50. Blue eyes, black jeans, lighters and candy

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𝚃𝚒𝚜𝚊𝚗𝚒𝚗𝚊 𝚏𝚊𝚝𝚝𝚊? 𝙲𝚘𝚖𝚒𝚗𝚌𝚒𝚊𝚖𝚘 🦋

🔴🔴

JUNE

«Amelia.» mi ritrovo a sibilare tra i denti.

Sì, proprio lei. Amelia.

«Che cazzo dici?»

James è ancora steso a letto, intento ad arrotolare tra le dita la sigaretta appena fatta. Nell'udire le mie parole però, prende a fissarmi contrariato, forse incredulo.

«C'è Amelia qui sotto.»

Le mie labbra stridono nel comporre quella frase.
Vedo James schiudere la bocca per un secondo, come fosse in procinto di dire qualcosa, ma alla fine decide di tacere e, tutto concentrato, si accende la sigaretta.

«Non dici niente?» lo istigo con la mano ancora stretta alla maniglia.

Tutti i miei sensi sembrano cristallizzati da quella visione. Cosa diavolo ci fa lei qui?

James libera la nuvola di fumo nell'aria circostante e un aroma fruttato riempie la stanza all'improvviso.

«Puoi dire qualcosa?»

«Cosa cazzo dovrei dire?»

Ormai l'ho capito, lui si fa nervoso ogni volta che si parla di lei, io invece mi chiudo, divenendo incapace di parlare.

«Vuoi restare davanti a quella fottuta finestra ancora per tanto o puoi venire qui?» m'incalza quando mi vede rigida nella mia indecisione.

James lo conosco da poco più di due mesi, questo è vero, ma è il tempo sufficiente per intuire che c'è una motivazione dietro al suo strano comportamento. Il solo parlare di Amelia e Brian gli causa un repentino cambio d'umore. Possibile che il loro passato abbia un'influenza così forte, da avere questo potere su di lui?

«Non hai capito, James. È arrivata con una sedia a rotelle.»

A quel punto abbassa il capo. Lo fa in modo rapido e brusco, quasi a voler nascondere l'espressione colpevole che gli è appena spuntata in viso.

«Cazzo»

«Forse è meglio se andiamo a salutarla» propongo io, ancora dubbiosa sul da farsi.

Perché sì, è vero, la presenza di Amelia potrebbe destabilizzarlo, ma è inutile nasconderci dentro a questa stanza fingendo che il problema non sia proprio lì fuori, in carne ed ossa.

James si alza dal letto sbuffando e con sguardo criptico, spegne la sigaretta in un piccolo posacenere di vetro abbandonando sul davanzale.

«Andava tutto bene fino a cinque secondi fa...» mi metto a costatare

Non sono maestra nelle rassicurazioni, ma non posso fare a meno di notare la sua riluttanza.

«Andiamo, se ci tieni tanto.»

Quella frase mi ronza nell'orecchio, lontana, perché lui sta già attraversando la porta che dà sul corridoio. Resto a fissare la sua schiena nuda e possente restringersi in vita, i miei occhi percorrono i muscoli in rilievo fino a scivolare sui suoi fianchi, avvolti dai pantaloncini. Vorrei dirgli di mettersi qualcosa addosso, come una maglia, dato che è notte e la temperatura solitamente cala drasticamente già verso sera, ma al momento non credo James sia dell'umore per starmi a sentire.

Così lo seguo per le scale, finché non raggiungiamo il cortile antistante all'ingresso del bed and breakfast. Lì mi accorgo del gruppetto di persone curiose che circonda la nuova arrivata.

Love Me, Love MeWhere stories live. Discover now