31. I don't love the players, but you love the game

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Ci ho visto male.

Devo aver visto male.

Il nodo in gola inizia a stringere, fino a darmi l'impressione di soffocare.
Voglio tornare a casa. Ora.

-June ma sei sicura di star bene?-

Il calore della voce di Blaze mi riporta alla realtà.

-Non... no. Cioè sì. Sto bene.-

Apro la bocca per assumere più aria possibile, improvvisamente il locale mi sembra più afoso e soffocante.

-Ma che hai visto?- chiede ridendo mentre io vengo assalita dai sudori freddi.

-Niente.-

-Voi due che fate?-

Blaze e Jackson si scambiano uno sguardo veloce.

-Niente.-

Poi il biondo si chiude la zip del giubbotto sotto agli occhi grigi di Blaze, che ripercorrono tutto il torace massiccio del biondo dal basso fino all'alto.

-Dobbiamo accompagnare a casa Will.- dichiara Jackson indicando William che sta ancora chiacchierando con Marvin. -Anche se vorrei sapere dov'è finito James, ora.-

Già anche io vorrei sapere dove sta, letteralmente.

Sotto o sopra?

Oddio June non è il momento per il sarcasmo!

Compio un balzo all'improvviso perché inaspettatamente me lo ritrovo davanti. Sento le gote avvampare con un'intensità bruciante, quando poso lo sguardo sulle sue labbra, sembrano più rosse e carnose del solito.

Non avrei dovuto sbirciare, sono di sicuro saltata alle conclusioni sbagliate.

Con un gesto repentino James chiude la tenda scura dietro alle sue spalle possenti.

-Andiamocene.- ordina ai suoi amici, ignorandomi completamente.

-Dove...?-

Non posso credere di averlo chiesto ad alta voce.

Lui mi incenerisce con uno sguardo fulmineo.

-Secondo te dove cazzo vado? Accompagno a casa Will che non si regge in piedi. Andiamo Jax.-

Blaze si stringe nelle spalle mentre gli restituisco il sorriso, sembra davvero un bambino piccolo in mezzo a quei due.

- June vieni, ti accompagno.- dice poi facendomi un cenno con il capo.



La mamma di Blaze mi dà un passaggio per tornare, ma io sono così pensierosa che non spiaccico parola per tutto il tragitto.
E quando finalmente sono sotto casa, mi arriva chiamata William. Chiudo la porta d'ingresso a doppia mandata, poi in preda alla curiosità rispondo al telefono.

-June?-

-Stai meglio Will?-

Non si direbbe dal tono di voce, infatti biascica qualcosa ma è toppo ubriaco per farsi capire.

-Ti ho detto cose che non volevo?-

A me lo chiedi?

-Lascia perdere Will, pensa a rimetterti e a riposarti.-

-Torni da me?-

-Cosa? Ora?- La mia voce acuta tradisce un po' di incredulità.

-Vieni da me June?-

Non devo neanche pensarci questa volta. È un no chiaro e tondo.
Sta diventando tutto troppo tossico. Non era così che mi ero immaginata il rapporto con Will. Forse è proprio lui che me lo ero immaginato diverso.

Love Me, Love MeWhere stories live. Discover now