25. There's nothing I hate more than what I can't have (Parte 2)

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🔞🐱🔞

-James!-

Non riesco a muovere un muscolo, posso solo aprire gli occhi per incontrare il blu elettrico di quelle iridi fredde che mi fissano di rimando.
La luce della luna impallidisce i connotati armoniosi del suo viso, avvolgendone i tratti più spigolosi.

-Ma che ci fai qui!?-

Sento la presa intorno ai miei polsi allentarsi, mentre James libera il mio petto dalla pressione del suo, rendendomi capace nuovamente di respirare.

-Volevi uccidermi cazzo?- sputa afferrando il coltello dal pavimento.

-Non pensavo fossi tu!-

-Ma poi con questo? Non è nemmeno affilato!- ridacchia squadrando attentamente la lama seghettata.

Mi porto entrambe le mani alla bocca per nascondere l'espressione scioccata.

-Oddio! E se ti avessi fatto del male??-

Lui invece scoppia a ridere dandomi letteralmente sui nervi.
Lo guardo posare il coltello sul davanzale mentre non accenna a levarsi quel ghigno divertito dalle labbra.

-Anzi sì, sai cosa ti dico!? In realtà volevo proprio ucciderti Hunter.-

-Ah davvero?-

James mette su un espressione di finta indignazione, intanto sfodera una confezione di tabacco dalla tasca dei jeans, prima di accovacciarsi sugli scalini del pianerottolo. Lo guardo dall'alto incrociando le braccia al petto.

-Avrei potuto farlo con la scusa di averti scambiato per qualcun altro..-

-Te l'avevo detto che andavo a fare un giro, stupida.- mi rimbecca cominciando a riempire una cartina trasparente.

-Ma che c'entra, pensavo con Tiffany..-

-Beh non pensare allora.-

Senza riflettere troppo mi accovaccio sugli scalini, sedendomi di fianco a lui.

-Perché sei qui?-

-Eh?- Solleva un sopracciglio chiaro, come a non voler capire la mia domanda.

Lo fa apposta, insopportabile.

- Hai capito benissimo.-

Dall'agitazione dondolo il ginocchio sinistro, mentre il destro resta immobile, incastrato nella mia coscia che dall'alto sembra così grande da farmi sentire goffa. E spostare lo sguardo poco di lato, sulle gambe muscolose lasciate scoperte dai pantaloncini sportivi, di certo non aiuta.

-Finisco questa e vado via.- dice prima di leccare avidamente la cartina che tiene ben salda tra le dita affusolate.

-Sei venuto per fumare qui fuori da casa mia?-

-Non mi andava di entrare nella mia.-

Il mio pensiero va subito a mia madre.
Non ci posso credere.
Ecco perché non mi ha sgridata nonostante avesse perfettamente capito che "sono andata da Amelia a dormire" non fosse altro che una bugia. Perché a quanto pare, ad oggi, lei è la campionessa in carica delle menzogne. Voleva tenersi il primato, la subdola bugiarda.

Love Me, Love MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora