Capitolo 26

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-zioo metti Mewberry vicino a Mewlory, così insieme possono combattere il cattivo-mi ordina la mia nipotina, mentre siamo seduti sul tappeto del salotto a giocare con le barbie.
-tu Steven che sei il cattivo, alza la mano e lancia un incantesimo-muove la cosiddetta barbie per indicargli come fare.
Io e il mio amico ci guardiamo sorridendo, pronti a eseguire le richieste della principessa della casa, per cui ormai anche lui sono sicuro che abbia un debole. Questa bambina è un amore, chi potrebbe resistere alla sua dolcezza?
-tesoro-ci interrompe mia sorella entrando nella stanza e rivolgendosi a sua figlia-è da ieri che zio Ryan e il suo amico giocano con te, adesso dovresti proprio lasciarli andare a fare un giro-
La piccola fa il broncio-ma io voglio giocare con loro-
Mi avvicino a mia nipote e le strizzo dolcemente le guance-sorellona stai tranquilla, non è un problema-
Mia sorella mi fa segno di alzarmi e di avvicinarmi a lei dall'altra parte della stanza e quando lo faccio mi sussurra-lo so che adori tua nipote, ma sei venuto qui con il tuo amico, non credi che sia ora di fargli vedere la città?-
-mm-riesco solo a dire.
-qual è il problema?-mi scruta attentamente, pronunciando le parole a bassa voce.
-ho paura di stare da solo con lui e non so come comportarmi ultimamente -
Jenny mi guarda scuotendo la testa e poi accartoncia una rivista che era posizionata sulla credenza per darmi un colpo in testa.
-ahi-mormoro, cercando di non farmi sentire dalla piccola e da Steven che per fortuna erano ancora intenti a giocare alle barbie.
-fratellino se entro 5 minuti, non ti prendi il tuo amico e non esci da sta casa, ti sbatto fuori a calci. Smettila di farti problemi, non devi avere paura: se le cose devono succedere in ogni caso succederanno e se non succedono vuol dire che non era semplicemente destino che accadessero. Quindi ora forza muovi il culo fuori di qui-
Sorrido, ringraziandola mentalmente, perché ha proprio ragione, devo smetterla di crearmi film mentali prima che le cose accadano, adesso l'unica cosa che devo fare e godermi la vacanza con il mio migliore amico e nient'altro. Via i pensieri, via i problemi, via tutto.
-tesoro mentre zio e Steven escono che ne dici di andare a salutare Samy, il cane dei nostri vicini?-
A quelle parole mia nipote si illumina e grida-sii voglio giocare con Samy- e corre verso mia sorella.
-a dopo allora- mi lancia un sorrisetto Jenny, prendendo per mano la bambina.
-allora andiamo? -rivolgo il mio sguardo verso Steven.
Lui annuisce e mi segue.

-non vorrai mica viaggiare con questa cosa? - spalanca la bocca il biondo, passando lo sguardo tra me e la moto su cui ero appoggiato nel garage.
-certo che si-
-ma sai almeno guidarla? Ho ancora 27 anni, sono ancora giovane per morire-
-ma smettila, questa moto è di mia proprietà, la usavo sempre quando andavo all'università. È la mia bimba! - tocco il sedile orgoglioso.
Quanto mi era mancato questo bellissimo mezzo di trasporto che purtroppo non ho potuto portare con me fino a New York e che comunque sarebbe servito a poco, visto l'intenso traffico che caratterizza la mia città. La mia scelta di ulizzare sempre la metro infatti non è un caso.
-allora vuoi salire? - gli passo il casco, mentre lui mi sta ancora guardando con la faccia imbambolata.
Annuisce, regolandomi un sorriso e sistemandosi dietro di me.
Metto in moto e con un sorriso sulle labbra gli urlo-tieniti forte a me e soprattutto goditi il panorama! Los Angeles aspettaci-
Gli prendo le braccia e gliele allaccio attorno alla mia vita, sento che lui si irrigidisce, ma poi si rilassa e per il resto del viaggio continua a tenersi stretto a me, non staccandosi nemmeno per un secondo.

-siamo arrivati-annuncio scendendo dalla moto e aiutando Steven a fare lo stesso-allora com'è stato?-
I suoi occhi lampeggiano di mille emozioni-è stato...wow, non pensavo che spostarsi in moto ti desse quel senso ..-
-di libertà?-
-esatto mi sono sentito libero come un uccellino in cielo o come una farfalla che svolazza sopra i suoi amati fiori-si esprime senza smettere di sorridere.
-ti capisco, anche io mi sento esattamente così, come se fossi libero da ogni problema e non solo per la moto, ma anche per la meraviglia che abbiamo davanti agli occhi - indico la distesa salata dell'oceano che si staglia di fronte a noi-benvenuto a Los Angeles amico-gli do una pacca sulla spalla.
Lui osserva sorpreso la spiaggia californiana che a quell'ora e così gremita di gente che passeggia sulla riva, gioca in acqua, prende il sole o sorseggia comodamente un cocktail seduto sul proprio lettino.
-c'e sempre così tanta gente qui? -mi chiede, mentre ci togliamo le scarpe e cominciamo a camminare sulla sabbia.
-oh sì e adesso è ancora tranquillo, dovresti vedere la sera come si trasforma, questa città è famosa per le  feste sulla spiaggia-
-davvero? Uno di sti giorni ci andiamo?-
Sistemo due asciugamani per terra e gli rispondo-certo d'altronte questa è la nostra terra-
-cosa intendi?-mi chiede alzando un sopracciglio.
Gli lancio uno sguardo enigmatico e senza problemi, mi sfilo la maglia e i pantaloncini, rimanendo con il costume che avevo già indossato e fermandomi a studiare la sua espressione.
Come pensavo il suo sguardo indugia su tutto il mio corpo e quando arriva al mio viso sembra davvero imbarazzato.
-non lo sai che la California è lo stato con il più alto tasso di omosessuali? Hanno anche legalizzato i matrimoni gay qui-
-giusto, non ci avevo pensato-mi risponde lui, distogliendo il suo sguardo da me e puntandolo verso il mare.
Mi sistemo sull'asciugamano e lo riprendo-allora non ti spogli? Comincio ad avere caldo qui e vorrei buttarmi in acqua-
Si perché nonostante sia solo primavera qui in California le temperature sono già elevate e perfette per rinfrescarsi con una bella nuotata.
Lui annuisce e si sfila i vestiti che aveva addosso, rimanendo solo con un paio di pantalonicini del costume di colore blu, il tutto davanti ai miei occhi che si spalancano non appena intravedono il petto muscoloso di quest'uomo.
Calmati Ryan, è solo Steven un tuo caro amico, è solo lui.
Ma neanche questo pensiero riesce a fare bloccare il mio sguardo che è letteralmente imbambolato a osservare questo corpo sodo e muscoloso.
-allora andiamo?-
Annuisco, ancora frastornato da quella visione celestiale.
Ryan calma i tuoi bollenti spiriti prima che ti cresca un problemino in mezzo alle gambe che poi non saprai come spiegare.
Mi butto letteralmente in acqua, ignorando quanto sia fredda e sperando anzi che essa mi faccia rinsavire da tutti i pensieri impuri che stavo avendo.
Riemergo in superficie, accorgendomi della presenza di Steven a pochi passi da me che mi guarda con un ghigno.
Non faccio neanche in tempo a realizzare il perché, che lui mi afferra e mi ributta in acqua.
-stronzo, adesso ti faccio vedere io-lo inseguo cercando di affogarlo a mia volta, ma lui riesce sempre a scappare e a liberarsi, fino a che non riesco finalmente a raggiungerlo.
Lui cerca di bloccarmi con le braccia, ma io lo afferro e finalmente riesco a vendicarmi, buttandogli la testa sott'acqua.
-ben ti sta-lo prendo in giro.
-ah si? Vieni qui a ripeterlo se hai il coraggio-
Mi insegue e io comincio a correre e a nuotare, cercando di seminarlo.
Trascorriamo cosi un tempo indefinito in acqua, giocando e scherzando tra noi, un tempo che per me non sembra abbastanza, perché fa sentire il mio cuore così leggero e felice.
In questo momento il mio corpo è disteso nell'acqua, mentre i miei occhi sono chiusi e la mia mente si gode il dolce sciabordio delle onde che porta ogni piu piccola parte di me a una sorte di pace interiore, dove non esiste nessun pensiero.
Ma quella pace viene presto interrotta da un corpo che mi solleva e mi fa salire sulle sue spalle.
-su principessa è ora di andare, è da troppo tempo che siamo in acqua-
Pronuncia quella frase, portandomi con se fino ai nostri asciugamani stesi, per poi adagiarmi li.
-ci stavano guardando tutti-rido, avvolgendo il mio corpo ormai freddo con l'altro asciugamano che avevo in borsa.
-be tanto sono tutti gay no?-
-forse-ridacchio-senti hai fame?-
-un po'-fa spallucce, posizionando un asciugamano anche lui attorno al suo corpo.
-allora seguimi-lo prendo per il polso e lo trascino verso il bar della spiaggia.
-fidati qui fanno i frappè più buoni di tutta la zona-
-allora mi fido, fammi scegliere che gusto prendere-osserva il menu elencato in un enorme cartellone appeso.
Alla fine ritorniamo alla nostra postazione, io con un frappè cioccolato e vaniglia e lui con un frappè fragola e pistacchio.
-mmm-esclama-ma è buonissimo-
-te l'ho detto-
Ad un certo punto tra noi alleggia il silenzio, mentre continuiamo a sorseggiare le nostre bevande e i nostri sguardi sono puntati sull'oceano.
-adoro il mare. Quando ero bambino adoravo venirci con i miei genitori e mia sorella per venire qui a giocare con la sabbia o anche solo per nuotare o per limitarmi a guardare l'oceano-esclamo, rompendo il silenzio.
-ti manca stare qui vero? -
-da una parte si, comunque questo resta il posto dove ho trascorso la mia infanzia e buona parte dell'adolescenza, senza contare i miei anni da studente universitario, però allo stesso tempo anche New York è la mia casa, certo è totalmente diversa da Los Angeles, ma altrettanto affascinante secondo me -
-per questo sei voluto venire qui per staccare?perché questo posto ti ricorda la tua infanzia e i tuoi momenti felici?-
-esattamente, ma anche perché sapevo che rivedere la mia famiglia mi avrebbe fatto bene in un momento come questo-
-posso chiederti una cosa?-mi guarda negli occhi serio.
-certo, dimmi pure-
-è da quando sono qui che me lo sto chiedendo: ma se tu sei originario di questo posto, perché non abbiamo ancora incontrato i tuoi genitori?-
Sospiro, perché parlare di loro mi fa provare ogni volta un forte senso tristezza.
-non pensare che sia successo chissà cosa nella nostra famiglia, è solo che i miei genitori 5 anni fa hanno ricevuto una proposta importante di lavoro da una grossa azienda ad Hong Kong e da quel giorno li ho visti raramente, perché il loro lavoro non gli lascia molto tempo per viaggiare e spostarsi fino in America. Io stesso da quando ho iniziato a lavorare non ho tutto sto tempo libero per poter prendere il primo volo per volare in Cina, purtroppo è complicato.
Ma non preoccuparti, anche se loro non ci sono fisicamente, per me è come se fossero sempre qui nel mio cuore!-sorrido pensando alle due persone che mi hanno messo al mondo e a cui devo tutto.
-li ami molto vero?-
-si davvero più di ogni altra cosa e sono davvero fortunato di essere nato in questa famiglia, perché sin dal primo momento in cui ho confessato loro e a mia sorella di essere gay e di avere un ragazzo, loro hanno deciso di accettarmi così come sono senza cambiare nulla di me e mi hanno sempre incoraggiato a inseguire qualsiasi cosa mi rendesse felice-
Mi rivolge uno sguardo amaro-sai è brutto dirlo, ma io ti invidio, ti invidio, perché anche io avrei voluto dei genitori che mi capissero e mi sostenessero proprio come hanno fatto i tuoi con te.
I miei genitori non hanno fatto altro che lavorare e lavorare , dimenticandosi di avere un figlio e facendomi diventare il ragazzo solo e triste che è diventato un bullo per cercare un modo per sfogare il suo dolore. E lo so è sbagliato dire queste parole, perché sei stato proprio tu a pagarne il prezzo..scusami ancora per averti rovinato l'adolescenza.. Scusami Ryan-
I suoi occhi carichi di dolore mi scrutano dentro, facendomi tremare l'anima a sentire tutta quella sofferenza provenire da una sola persona che per me vale così tanto.
Gli prendo la mano tra le mie per fargli percepire una minima parte dell'affetto che provo per lui-non dire cosi Steven, è vero che mi hai fatto passare un brutto periodo della mia vita, ma tu non sei un cattiva persona e lo hai dimostrato, prendendoti cura di me in questi mesi.
Inoltre sei un essere umano e hai tutto il diritto di sentirti triste, depresso e solo, soprattutto quando ti manca una cosa cosi importante come la tua famiglia, ma non ti preoccupare, perché anche se loro non sono al fianco, sarò io la tua famiglia da adesso in poi-
Steven mi guarda con la bocca aperta, mentre una lacrima solitaria scorre lungo la sua guancia.
Avvicina il suo corpo al mio e appoggia la testa sulla mia spalla
-sai nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere, neanche Max-mi rivolge uno sguardo commosso e carico di gratitudine
Il nome del suo ex mi porta a girarmi di scatto e a rivolgere lo sguardo su di lui- a Max.. Tu ci pensi ancora?-
-dirti di no sarebbe una bugia, però ormai mi sono rassegnato: lui sta già con un altro e anche se fa male, io voglio solo che lui sia felice ed è giusto che anche io provi ad esserlo anche senza di lui-
-provo lo stesso nei confronti di James-gli accarezzo distrattamente i capelli-con la differenza che io auguro il peggio sia a lui che a Mark, visto che sono entrambi degli ipocriti bugiardi-
-però non capisco una cosa: perché la scorsa volta a casa tua sei voluto passare tu per il cattivo? Perché non gli hai detto la verità? -
-sinceramente non so nemmeno io cosa avevo in testa in quel momento, so solo che ero talmente arrabbiato che l'unico mio pensiero era quello di farlo soffrire come lui aveva fatto soffrire me-
-così hai pensato bene di fargli credere che per te è stato solo una scopata-
-esatto, tanto per molto tempo lui ha creduto che fossi solo una puttana che si scopava tutti, quindi farglielo pensare ancora una volta mi sembrava il metodo migliore-
-anche se in realtà è da molto tempo che non fai quel genere di cose-
-già, forse a quei tempi la mia vita era più facile-sospiro.
-vuoi dire che ti manca scopare con gli sconosciuti?-
-no, ma almeno c'erano meno problemi e il mio cuore non era costantemente distrutto come adesso-gli lancio uno sguardo malinconico-e a te manca? Da quant'è che non scopi stronzetto?-gli chiedo per smorzare la tensione.
Solleva la testa per pensarci-mm troppo-ridacchia-almeno per te non è passato così tanto dall'ultima volta-
-per me è già tanto-gli faccio la linguaccia.
-sai cosa? Fanculo Max e fanculo James, siamo in vacanza e dovremmo divertirci-
Lo guardo allibito, staccandomi da lui e provando paura per il probabile senso delle sue parole e gli chiedo- in che senso?-
-hai detto che qui è pieno di discoteche sulla spiaggia no? Be sabato che ci raggiungerrano anche Nancy e gli altri due, potremmo ubriacarci e distrarci con qualche bel tipo. Non dico che dobbiamo per forza concluderci qualcosa, ma un po di sano divertimento penso che farebbe bene ad entrambi, non trovi?-
Le sue parole mi provocano un leggero fastidio sulla punta dello stomaco che cerco prontamente di ignorare.
-si penso sia una buona idea-sforzo un sorriso, non aggiungendo altro.
In fondo potrebbe essere l'occasione giusta per smettere di guardare il mio migliore amico come se fosse un piatto prelibato da assaggiare e concentrarsi anche solo momentaneamente su qualcun altro. Si è un ottima idea, lo deve essere.
-è ora di tornare-
Riprendiamo le nostre cose e ci sistemiamo sulla mia amata moto.
Lui prontamente mi circonda la vita senza che io gli dica niente e io gli lancio un sorriso, cominciando a partire.
Forse è sbagliato, ma sentire il suo corpo premuto dietro al mio per tutto il viaggio, mi fa provare una sensazione all'altezza del cuore così nuova e travolgente.
Guardo il mio volto incurvato in un sorriso, riflesso nello specchietto e mi chiedo: cosa mi sta succedendo?

Le cicatrici del passato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora