36. Mount Everest

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JAMES POV

-April ha un talento notevole, non trovi?-

Devo avere l'aria di uno interessato all'arte, perché questa sta continuando a parlarmi di quadri da mezz'ora.
E io non la sto neanche ascoltando.
Indossa un gonna aderente ed è così corta, che se mi abbasso ad allacciarmi le scarpe, le vedo le mutande.
Sempre che le abbia.

Lei beve spumante e mi lancia occhiate ammiccanti con fare da seduttrice.
Non ne ricordo il nome, né so chi sia.

- E poi tuo padre è molto bravo nel suo lavoro.-

Sollevo le spalle disinteressato, ma a quanto pare neanche lei sembra badare alla mia camicia stropicciata. Scendere da camera di White non è stato facile. Will si è quasi slogato una caviglia.
Mi viene da ridere a guardarlo zoppicare, mentre cammina di fianco a sua madre, dall'altra parte del giardino.

La ragazza bionda rapisce nuovamente la mia attenzione poggiandomi una mano sulla spalla.
-Se vieni di sotto ti mostro una cosa.-

Sotto di te?

Inarco un sopracciglio senza parlare.

- Hanno allestito una zona appartata al piano inferiore, si tratta di quadri che esporranno il mese prossimo..- spiega lei.

Ma questa lo vuole o sono io che penso male?

Lei sorride, intanto si avvicina al mio petto. Esamino la sua mano curata che con disinvoltura si posa sul mio bicipite. Tiro giù una sorsata dal bicchiere, poi inspiro a pieni polmoni. Nell'aria umida e autunnale riesco a sentire l'odore dolciastro della sua eccitazione femminile.

-Non credo sia il caso.- ribatto sollevando il mento per incontrare i suoi occhi scuri.

Lei fa scorrere lo sguardo rapidamente, prima sulle mie labbra lucide di alcol, poi lungo il colletto della camicia.

"È solo la mia impressione" provo a convincermi, finché la bionda non schiude le labbra rosse per parlarmi con voce maliziosa.

-Come vuoi, sarebbe comunque stato un giro... veloce.-

E che cazzo, però

Ci ho provato a non pensarci, ma ormai è un dato di fatto: questa ha più di vent'anni, l'anello al dito e vuole farsi fottere da me.

-Devo andare.- mugugno prima di voltarle le spalle.

Non che mi dispiacerebbe piegarla a novanta da qualche parte e farmela, ma vedere Jasper che sta in un angolino in disparte da tutti, mi evoca sensazioni contrastanti.

-Lo so che i pasticcini facevano schifo.-

La mia voce fa spezzare quell'incantesimo di tristezza e quel grigiore che sembrava incombere su di lui.
Mi rivolge un timido cenno di assenso con il capo.

-Ma che vuoi farci... La madre di White non capisce un cazzo di uomini, di spumante e di cibo.-

Lui è ancora scettico, lo vedo da come storce il naso.

-Però se vuoi ci andiamo a prendere la tua pizza preferita.-

Finalmente Jasper distacca lo sguardo dal vuoto e curva le labbra in un piccolo sorriso.

-Da soli o chiamo anche Will?-

Se c'è una cosa che mio fratello mi ha insegnato negli anni, è quella di non arrendersi mai. Quando era più piccolo Jasper non guardava nè ascoltava nessuno. Potevi parlargli per ore ma per lui era come se non ci fossi. E oltre allo sconforto nel vederlo isolato da tutto e tutti, c'era il senso di solitudine che provavo nello stare vicino ad una persona a cui volevo bene, che però non mi dava niente in cambio. Non un sorriso, non uno sguardo.

Love Me, Love MeHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin