava videochiamando.
-hei ragazzi-li saluto, dopo aver accettato la videochiamata.
-hei baby boy-mi saluta Nancy, sventolando la mano.
-hei-mi salutano Lucas e Simon seduti anche loro sul divano
-allora come va? -gli chiedo.
-come va a te piuttosto?cos'è sta storia che hai quasi baciato il tuo capo?-esclama Lucas, riferendosi al messaggio che gli avevo inviato qualche ore prima, in cui li avevo informati degli eventi di ieri sera.
-non direi che l'ho quasi baciato.. è solo che quel ragazzo mi confonde ecco. Ragazzi non so davvero cosa fare!-
-ma come? Come hai fatto a resistere ad un bocconcino del genere? -ribatte Lucas, ottenendo una gomitata e un occhiataccia da parte del suo fidanzato.
-ahi-esclama il più piccolo.
-ma cosa ti ha frenato? - mi chiede infine la mia migliore amica.
-lo sai.. quel Mark, ho paura che stiano insieme e che la sua sia solo una gigantesca presa in giro-
-non ti resta che scoprirlo-si intromette Simon, sorprendendomi.
-e come?-
-hai il suo numero? Sai dove abita? - mi chiede.
-dove abita non lo so, ma il suo numero ce l'ho per via del lavoro, perché?-
-chiamalo e digli che hai bisogno di parlargli urgentemente di un progetto su cui stai lavorando e usa la scusa per intrufolarti a casa sua e scoprire qualcosa, visto che a lavoro avrai sicuramente poche opportunità per parlarci da solo-
-amore ma sei un genio del male, dovresti mostrarmi più spesso questo tuo lato-gli lascia un bacio sulla bocca Lucas al fidanzato.
Guardo il telefono, facendo una smorfia-non posso farlo e se ci trovassi Mark in casa sua?-
-allora saprai che non ne vale la pena, ma secondo me ha ragione Simon: devi cercare di scoprire cosa c'e tra quei due sennò sarai sempre frenato da questa cosa-risponde determinata alla mia domanda Nancy.
-e quando dovrei farlo scusate?-sbuffo, però acconsentendo tacitamente.
-adesso-mi rispondono in coro.
E così che 10 minuti dopo mi ritrovo a digitare il numero di James con il cuore in gola.
-pronto-mi risponde lui dopo soli 2 squilli.
-ciao James, sono Ryan-
-Ryan? Ciao, a cosa devo questa tua chiamata? - mi chiede con una voce perplessa.
-io ehm-quasi balbetto senza sapere cosa dire-hai presente il progetto riguardante la pubblicità della Nike su cui stiamo lavorando da qualche settimana? Be sto avendo dei problemi su alcune pratiche e mi chiedevo se potessi aiutarmi essendo tu il capo e ovviamente più esperto di me in questo campo-
-certo che si, ma non potevi chiedermelo domani a lavoro?-.
-no, perché domani devo già occuparmi di un altra pubblicità e devo finire la bozza entro oggi e mi chiedevo se insomma.. Sei libero stasera? Cioè non voglio disturbarti davvero, ma è davvero una questione di vita o di morte-
-tranquillo, nessun disturbo. Ti va di passare per stasera alle 21? Ti mando il mio indirizzo per sms-mi risponde in un tono che non fa trasparire nessun emozione.
-certo, a stasera allora-riattacco, pensando che è fatta e che tra poco dovrò essere pronto ad affrontare la verità qualunque essa sia.

Busso alla porta cercando di calmarmi e di prendere un respiro profondo, ma inutilmente: mi sento come un tredicenne alla sua prima cotta, mi sudano le mani e sento il mio cuore martellare furiosamente all'interno della cassa toracica. Devo cercare di darmi un contegno, non posso farmi vedere in queste condizioni.
-hei-fa capolinea James dalla porta di casa in tutto il suo splendore, indossando solo una semplice t-shirt bianca e dei pantaloni della tuta neri che però gli fasciano il sedere in una maniera assurda.
Non smetto di fissarglielo neanche per un minuto, mentre lui mi fa segno di seguirlo nel salotto e di appoggiare pure i fogli e le birre che mi ero fermato a comprare al supermercato qui accanto, sul tavolo.
-posso avere la tua attenzione o hai intenzione di guardarmi il culo per tutto il resto della serata?-
- non ti sto guardando il culo-avvampo dopo essere stato beccato in fragrante-e che hai proprio una bella tuta-mi invento.
-si certo, farò finta di crederci ma se vuoi sotto la tuta sono ancora meglio-mi fa l'occhiolino, facendomi venire caldo in tutto il corpo a causa dell'immagine del suo corpo nudo che si stava innadando nella mia mente.
-allora vogliamo cominciare?- cerco di cambiare argomento, per scacciare quei pensieri poco casti dalla mia testa.
-certo fammi vedere questi progetti-ci sistemiamo sul tavolo con due birre davanti.
Dopo un oretta passata a leggere e a  riscrivere il lavoro, sotto le dritte del capo, decido di mettere in atto il piano che mi aveva portato fin qui.
-allora vivi da solo? - gli chiedo con un aria innocente, sorseggiando un sorso di birra quasi finita.
-certo e con chi dovrei vivere sennò? -
-boh con qualche amico/a magari. Io ad esempio ho convissuto per qualche mese con la mia migliore amica, sai la ragazza che hai conosciuto, poi vabbe a causa di alcune nostre divergenze, abbiamo deciso che era meglio vivere ognuno per conto suo-gli racconto, omettendo che il vero motivo è stato che entrambi volevamo portarci gli uomini in casa per farci sesso, ma questo portava ogni volta a momenti di imbarazzo che abbiamo deciso fosse meglio non ripetere più.
-nah, io preferisco vivere da solo, con un amico rischierei solo di non andarci d'accordo perché ognuno avrebbe le sue esigenze. Sto meglio così-
-capisco e invece per il resto come ti va la vita?-gli chiedo con nonchalance, passandogli un'altra birra che lui accetta.
Mi scruta con uno sguardo sorpreso prima di rispondermi-be è la solita vita, lavoro casa, casa lavoro e così via, non tutti hanno una vita impegnata come la tua-mi dice alludendo probabilmente alle mie scopate occasionali nei locali notturni.
-non mi pare così monotona, visto che fino a prova contraria c'eri anche tu in quel pub gay settimane fa-ribatto ignorando la sua frecciatina.
-be ogni tanto mi riservo anche io uno svago tra amici, sono umano-fa spallucce.
Amici? Quindi è quello che sono lui e Mike, amici?
Le mie labbra si allargano in un sorriso senza potermi trattenere.
-visto che qui abbiamo finito-indico i fogli di lavoro-è un problema se mi fermo ancora un po' e ci guardiamo qualche programma spazzatura in tv? - gli sorrido, prendendo coraggio.
Lui ricambia il sorriso sorpreso, facendomi perdere un colpo al cuore. -certo, vado a prendere i pop corn-
10 minuti dopo ci ritroviamo sul divano a guardare un reality show vicini l'uno all'altro, mentre ci divertiamo a prendere in giro i concorrenti e ci riempiamo lo stomaco di cibo.
Alla faccia della dieta, domani dovrò come minimo fare una sessione extra di esercizi per smaltire tutte queste calorie, però in questo momento non mi importa perché mi sento così felice accanto a James sul divano a scherzare come se fossimo una vecchia coppia sposata. Vorrei tanto che la mia vita fosse sempre così.
In un attimo i nostri sguardi si incontrano e io capisco che è arrivato finalmente il momento di fare ciò che avrei voluto fare fin dal primo giorno in cui l'ho rincontrato alla Holding Corporation.
Il mio cuore è in subbuglio quando ci avviciniamo l'uno all'altro, annullando la distanza che ci divide.
Chiudo gli occhi, per godermi meglio il contatto che tanto stavo agoniando, ma in quel momento ecco che il campanello suona e rovina l'atmosfera che si stava creando tra noi.
James, impreca e si alza svogliatamente per aprire la porta.
-ma chi cazzo è a quest'ora? - urla ad alta voce, esprimendo il mio stesso pensiero.
Ed ecco che alla porta appare il mio peggior incubo, Mark che saluta il capo, avvolgendolo in un abbraccio e facendomi accapponare la pelle dalla rabbia.
Lui lo liquida frettolosamente e gli chiede-che ci fai qui a quest'ora?-
-volevo passare un po' di tempo con te, mica devo chiederti il permesso, non fare il solito brontolone. Lui piuttosto che ci fa qui? - gli chiede, non appena intravede la mia figura seduta sul divano che lo osserva con uno sguardo duro.
-aveva bisogno di un aiuto per un progetto, dai entra-lo fa accomodare vicino a me sul divano, mentre lui si offre di prepararci del caffè e sparisce in cucina.
Io e mark ci fissiamo con uno sguardo torvo per interi minuti, finché lui non si decidere a parlare-non credere che io non sappia a che gioco stai giocando-
-prego? - gli rispondo allibito.
-All'inizio non l'avevo collegato, ma adesso ho capito chi sei tu, sei l'ex fidanzato delle superiori di James, quello che lo ha lasciato e se n'e andato facendo sparire ogni sua traccia. Cosa vuoi ancora da lui? Non ti sembra di averlo fatto soffrire abbastanza?-
-scusami-ribatto con la rabbia che stava invadendo ogni centimetro del mio corpo-ma chi ti credi di essere tu per immischiarti così della nostra vita privata? E poi non so quello che ti  abbia detto lui, ma si da il caso che sia solo colpa sua se ci siamo lasciati e io me ne sono andato, ha fatto una cosa imperdonabile e l'unico che ha sofferto come un cane a causa sua qui sono io,quindi non hai nessun diritto di dirmi queste cose. Tu non sai niente di me, non sai niente di noi!
-oh ma certo che lo so!-soggnigna lui a un palmo dal mio naso-io so tutto, lui mi racconta ogni cosa! Tu avresti dovuto ascolarlo prima di scappare via così e di rovinate tutto. Ma che razzo di fidanzato eri? Sai che si può sbagliare nella vita?-
-no non in quel caso, certi errori non si possono perdonare-
-e allora perché sei qui? -
-questi non sono affari tuoi! - lo fronteggio.
-oh sì invece, lo sono eccome! Voglio che stai lontano da lui! -
-e perché dovrei farlo?-
-perché lui adesso è mio, tu hai avuto la tua opportunità e l'hai sprecata e ora sta con me. Io sono un fidanzato molto migliore di quanto lo eri tu, tu non lo rendevi felice, io invece sono riuscito finalmente a farlo. Quindi se ci tieni un minimo a lui, la cosa migliore che potresti fare è levarti di mezzo-
Dolore, rabbia, delusione, tristezza, un migliaio di emozioni negative cominciamo ad opprimermi il cuore e a farmelo sentire pesante come un macigno.
Quasi non riesco più a respirare, quando decido di dare l'ultima risposta secca all'uomo che sto cominciando ad odiare -guarda non hai più niente di cui preoccuparti, non ho intenzione di riprendermi James. Tienitelo, è tutto tuo. Vi auguro solo di annegare insieme nei vostri sutterfugi e nella vostra arroganza. Siete fatti veramente l'uno per l'altro!-
Mi alzo in piedi e me ne vado senza più dire una parola con il cuore spaccato in mille pezzi e con la consapevolezza di essere stato nuovamente preso per il culo dalla persona che amavo.

Le cicatrici del passato Where stories live. Discover now