Capitolo 5

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Mi asciugo la fronte sudata con l'asciugamano e mi rialzo dal tappetino che avevo posizionato in salotto per fare ginnastica.
-hai già finito? - mi chiede Nancy dalla mia cucina, mentre prepara il caffè.
Ormai conosce più casa mia lei di me, talmente tante volte viene qui a trovarmi.
-no, mi stavo solo un attimo riposando, devo ancora fare 50 flessioni-le rispondo, riposizionandomi sul tappetino, cominciando a tenermi sulle gambe e a flettere le braccia.
-che voglia!comunque ti è appena arrivato un messaggio-
-da chi?-gli chiedo con il fiato corto, continuando a fare l'esercizio.
-un certo Daniel, è una tua nuova conquista?-continua a parlarmi dalla cucina.
-non esattamente, l'ho conosciuto a lavoro ed è lui che ci ha provato con me-le comunico, ansimante e sudato dopo aver finito le flessioni.
-vuoi dirmi che non te lo faresti? - sogghigna, facendo capolinea in salotto con due caffè caldi.
-certo che me lo farei, non è niente male, anzi passami il telefono che gli chiedo di venire qui uno di questi giorni-
Me lo passa, scuotendo la testa, ridendo-sei sempre il solito-
-ha parlato-le rispondo, sedendomi accanto a lei sul divano per sorseggiare il mio caffè-ma stasera cosa si fa? Non dirmi che volete andare al Premier, ti avviso che dopo la scorsa notte, non ho intenzione di metterci piede per un bel po'di tempo-
Ridacchia-adesso sarebbe colpa della discoteca se tu ti ubriachi come un ciucco e ti addormenti su uno dei divanetti? Comunque no, Lucas ha proposto un pub gay che conosce lui, dice che è tranquillo e che ci passano a prendere loro stasera-
-vuoi dire che Simon ci passa a prendere, comunque se Lucas dice che è tranquillo, allora non c'e assolutamente da fidarsi-ribatto, conoscendo ormai da anni il mio amico: se lui dice che è un posto é tranquillo, allora vuol dire che ci sarà il putiferio.

Qualche ora dopo ebbi il modo di constatare alla fine che la mia ipotesi non era ne vera ne falsa, infatti il posto era pieno sì di gay, lesbiche, trans e bisessuali, però la maggior delle persone era seduta con la loro compagnia nei loro tavoli senza dare fastidio a nessuno.
-prendiamo tre Cosmopolitan e una birra bionda alla spina-ordina Lucas per tutti alla cameriera che era venuta a chiedere le ordinazioni.
-allora come va il lavoro? - chiedo a Simon,sorseggiando il mio cocktail.
-mah come al solito , oggi ho dovuto sopprimere un povero gatto malato, sapessi che pena ogni volta che devo fare ste cose-mi risponde con il suo solito tono neutro, ma con un luccichio di tristezza negli occhi.
Lucas lo consola, accarezzandogli la mano che lui prontamente stringe nella sua. Come al solito sono sempre sdolcinati, ma la cosa che amo di più della loro relazione è che ci sono sempre l'uno per l'altro, in qualunque situazione.
Chissà come ci si sente ad avere un legame così.
-mi dispiace, non deve essere facile, ma pensa anche a quanti animali salvi ogni giorno, dovresti essere fiero del tuo lavoro-gli sorrido.
-e lo sono, non lo cambierei per nulla al mondo-
-a te piuttosto come va con il tuo capo? - mi fa l'occhiolino Lucas.
-non mi importa niente di lui, per me lui non..-ma non faccio in tempo a finire la frase che davanti a miei appare proprio l'oggetto della nostra conversazione. È bellissimo con dei semplici jeans addosso e una maglietta con lo scollo a v. Non l'avevo mai visto senza il completo da lavoro e devo ammettere che anche così non è male, anzi che dico, sarebbe stupendo anche se andasse in giro in pigiama. Quest'uomo è davvero illegale.
Non riesco a fare a meno di seguirlo con lo sguardo, finché non scorgo la figura bionda del vicedirettore di fianco a lui e il mio cuore in quel momento smette di battere.
Perché quei due sono insieme e per giunta in un locale gay? Si staranno frequentando?andranno a letto insieme? Mille domande senza risposta, affollano la mia mente.
-perché ti sei interrotto? - mi chiede Lucas.
-è lui-riesco solo a fare uscire dalla mia bocca.
-lui chi? -
-James Williams-
-cosa?? dove?-pronuncia ad alta voce.
-lì-gli indico la direzione che sto guardando.
-non urlare-lo ammonisce il suo fidanzato, dandogli una gomitata.
-ma è un gran figo, ebbravo Ryan-mi da una pacca sulla spalla.
Simon gli lancia uno sguardo omicida senza dire una parola.
-lo dicevo solo per Ryan-fa spallucce-lo sai che per me ci sei solo tu-gli sussurra, dandogli un dolce bacio sulla bocca per farsi perdonare.
Simon risponde con una smorfia, ma lo lascia fare, abituato ormai ai dispetti del suo fidanzato.
-mi fate venire il latte alle ginocchia sospira Nancy- e tu stai bene Baby boy?-
-sì, ma facciamo finta di parlare,non voglio che mi veda-
-d'accordo-
Cominciamo così una conversazione riguardante il lavoro, quando sento un fiato caldo solleticarmi la spalla e una voce molto familiare che si rivolge a me-non si saluta il tuo capo? -
Cercando di riprendermi dai brividi che mi aveva appena causato lungo la schiena gli rispondo con nonchalance-buonasera James, buonasera signor Robinson, anche voi qui? -
-buonasera, si sono riuscito a convincere finalmente sto asociale ad uscire di casa-mi sorride, facendomi venire voglia di spaccargli la faccia.
-e tu che ci fai qui?-mi chiede invece James con la sua solita aria imbronciata.
-serata con gli amici come vedi. Lei è Nancy, mentre loro sono Lucas e Simon-li presento.
-ciao a tutti, io sono James Williams il capo di Ryan, mentre lui è Mark Robinson, il vicedirettore dell'azienda-indica l'uomo al suo fianco.
Simon e Nancy si limitano a salutarli educatamente, mentre Lucas non si lascia scappare l'occasione ed esclama-finalmente conosciamo il famoso James-
-ah io sarei famoso?-mi rivolge uno sguardo, sogghignando.
-non farti strane idee-lancio un occhiataccia a Lucas, seguito a ruota dal suo fidanzato-ti conoscono perché gli ho raccontato che sei una mia vecchia conoscenza delle superiori, tutto qui-ci tengo a precisare.
-Jam allora andiamo?-lo chiama Mark-Ho visto che si è liberato un tavolo-
-certo,è stato un piacere conoscervi ragazzi-si dilegua, seguendo il suo fidanzatino o quello che è.
Ma poi Jam? Da quando si fa chiamare così da qualcuno?
Comincio a seguire le loro figure con lo sguardo fino a che non si accomodano ad un tavolo poco lontano e cominciano a parlare tra loro. James sembra preso dalla conversione e ogni tanto accenna un sorriso.
James che sorride? Com'è possibile?
È da quando facevo le superiori che non lo vedevo sorridere, mentre quel Mark arriva e con la prima stronzata che gli dice riesce a farglielo fare.
Non so cosa mi prende, ma non riesco più a reggere a quella vista e riporto lo sguardo verso i miei amici.
-un negroni, per favore-ordino al cameriere.
-Baby boy-mi mette una mano sulla spalla Nancy, notando il mio sguardo infuocato-cerca di non distruggerti di nuovo ti prego. Non voglio raccogliere  nuovamente i pezzi del tuo cuore infranto , come è successo in passato-
Addolcisco lo sguardo, accorgendomi della preoccupazione nella sua voce-non succederà, stavolta è diverso, io sono diverso. Il passato è passato-
-ma purtroppo il passato spesso torna a farci e noi non possiamo fare niente per impedirlo-
Forse ha ragione, ma io ho intenzione di scappare dal mio passato il più lontano possibile, anche se ben presto realizzai con i miei stessi occhi che le vecchie ferite non rimarginate ritornano presto o tardi a chiederti il conto.
Qualche ora dopo infatti, dopo aver bevuto un paio di cocktail decisi di andare in bagno, cercando di non posare lo sguardo sul mio ex ragazzo e Mark, che continuavano la loro serata romantica ignari del dolore che questo mi stava causando e in quel momento il destino decise di farmi un brutto scherzo, facendomi scontrare con l'ultima persona che avrei voluto vedere al mondo.
Occhi verdi, capelli biondi, alto e con uno fisico muscoloso e tatutato, Steven McCain sembrava l'incarnazione di un angelo sceso in terra, ma non era altro che un demonio.
-scusami non ti avevo visto-mi sorride cordiale per la prima volta da quando lo conosco.
Probabilmente non mi avrà riconosciuto, in fondo sono molto cambiato rispetto a quando ero uno stupido ragazzino delle superiori.
-stai attento quando cammini-gli rispondo acido, trafiggendolo con lo sguardo.
Lui non replica niente, ma si limita a fissarmi dalla testa ai piedi, prima di rivolgermi uno sguardo incredulo.
-tu sei Ryan Smith? Dio santo, non ti avevo riconosciuto. Sei diventato proprio un gran bel pezzo di manzo, non c'e che dire-
Digrigno i denti, cercando di contenere la rabbia e proprio in quel momento di fianco a noi passa James, intento a dirigersi verso il bagno.
Steven scoppia a ridere attirando la sua attenzione verso di noi-certo che questa è proprio la serata delle sorprese: incontrare Ryan Smith e James Williams nello stesso posto e dopo tutti sti anni è davvero una cosa sconcertante. Non ditemi che vi siete rimessi insieme? Dopo quello che è successo quella notte non lo avrei mai detto-soggnigna.
-Steven-gli lancia uno sguardo minaccioso James-vedo che in tutti questi anni non sei cambiato: stai sempre a farti i cazzi degli altri-
-i cazzi degli altri sono proprio il mio pane quotidiano, sopratutto se si tratta di quello del tuo fidanzatino qui. È diventato veramente gnocco, me lo scoperei-
-non provare a toccarlo -gli urla James furioso.
-sennó?-lo instiga lui, incrociando il suo sguardo pieno d'odio.
-sennò ti ammazzo di botte in memoria dei vecchi tempi-ringhia James.
-non ho paura di te-
Assisto alla scena inerme senza riuscire più a dire una parola.
L'uomo che mi ha rovinato l'intera adolescenza è qui davanti a me e io non so davvero come sentirmi.
Sento il cuore pesante come un macigno e migliaia di pensieri invadere la mia mente di ricordi dolorosi e lontani che speravo di avere dimenticato. Una ferita che pensavo fosse totalmente guarita, adesso sta ricominciando a sanguinare e a fare male, un male straziante.
Mi faccio forza per concludere il prima possibile quella conversazione, così da non dover vedere mai piu il suo volto davanti ai miei occhi.
-lui non è il mio fidanzato, mentre tu mi fai solo schifo. Sei un essere ripugnante e negli anni non sei per niente cambiato. Vai a rendere la vita un inferno a qualcun altro, spero di non rivederti mai più-esclamo con voce ferma, prima di voltare le spalle ad entrambi e dirigermi verso il cortile del pub.
Sto per crollare e non ho intenzione di farlo davanti alle due persone che più mi hanno fatto soffrire nella mia vita. Se devo far cadere la corazza che mi sono costruito con fatica durante tutti questi anni, almeno questo deve accadere mentre sono da solo, senza nessuno che mi compatisca.
Mi siedo sull'asfalto gelido accucciandomi con le ginocchia sul petto, mentre i ricordi di quell'inferno cominciano a vorticarmi nella testa senza lasciarmi più andare.

Inizio flashback

Era mattina presto, quando mi incamminai per i corridoi della scuola con diversi libri tra le braccia.
Sorrisi, perché tra pochi minuti avrei rivisto James, il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra e la sua voce.
Non vedevo l'ora!Ormai vivevo le giornate aspettando solo il momento in cui avrei potuto riabbracciarlo. Ero irrimediabilmente cotto di lui.
Ma la mia felicità svanì presto quando davanti a me apparve la figura alta e muscolosa di Steven McCain, un membro della squadra di football nonché il mio personale aguzzino.
Ormai era da anni che mi tormentava e mi rendeva la vita un inferno, solo perché ero un ragazzino indifeso e studioso. Lui amava prendersela con i ragazzi più deboli e io non facevo di certo eccezione.
Non appena mi vide urló il mio nome, sogghignando-sei pronto per il mio personale buongiorno Ryan?-
-no ti prego, lasciami stare-piagnucolai, cominciando a tremare dalla testa i piedi.
-oh poverino hai paura? -
Annui. - bene, perché così sarà ancora più divertente-
Alle sue spalle comparvero due dei suoi scagnozzi che mi trascinarono in bagno, mentre io cercai inutilmente di liberarmi.
Buttarono i miei libri e tutte le mie cose per terra, compresi i miei occhiali che si ruppero in mille pezzi.
Con le lacrime agli occhi li pregai di lasciarmi stare, ma loro sotto indicazione di Steven mi spogliarono, lasciandomi solo in boxer e mi fecero entrare in uno dei bagni.
-guarda che fisico da femminuccia che hai-rise Steven, guardandomi.
-Cosa volete da me? - balbettai.
Come risposta mi obbligarono a mettermi in ginocchio.
-infilategli la testa nel cesso-ordinó steven
-nooo-urlai, ma era tutto inutile.
I due ragazzi mi presero la testa e me la immersero più volte nel gabinetto, mentre io continuavo a piangere e a sputare acqua.
Mentre io mi disperavo sentivo solo le loro risate di sottofondo, ma ben presto esse vennero sostituite con il rumore di una porta che si apriva.
-che succede qui? - tuonó una voce molto familiare.
James amore mio sei tu! Sei davvero qui!
-calmati Williams, ci stiamo solo divertentendo un po'-ghigna Steven.
Non appena il mio fidanzato posó lo sguardo verso di me e i ragazzi che mi stavano tenendo mezzo nudo con il volto dentro al gabinetto, diventó furioso e esclamó-me la pagherete, ragazzi entrate-
In poco tempo il bagno maschile venne invaso dai componenti della squadra di basket che cominciarono a darle di santa ragione ai miei aguzzini, liberandomi dalle loro grinfie.
-amore mio, stai bene? -
-no-piangnucolai sulla sua spalla, mentre lui mi avvolse in un caldo abbraccio.
-da quanto va avanti tutto questo? -
-da sempre, dalla prima superiore-tremai tra le sue braccia.
In quel momento lui si alzó e marció verso Steven che era ancora li piedi a guardarci con uno aria strafottente, prima di tirargli un forte pugno sul naso.
Mentre lui si massaggió la parte dolorante e sanguinante i nostri compagni lo tennero fermo, per dare la possibilità a James di cominciare a tirargli pugni e calci sullo stomaco per un tempo che mi parve interminabile.
-se ti azzardi ancora a sfiorare il mio ragazzo ti giuro che la prossima volta ti ammazzo McCain-lo minacció lui infuriato-e ora vattene prima che finisca il lavoro-
Da quel giorno finalmente Steven smise di tormentarmi, dopo 3 lunghi anni di agonia e questo lo dovetti solo a James,il mio angelo salvatore, colui che mi aveva insegnato ad amare e a vivere senza più avere paura degli altri.

Fine flashback

Alzai lo sguardo solo quando sentii un tocco soffice sfiorarmi la spalla.
Seduto accanto a me, trovai James intento a osservarmi in modo cauto.
-vattene James-gli sussurrai, senza avere nemmeno la forza di alzare la voce.
-smettila di fare il duro Ryan. Io ti conosco, so cosa hai passato, so che rivederlo ti ha causato un dolore enorme. Non fingere con me-
-e cosa dovrei fare allora? - lo guardo negli occhi, cercando di trovare la risposta alla mia domanda.
-non trattenerti. Sfogarti, urla, fai quello che vuoi. Io sono qui al tuo fianco e non ti lascerò andare-
E a quelle parole crollai, dopo tanti anni passati a reprimere le mie emozioni e i miei sentimenti, crollai davanti all'ultima persona con cui non avrei mai dovuto farlo.
Lacrime salate cominciarono a scendere dal mio volto e prima che io me ne rendessi conto, venni avvolto da due braccia calde.
Il suo profumo mi invase i sensi e dopo tanto tempo finalmente mi sentii protetto. Lui sapeva di casa, di sicurezza, di felicità e io non potei fare a meno di aggrapparmici con tutte le mie forze, come se fosse la mia unica ancora di salvezza in mezzo alla tempesta.
In questa folle notte, diedi sfogo a tutte le lacrime che avevo trattenuto per anni e feci uscire la parte più debole di me, quella che avevo paura di mostrare al mondo, ma lui ebbe comunque cura di me come se fossi una cosa preziosa: non smise un attimo di stringermi tra le sue braccia, di accarezzarmi i capelli e di sussurarmi parole di conforto.
E anche se solo per quel breve momento, rividi il ragazzo di cui mi ero innamorato anni fa, che anche stavolta mi aveva salvato dai miei demoni, accarezzando dolcemente la mia anima ferita.

Le cicatrici del passato Where stories live. Discover now