27. Trust is a dangerous game

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Che stupida

Sento le gambe tremare.
Probabilmente potrei svenire da un momento all'altro, la pressione cala così rapidamente che vedo grigio per pochi secondi.

-Se provi a urlare ti taglio la lingua. Hai capito?-

Annuisco quando il tizio ripete le parole con voce intimidatoria.
Farei qualsiasi cosa purché mi tolga dal viso quelle mani sudaticce, l'odore acre di fumo mi attanaglia la bocca dello stomaco, provocandomi un senso di nausea.
Così faccio cenno di sì con la testa, stavolta con più convinzione, tant'è che lui finalmente allontana la mano lasciandomi libera di voltarmi e guardarlo in faccia.
Non è Austin.
È un uomo che non ho mai visto prima. Di sicuro gli somiglia.
Stessa barba incolta e rossiccia.

Non uso il cervello in modo razionale in questo momento, la paura mi rende un insieme di impulsi sconnessi.
Abbasso lo sguardo sulle mie cosce scoperte poi lo faccio.
Una ginocchiata in mezzo alla gambe al tizio che urla piegandosi in due.

Scappo più veloce che posso ma una figura scura esce dal pick-up parcheggiato e mi blocca prontamente.

-Ti fai picchiare da una bambina?-

La voce tetra di Austin mi fa trasalire.
Eccolo. Figuriamoci se non c'era anche lui.

-Lasciami!- urlo a squarciagola quando sento la sua presa farsi più stretta intorno alle mie braccia.
Il suo corpo aderisce alla mia schiena e io provo a dimenarmi ma lui è troppo forte, devo gridare e chiamare aiuto.

-Adesso facciamo così...-

Lo vedo estrarre un coltello dalle tasche del giubbotto sgualcito e a quel punto non fiato più.

-Tu chiudi bocca o ti giuro che ti lascio il segno.-

Pigia lama gelida sulla mia guancia provocandomi dei piccoli singhiozzi.

-Ma che cazzo fai Ethan? Ha detto che non devi torcerle un capello.-

-Chiudi il becco Tom.- abbaia Austin al suo complice.

-Okay sto zitta.- biascico tra i denti, tremando come una foglia.

Il mio aggressore però comincia a ridere.

-Ti fai battere da una liceale? Seriamente?-

-Mi ha tirato un calcio nei coglioni la stronza!- ulula l'altro.

Austin finalmente allontana quel coltello, ma con il viso si accosta più del dovuto a me.

-Chi se lo aspettava da un angioletto come te eh?-

Tento di allungare il collo per evitare il contatto ed il solletico provocatomi dalla sua barba ispida che sfrega contro la mia pelle sensibile.

Strizzo gli occhi per il terrore, poi dico la prima cosa che mi viene in mente.

-Per forza, lui ha detto che voleva uccidermi!-

L'espressione di Austin cambia repentinamente. Si scansa dal mio viso e punta il suo amico con rabbia.

-Ha detto che non dobbiamo farle niente, ma che cazzo ti è saltato in mente? Lo vuoi capire o no che dobbiamo eseguire degli ordini?-

I due cominciano ad attaccarsi tra loro con battutine scarne, ma è quanto basta per distrarsi da me.
Austin mi sta ancora trattenendo dal braccio, così infilo la mano libera nella tasca posteriore dei pantaloncini per estrarre il cellulare con la massima cautela.

Okay devo distrarli ancora.

-Lui ha detto che voleva farmi del male! E l'avrebbe fatto anche senza di te, ha aggiunto!-

Love Me, Love MeWhere stories live. Discover now