Capitolo 11

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-ragazzi vi va un hamburger?-ci chiede Nancy, mentre siamo seduti con Lucas e Simon, nei tavolini del pub gay in cui eravamo andati la scorsa volta.
-io passo-le rispondo, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di Lucas.
-ho mangiato oggi il pancake con te-mi discolpo, facendo spallucce.
-non puoi mangiare solo pancake in tutta la giornata- mi rimprovera-prendiamo 4 humberger con le patatine e 4 birre bionde-ordina alla cameriera, senza il mio consenso, facendomi sbuffare.
Nancy e Simon ci guardano sorridendo, mentre quest'ultimo prende la parola-mi fa impressione vedere il mio Lucas così premuroso con qualcuno che non sia io, non è mai successo-
-heii non è vero-gli fa il broncio il fidanzato-io sono sempre premuroso con tutti-
-sii quando dormi-ribatte, stampandogli un bacio sulla guancia.
-se non la smetti stanotte non ti do il culo-lo sfotte Lucas-
Simon increspa le labbra in un sorrisino-sisi voglio proprio vedere quanto resisti-
-io resisto stronzo-fa il finto offeso girandosi dall'altra parte, mentre il suo ragazzo cerca invano di cingerlo con le braccia, guadagnandosi una risata da parte di me e Nancy.
-comunque mi hai stupito anche a me-si rivolge quest'ultima a Lucas-non stai facendo neanche il coglione stasera-
-oh ma siete tutti in vena di complimenti stasera? Non sono un animale, so quando è il momento di fare lo stupido e quando non lo è e il nostro Ryan adesso ha solo bisogno di supporto da parte nostra. Non vedete che è uno straccio?-sbraita.
-io non sono uno straccio, sono solo.. in un brutto momento, ma datemi qualche giorno e sono sicuro che mi riprenderò-cerco di abbozzare un sorriso.
-baby boy, non posso vederti così, soprattutto non per un uomo. Mi sento in colpa ad averti spronato ad avvicinarti a lui-mi appoggia una mano sulla spalla.
-non devi, nessuno di voi deve, avete solo cercato di farmi accettare i miei sentimenti e di darmi la forza di mettermi in gioco, non potevate sapere che lui era solo uno stronzo doppiogiochista-ringhio, tentando in inutilmente di sopprimere il dolore che mi stava attanagliando il cuore in una morsa.
Non riesco a sopportare i loro sguardi carichi di pietà, non voglio più farmi vedere così, voglio solo tornare a essere il Ryan solare che aveva solo voglia di divertirsi, senza nessun sentimento di mezzo.
-non ci pensare baby boy, stasera voglio solo che ti diverti d'accordo?-
-d'accordissimo, ma solo se beviamo-
-non devi neanche chiederlo, oh guarda stanno giusto arrivando le nostre birre-ribatte non appena la cameriera ci serve gli hamburger e da bere.
Mi faccio forza e cerco di mandare giù il cibo che ho nel piatto, ma dopo pochi bocconi, ci rinuncio e mi limito a trangugiare la birra e ad ordinare altro da bere insieme alla mia migliore amica.
-come lo mantieni sto fisico, se non mangi niente?-mi rimprovera Nancy, sorseggiando il suo cosmopolitan.
-ha ragione, devi tenerti in forma per i tipi-gli dan man forte Lucas, sorridendomi.
-ma quali tipi?-comincio a ridere, mandando giù l'ennesimo cocktail-sono settimane ormai che non scopo e per cosa poi? Per un coglione che voleva solo prendermi per il culo per l'ennesima volta? O forse l'unico coglione sono io che ci sono cascato-
-baby boy-mi stringe tra le sue braccia Nancy-tu hai dato solo ascolto al tuo cuore, quello che ci ha perso é solamente lui-
-e poi diciamolo sei molto meglio tu di quel Mark-esclama Lucas.
-decisamente, non vale neanche la metà di te-mi sorride Simon.
Le loro parole mi scaldano il cuore e anche se mi sento sprofondare dal dolore, in questo momento mi sento solo grato di avere degli amici come loro che ci sono sempre nel momento del bisogno e che cercano in tutti i modi di tirarmi su di morale.
Io e gli altri, tranne Simon che deve guidare decidiamo di berci degli shottini al goccio e mezz'ora dopo la stretta allo stomaco si allenta e ho la sensazione che l'aria sia diventata più respirabile, perché comincio finalmente a divertirmi davvero con i miei amici, non smettendo più di parlare e di ridere.
Mi sento così spensierato, così libero dai pensieri cattivi, così leggero a stare con i miei amici a parlare e a bere in un pub con la musica di sottofondo, ma ben presto il mio buon umore viene rovinato, quando la figura bionda di Steven McCain appare davanti al nostro tavolo.
-hei Ryan-mi saluta con un sorriso smagliante.
-che diamine vuoi? Non ero stato abbastanza chiaro l'altra volta quando ti avevo detto di starmi lontano?-gli ringhio addosso, ottenendo delle occhiate preoccupate da parte dei mie amici.
-hei calmati, vorrei solo parlarti-mi spiega con un tono stranamente dolce.
-non abbiamo niente di cui parlare noi due-
-lo so che mi odi, ma ti prego concedimi solo due minuti, poi se dopo vorrai mandarmi ancora a fanculo e andartene potrai tranquillamente farlo. Solo due minuti del tuo tempo, per favore-
Sospiro, non sapendo cosa fare e dopo qualche secondo di silenzio decido di  seguirlo e di ascoltarlo, tanto non ci avrei perso nulla e sinceramente ero curioso di sapere che diamine voleva ancora da me quel demonio, se era arrivato addirittura a supplicarmi.
-allora cosa vuoi? - lo incito a parlare, quando ci siamo allontanati insieme verso il cortile del locale, lo stesso in cui l'ultima volta avevo pianto tra le braccia di James, a causa sua.
Dolore, solo dolore, provo al ricordo del suo corpo che mi stringeva come se fossi stato veramente importante per lui.
Cerco di scacciare quel pensiero dalla mia testa e mi concentro ad ascoltare le parole del mio ex aguzzino.
-lo so che ti ho reso la vita un inferno e che pensi che io sia solo un viscido bastardo senza cuore e non ti biasimo, è la verità: nella mia vita non sono riuscito a fare altro che ferire gli altri per evitare di essere ferito a mia volta. Sono cresciuto da solo in mezzo ad una famiglia che pensava solo al lavoro e fino alle fine delle medie ero io il classico ragazzo solitario, sfigato e senza amici che tutti prendevano in giro e quando ho iniziato lo superiori ho deciso che tutto questo doveva cambiare e sono diventato un'altra persona, una persona che non voleva più essere la vittima, ma bensì il carnefice.
Ho cominciato a prendermela con i più deboli e a rovinare le vita delle altre persone, per farmi una reputazione, facendomi temere e rispettare da loro, ma con il tempo mi sono accorto che questo mi ha portato ad avere tante amicizie, ma nessuna che fosse vera.
Anche dopo le superiori ho continuato a fare l'arrogante e il superiore con tutti e non avrei capito il mio errore se non avessi incontrato una persona che ha cambiato tutto.
Lui mi ha fatto capire che ero diventato un mostro, una persona orribile che non avrei mai voluto diventare, ma che invece non riuscivo a smettere di essere ed è proprio a causa del mio carattere di merda che l'ho perso e io non me lo perdonerò mai-stringe i pugni con gli occhi carichi di rabbia e di tristezza-ed è per questo che ora sono qui davanti a te: per chiederti scusa per tutte le volte che me la sono presa con te, per tutte le volte che ti ho fatto del male, per tutte le volte che mi sono comportato da emerito stronzo, compresa l'ultima volta che ci siamo visti. E anche se sono consapevole che questo non basterà mai a ripagarti del torto che ti ho fatto, sappi che le mie scuse sono sincere, mi dispiace davvero tanto Ryan, non te lo meritavi-
Apro e chiudo la bocca più volte, sconcertato non sapendo cosa dire e soprattutto cosa provare.
Gli episodi di violenza in cui mi aveva coinvolto Steven era troppi e facevano ancora male da ricordare, ma la cosa che mi faceva più male è che i suoi occhi erano sinceri e io gli credevo e questo voleva dire solo una cosa: non sarei più riuscito ad odiarlo, almeno non come prima, non dopo aver saputo che anche lui era stato vittima di bullismo e che era stato questo insieme alla sua vita famigliare disastrata a portarlo a diventare così.
-io io..non so cosa dire-balbetto confuso, a causa anche dell'alcool che mi impediva di elaborare un discorso di senso compiuto-devo ammettere che mi hai spiazzato, mai mi sarei aspettato un discorso del genere da parte tua, nella mia testa ti ho sempre dipinto come un mostro senza cuore per tutti questi anni e adesso scopro invece che il cuore ce l'hai anche tu. Chi l'avrebbe mai detto? -sorrido amaramente-però questo non basta a farmi dimenticare tutto quello che mi hai fatto passare, è stato troppo-
-lo so-mi risponde guardandomi dritto negli occhi-io non pretendo che tu mi perdoni qui su due piedi, anzi sarebbe strano se lo facessi, quello che ti chiedo è semplicemente di farmi rimediare ai miei errori: poco alla volta voglio dimostrarti che sono cambiato sinceramente e a quel punto sarai tu a decidere se vorrai perdonarmi o se vorrai portarti questo peso per tutta la vita-
-lo stai facendo per me o per lui?-gli chiedo, riferendomi al misterioso ragazzo che aveva nominato.
-lui non c'entra, o almeno c'entra solo in parte. Il dolore che mi ha lasciato la sua perdita, mi ha portato a capire finalmente cosa sbagliavo e adesso questo non lo devo solo a lui, ma anche a me stesso e a gli altri. Voglio dimostrare di poter essere diverso, di potere essere una persona migliore e voglio cominciare, facendo del bene a te-
-quindi io sarei una specie di esperimento per la tua via del pentimento? - gli chiedo in tono indifferente.
-no, non è così credimi. Sono seriamente pentito per quello che ti ho fatto, dopo che ti ho rivisto la scorsa volta, non ho fatto altro che pensare in continuazione a quanto mi fossi comportato nuovamente da stronzo e forse è successo perché ero  un po' invidioso che nonostante tutta la merda che ti ho fatto passare sei riuscito a diventare comunque così bello, determinato e sicuro di te e soprattutto che nonostante gli anni stessi ancora con quello stronzo di Williams. Mi dispiace ma lui non mi va proprio a genio e non mi va a genio che stia con uno come te. Tu meriti di più di lui, anche se lo so che detto da me non vale un cazzo, ma dopo quello che ti ha fatto io non lo avrei mai perdonato-
-non hai capito un cazzo-gli sbraito addosso-io non sto più con James.
Putroppo qualche mese fa ho iniziato un nuovo lavoro e ho scoperto che lui era il mio capo, ma il nostro rapporto si limita a questo e quella volta lo avevo incontrato per caso, se ti fossi guardato bene intorno, avresti notato che era qui con il suo fidanzato-calco le ultime parole non nascondendo il disgusto.
-il suo fidanzato eh?-mi osserva con l'aria di uno che la sa lunga-dal modo in cui ti ha difeso non mi sembrava-
-invece è così-
-e a te sta bene? - mi guarda, cercando di studiarmi.
-perché dovrebbe importarmi? È da anni che ci siamo lasciati-
-sarà, ma appena hai pronunciato la parola fidanzato sembrava che volessi commettere un omicidio-
-che me ne frega a me di quei due? Che si andassero ad ammazzare quello stronzo doppiogiochista e il suo fidanzatino di merda che lo difende pure. Si meritano a vicenda-mi sfogo arrabbiato, a causa dell'alcool che mi impedisce di filtrate le parole da dire  davanti a colui a cui non avrei mai dovuto pronunciarle.
-cazzo sei ancora cotto a puntino, è palese e anche se mi sta pesantemente sul culo James, so come aiutarti-
-non voglio nessun aiuto da te-
-ascolta almeno quello che voglio dirti, prima di dire di no. James mi odia quanto io odio lui non è vero? -
-be, mi sembra ovvio-
-qual'è il modo migliore di fargli capire cosa si sta perdendo, se non farlo ingelosire con colui che non sopporta? -mi sorride ghignando.
-no, non se ne parla. Io non ho intenzione di far finta di stare con te, potrei ancora pensarci al fatto di darti il tempo di dimostrarmi il tuo pentimento, ma non a questo, è troppo-
-ma stai tranquillo, tu non devi fingere assolutamente niente-fa spallucce.
-non ti seguo-
-io cercherò di farmi perdonare giusto?Questo per me comprenderà molte cose che ora non posso svelarti, ma che all'esterno potrà sembrare un vero e proprio corteggiamento ed è quello che noi dobbiamo lasciargli pensare-mi fa l'occhiolino.
-tu vuoi fare credere a James che ci provi con me?? -quasi gli urlo.
-non sarebbe del tutto una bugia, tu a me piaci, ovviamente sono consapevole che vista la mia attuale posizione non potrei mai essere nella tua lista dei pretendenti, ma magari un giorno-ridacchia, lasciandomi il dubbio se stesse scherzando o se ci fosse un briciolo di verità nella sua frase.
-mm non lo so, non so se fidarmi e sopratutto non voglio creare dei casini, forse sarebbe meglio lasciare le cose così come stanno-
-quindi vuoi dire che ti sta bene che quei due stiano bene tranquillamente insieme, facendosi beffa di te alle tue spalle? -
-ovviamente no, ma che ci posso fare? Non voglio abbassarmi al suo livello.-
-e non lo farai fidati, per favore, mi darai l'occasione di aiutarti e di farmi rimediare ai miei errori? - mi guarda con aria malinconica, ma allo stesso tempo decisa, allungandomi la mano.
-d'accordo, va bene-sospiro, stringendogliela e sapendo già che mi sarei pentito amaramente di questa mia scelta.
-allora da dove cominciamo? -
-lasciami solo il tuo numero e domani vedrai-mi risponde con uno sguardo malefico, facendomi temere con tutto il cuore di sapere cosa sarebbe successo da domani in avanti.

Le cicatrici del passato Where stories live. Discover now