Capitolo 25

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-hei svegliati, svegliati-una voce mi ridesta dal sonno in cui ero sprofondato.
Apro lentamente gli occhi sbadigliando e mettendo a fuoco ciò che mi circonda: mi trovo su un aereo diretto a Los Angeles che in questo momento ha appena terminato il suo atterraggio, mentre io ho bellamente dormito tutto il viaggio, appoggiato sulla spalla di Steven.
-oh finalmente ti sei svegliato, dormiglione-mi sorride il mio accompagnatore, non appena incontro il suo sguardo-dobbiamo sbrigarci che tuo cognato ci sta aspettando in aeroporto-
-arrivo-mi riapproprio del mio zainetto e ci affrettiamo ad uscire fuori dall'aereo, dato che eravamo rimasti gli ultimi e i membri dell'equipaggio ci stavano cominciando a guardare con degli sguardi spazientiti.

-Ryan-mi chiama la voce di un uomo alto, biondo e con gli occhi castani che riconosco subito come Louis, il marito di mia sorella.
-Louis-lo saluto con un abbraccio affettuoso-ti abbiamo fatto aspettare molto?-
-giusto un po', mi chiedevo se avesse tardato il volo o se ci fosse stato qualche problema-
-l'unico problema è stato tuo cognato che non si svegliava neanche con le cannonate-ridacchia Steven, indicandomi-comunque piacere io sono Steven, un amico di Ryan-gli porge educatamente la mano.
-Il piacere è tutto mio, io sono Louis, il marito della sorella di Ryan, come già probabilmente saprai-gliela stringe quest'ultimo con un sorriso amichevole.
-Allora che ne dite si sbrigarci e di continuare la nostra conversazione in macchina?C'e qualcuno a casa che non vede l'ora di vederti e se non ti porto in tempo, sarebbe capace di non farmi più entrare-ride, facendoci strada verso la macchina.
Gli sorrido emozionato-non vedo l'ora di riabbracciarle entrambe-
Mi allaccio la cintura sistemandomi nel sedile davanti accanto a Louis, mentre Steven si accomoda nel sedile posteriore e comincio a guardare fuori dal finestrino abbassato, mentre la fresca brezza serale di Los Angeles mi solletica il viso e io finalmente comincio a sentirmi a casa.
Per tutta la durata del viaggio Louis e Steven conversano del più e del meno, mentre io non riesco a distogliere lo sguardo dal paesaggio che appare davanti ai miei occhi: la distesa salata dell'oceano, le spiaggie bianche e le case colorate californiane che tanto mi sono mancate e in cui ho trascorso tutta la mia infanzia prima di trasferirmi a New York quando avevo 16 anni e per poi tornarci durante i miei 3 anni passati all'università. Questo è il luogo in cui sono cresciuto e in cui ho costruito cosi tanti bei ricordi con la mia famiglia, questo non è altro che la mia seconda casa.
-siamo arrivati-ci comunica Louis, parcheggiando la macchina e aprendo la portiera.
Recuperiamo le nostre valigie e ci dirigiamo davanti ad una villetta con un bel giardino che riconosco subito come la casa di mia sorella.
E infatti qualche secondo dopo dalla porta fa il suo ingresso proprio lei con indosso un semplice vestito da casa, mentre i suoi capelli castani sono legati in una coda e i suoi occhioni azzurri così simili ai miei si illuminano alla nostra vista.
-Ryan-mi corre incontro, stritolandomi in un abbraccio.
-Jenny-la stringo forte a me con emozione, era da troppo tempo che non la vedevo e mi era mancata così tanto.
-zioo, anche io voglio abbracciare zio-urla la voce della bambina più adorabile di questo pianeta ovvero quella della mia nipotina Mindy, una dolcissima bimba di 4 anni che ha preso i suoi occhi azzurri dalla madre e i suoi capelli biondi in questo momento pettinati in due codine dal padre. È bellissima e al solo vederla mi sciolgo.
-principessa, vieni qui-la sollevo delicatamente da terra e me la stringo forte al petto-allo zio sei mancata molto, lo sai?-le dico dolcemente, continuando a tenerla in braccio.
-anche a me sei mancato zio, non devi più andare via-
Alle sue parole mi intenerisco-per questa settimana zio sarà tutto tuo, te lo prometto-
-ma io non ti voglio solo una settimana, ti voglio per sempre qui-fa il broncio lei.
-tesoro non cominciare a fare i capricci-la sgrida la madre con dolcezza-e poi non possiamo lasciare i nostri ospiti fuori di casa troppo a lungo, non pensi?-
La piccola annuisce e rivolge finalmente lo sguardo su Steven che si era appena presentato a mia sorella.
-e lui chi è? È il tuo fidanzato zio?-.
Divento rosso dall'imbarazzo e cercando di evitare lo sguardo di Steven le rispondo-no principessa, lui è Steven, un amico dello zio-
-ciao Steven-lo saluta lei con la mano.
-ciao piccola-ricambia lui con un sorriso-perché mi hai chiesto se sono il fidanzato dello zio?-le chiede stupendomi.
-perché mamma e papà mi hanno sempre detto che anche due uomini possono stare insieme e fare una famiglia, bella proprio come la nostra-
-la tua mamma e il tuo papà hanno proprio ragione-gli accarezza dolcemente la testa lui, facendomi spuntare un sorriso.
Mia sorella è sempre stata una persona splendida, anche quando avevo fatto coming out e gli avevo detto che mi piacevano gli uomini lei mi è sempre stata accanto e mi ha sempre sostenuto, non facendomi mai sentire diverso e adesso il sentire che  anche a sua figlia di soli 4 anni ha già spiegato l'esistente di diversi tipi di amori, in modo che in futuro crescerà con questa consapevolezza, mi rende felice e orgoglioso di lei, come non mai.
-dai andiamo, sarete stanchi dopo il viaggio-ci sorride mia sorella, facendoci accomodare in casa.
-Ryan voi potete dormire e sistemarvi nella camera degli ospiti al piano di sopra, tanto sai già dov'è, vi aspettiamo tra un'oretta per la cena-mi comunica mia sorella.
-voglio venire anche io-fa per seguirci la piccola, ma viene fermata da suo padre che la prende in braccio e la rimprovera-potrai giocare dopo con lo zio, adesso lui e il suo amico sono stanchi e si devono lavare e sistemare, per adesso non ti va di giocare col papà?-
-sii andiamo a giocare alle bambole- risponde entusiasta lei.
Sorrido alla scena e la saluto, promettendole che sarei tornato più tardi.
Arrivati in camera, la prima cosa che faccio è buttarmi sul letto.
-sono morto-mi lamento, rivolgendomi verso il mio amico che era intento a guardarsi intorno.
-è molto bello qui-esclama, sedendosi sul letto, accanto a me.
-è vero, ho sempre adorato sta casa da quando l'hanno comprata-
-quindi dormiremo nello stesso letto? - mi chiede, riferendosi al fatto che in camera è presente un solo letto matrimoniale e non due singoli.
-be non è la prima volta che lo facciamo, per te è un problema?-gli chiedo con un tono indifferente, ma cominciando a provare sotto sotto un po'di imbarazzo per la situazione.
È vero che abbiamo già dormito insieme, ma in questo momento mi sento come se qualcosa fosse cambiato tra di noi, qualcosa che non mi so spiegare, ma che sta influenzando in un modo o nell'altro il nostro rapporto.
-certo che no-mi risponde, stampandosi un sorriso in faccia-adesso però ho proprio bisogno di farmi una doccia, sai dov'è il bagno?-
-porta accanto alla nostra, non puoi sbagliarti-
Non appena chiude la porta, sento gli occhi farsi pesanti e senza rendermene conto, mi addormento rannicchiato contro il cuscino.
-hei svegliati, è quasi pronto-mi risveglia la voce di Steven mezz'ora dopo.
-mm-grugnisco aprendo prima un occhio, poi l'altro, accorgendomi solo dopo qualche secondo che il mio amico indossava solo i boxer e nient'altro.
Mi impietrisco, cercando di non soffermare troppo lo sguardo su quel corpo che obiettivamente nessuno potrebbe mai dire che non sia bello: ventre piatto e muscoli sodi con l'aggiunta di un viso che farebbe invidia a chiunque con quegli occhi verdi e i capelli biondi che ho sempre pensato fossero ingiusti ad appartenere ad un essere così meschino come lui, ma che ora so che rispecchiano esattamente quello che è: un angelo o meglio il mio angelo custode che mi salva in ogni situazione.
-cosa c'è? - mi chiede, accorgendosi del mio guardo insistente su di lui.
-nulla.. ehm, scendi così?-gli chiedo ridacchiando, cercando di sviare la sua domanda.
-sicuramente, penso che sia un perfetto abbigliamento da indossare di fronte ad una bambina soprattutto-scherza, aprendo la valigia e tirando fuori dei semplici jeans e una maglietta.
-tu non ti cambi? - mi chiede.
-dopo lo faccio, ma ora è meglio che scendiamo dato ci aspettano. Disferó più tardi la valigia-
-Ok andiamo-mi segue giù per le scale, dirigendoci verso la sala da pranzo che era gia apparecchiata e invasa da un dolce profumino di carne arrosto.
-accomodatevi pure-ci invita a sederci mia sorella-ho cucinato il polpettone con le patate al forno, spero che ti piacciano-si rivolge a Steven con un sorriso.
-certamente, li adoro-
-poi con mia sorella puoi andare sul sicuro, non c'e nessuno più bravo di lei a cucinare-
-così mi metti in imbarazzo Ryan-
-ma è la verità-le sorrido, cominciando a tagliare un pezzo di carne e masticandolo.
-mmm è buonissimo-esclama infatti poco dopo Steven, dopo aver mandato giù qualche boccone del suo pasto.
-che ti avevo detto?-
-siete troppo gentili-ci risponde raggiante.
-io voglio sedermi vicino allo zio-si lamenta la piccola, correndo verso di me.
-aspetta, fatti mettere prima il bavaglino-la rincorre il padre legandogli il pezzo di stoffa attorno al collo e facendola sedere affianco a me.
-vuoi un po'di patate principessa?-le domando, riempiendole il piatto al suo-sii zio-entusiasta.
La cena trascorre piacevolmente, parlando del più e del meno e raccontandoci un sacco di vecchi annedotti legati alla nostra infanzia.
-Ryan era proprio un monello da bambino, pensa che quando doveva essere interrogato si nascondeva nell'armadio e la maestra tutte le volte non sapeva come fare con lui, dato che si rifiutava di uscire-ridacchia.
-jenny-
-ti avrei voluto proprio vedere-rincarna la dose Steven, ridendo.
-se vuoi domani che siete meno stanchi posso farti vedere delle sue foto da bambino-
-mi piacerebbe molto-
-oh io sono qui-faccio il broncio, facendo ridere tutti.
-anche io voglio vedere zio da bambino-cerca di convincermi Mindy facendomi gli occhioni.
-eh va bene, ma ricordati che lo zio lo fa solo per te, non per questi due cattivoni-le rispondo, dandole un buffetto sulla guancia.
-meno male che c'è lei allora-ride mia sorella-allora chi vuole il dolce?-
-ioo-esclamiamo tutti in coro.
Dopo esserci sbavati anche l'ultimo pezzo di dolce che non era altro che un gustosissimo tiramisù, un altro dei piatti migliori che sapeva cucinare mia sorella, decido di accompagnare la piccola a dormire, rimboccandole le coperte.
-buonanotte principessa-le schiocco un grosso bacio sulla guancia.
-notte zio, domani giocherai con me vero? -mi chiede, socchiudendo gli occhi dal sonno.
-certo tesoro, te lo prometto-
Le spengo la luce e ritorno in salone, mentre mia sorella, Louis e Steven sono immersi in una conversazione.
-allora tu e Ryan come mi siete conosciuti?-gli chiede Jenny.
-in realtà andavamo nella stessa scuola alle superiori, anche se lui era di due anni più piccolo, poi per puro caso ci siamo rincontrati qualche mese fa e siamo diventati amici-
-ah quindi durante la scuola non lo eravate?-gli chiede questa volta Louis.
Vedo il volto di Steven che si incupisce e decido di intervenire-noi eravamo in classi diversi, non abbiamo avuto molte occasioni per parlare diciamo-
Non so perché gli sto mentendo, ma non voglio dirgli la verità, su come mi ha bullizzato e mi ha fatto sentire di merda Steven in quegli anni, perché per me adesso è acqua passata e non voglio che lui si senta ancora in colpa per questo.
Tutti gli sguardi si rivolgono su di me, compreso quello di Steven che mi guarda con un sguardo carico di rammarico e di tristezza.
-ah sei tornato, la piccola sta dormendo?- mi chiede Louis.
-sisi, puoi stare tranquillo-
Poi mio cognato interroga Steven su quale sia il suo impiego attuale e quando gli risponde che è responsabile del dipartimento di marketing proprio come lui, cominciano un discorso lunghissimo riguardante il lavoro, tant'è che mia sorella con la scusa di aiutarla a lavare i piatti, mi trascina in cucina con lei.
-posso chiederti una cosa?-mi guarda negli occhi, cominciando ad insaponare i piatti.
-certo-
-perché sei qui?-
La sua domanda mi spiazza-perché volevo venirvi a trovare-
-dimmi la verità, non venivi qui da più di un anno perché eri sempre impegnato con il lavoro, mentre adesso dal nulla ti sei preso una vacanza e sei volato qui. Dimmi cosa ti succede-
Sospiro, avrei voluto continuare a non pensarci, ma non posso mentire a mia sorella e in breve decido di raccontarle tutto quello che era accaduto negli ultimi mesi tra me e James.
-quindi sei venuto qui per riparare al tuo cuore spezzato, non è così?-
-esatto.. Vorrei riuscire a voltare pagina finalmente e questo penso sia il posto giusto per ricominciare: da quando sono qui mi sento molto meglio, il dolore che avevo fino a ieri è come se si fosse affievolito, grazie a voi, ai vostri sorrisi e grazie a questa terra che rappresenta la mia infanzia e il periodo in cui tutto era perfetto, dove non c'erano mille problemi, pensieri e responsabilità-
- e quel ragazzo che è qui con te, quanto dovrebbe influire sul tuo cambiamento? - mi lancia uno sguardo eloquente.
-lui è un buon amico per me e sinceramente non lo so.. è una domanda a cui per ora non so rispondere, so solo che lui mi fa star bene e mi rende felice averlo al mio fianco-
Lei si asciuga le mani e mi stringe in un abbraccio-tesoro l'unico consiglio che posso darti è di non avere fretta e di cogliere ogni opportunità che ti donerà la vita. Se questo ragazzo ti renderà felice allora solo tu saprai se  sarà il caso di evolvere il vostro rapporto o se continuare a coltivare una pura e leale amicizia, ma in qualunque caso promettimi che non ti  lascerai abbattere.
La felicità è dietro l'angolo, devi solo trovarla-
-te lo prometto, grazie di tutto, sono così felice di essere venuto qui-
-e io sono felice di averti qui, ma adesso vai a riposarti che è tardi-
-non vuoi che ti aiuti ad asciugare i piatti?-
-tranquillo era solo una scusa per trascinarti qui-mi fa l'occhiolino-buonanotte fratellino-
-notte sorellona-la saluto con un bacio sulla guancia.
Supero Steven e Louis, ancora immersi nel loro discorso e gli comunico che sarei andato di sopra a lavarmi e che avrei aspettato Steven li, quando avesse finito.

Finita di fare una doccia calda e rilassante, mi sento rigenerato, ma sento comunque il bisogno di chiudere gli occhi e di dormire.
Mi lego un asciugamano in vita e ritorno in camera, trovando il mio amico seduto nel letto già con il pigiama addosso.
-sei già qui?-gli chiedo, cercando un paio di boxer e il pigiama in valigia.
Mi sa che mi toccherà disfarla domattina, perché adesso davvero mi mancano le forze.
-si Louis è andato a dormire e devo dire che è proprio un uomo simpatico e..-si zittisce quando alza lo sguardo su di me, che in questo momento sono intento a mettermi i boxer, dandogli la schiena.
- si lo so, lui è proprio forte, non potevo trovare un cognato migliore-mi giro a guardarlo dopo aver compiuto la mia azione, notando che le sue pupille si sono allargate e che il suo sguardo sta vagando lungo tutto il mio corpo.
Mi sento avvampare e distogliendo lo sguardo, mi infilo velocemente il pigiama, movimento di cui lui non si perde nessun minimo dettaglio, facendo diventare il mio viso ancora più rosso dall'imbarazzo.
-ma anche tua sorella è una bravissima persona, si sono proprio trovati-mi risponde, riprendendo il filo del discorso, come se fino ad un secondo prima non mi avesse mangiato con gli occhi in un modo tutt'altro che amichevole-per non parlare di Mindy, è una bambina così adorabile-
I miei occhi si illuminano al sentire il suo nome-è la bambina più dolce che esista-
-sei proprio pazzo di lei eh? - ridacchia.
-si vede tanto? -
-noo per niente-mi dice in modo ironico.
Mi sdraio sul letto, spengo la luce e mi metto sotto le coperte condivise con Steven.
-buonanotte allora-gli sussurro dandogli la schiena.
-buonanotte-mi risponde, sistemandosi dalla parte opposta del letto.
Il silenzio alleggia nella camera e un sesto di oppressione invade il mio cuore: forse è perché ho dormito una settimana abbracciato a James e gli ultimi giorni con Steven che mi consolava, ma in questo istante mi manca il calore di un corpo contro il mio che mi scalda e mi fa sentire bene. È ironico, visto che fino a qualche mese fa avrei odiato anche solo l'idea di dormire abbracciato a qualcuno e l'unica cosa di cui mi sarebbe importato sarebbe stato quello di passare una notte bollente, mentre adesso che ho provato come ci si sente, ne percepisco la necessità.
Una parte di me vuole avvicinarsi a Steven, per stringergli la vita e dormire insieme come le ultime due notti, ma l'altra sa che non posso farlo, perché supererei il confine traballante che è in questo momento la nostra amicizia.
Allora non posso fare altro che reprimere il mio desiderio e addormentarmi, stringendo forte il cuscino come se potesse darmi tutto il calore e l'amore che cerco.

Le cicatrici del passato Where stories live. Discover now