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"E così tu saresti la figlia dei Night. Interessante."

Una donna dai lunghi capelli neri e dai grandi occhi azzurri entra in salotto.

Presumo sia lei Elizabeth Piers.

I suoi occhi sembrano essere fatti di vetro mentre la voce è composta e graziosa.
Mi alzo velocemente dal divano sistemandomi il più possibile di fronte al suo sguardo perquisitorio.

È vestita molto altezzosamente: ha una stretta gonna che le arriva fino alle ginocchia, una camicia scollata sul davanti, dei tacchi altissimi, una collana tempestata di diamanti e dei piccoli orecchini d'oro.

Come me insomma: giaccone da boy-scout e jeans.

Tiene in mano un ventaglio che ogni tanto sventola sul suo collo come a voler ostentare la sua ricchezza.

"Ti stavamo aspettando.
Penso tu sappia già come mai sei qui, vero?" chiede analizzandomi con lo sguardo da capo a piedi.

Questa donna mi mette molta soggezione: ha uno sguardo capace di congelarti sul posto.

"Per il patto. Sono qui per il patto tra la mia famiglia e la vostra."

"Esattamente" sorride.

Okay, è inquietante.

Cosa c'è da ridere esattamente?

"Da oggi in poi sarai una cameriera assieme alle altre ragazze. Ormai sei di nostra proprietà. Dovrai obbedire alle nostre regole, a meno che tuo padre non riappaia magicamente... cosa alquanto improbabile o meglio impossibile, considerato il fatto che lo stiamo cercando da anni senza risultati. Non è così?"

Mi osserva aspettando una mia reazione, cerca un qualsiasi punto debole su cui attaccare, come un predatore che analizza la sua preda.

Peccato che la sparizione di mio padre non mi tocchi più di tanto.
Non è un mio punto debole.

Non l'ho ho mai conosciuto e non ci tengo a farlo.

"Ha ragione. Mio padre è scomparso ormai da anni, ma non si preoccupi perché sono qui per pagare tutti i suoi danni. Non è giusto così?"

Lei per un attimo mi guarda sconcertata, come se non fosse abituata a ricevere delle risposte. Riacquista subito la sua indifferenza agitando il ventaglio per qualche secondo.

"Bene, tu - indica la ragazza con i capelli rossi di poco fa- accompagnala nella sua nuova stanza e insegnale come bisogna comportarsi qui."

La rossa abbassa il capo. "Come vuole, signora."

"Ti aspetto all'ora di cena alle sette in punto. Ti presenterò tutta la famiglia."

Detto questo, sale le scale scomparendo piano piano dalla mia visuale.

Tiro un sospiro di sollievo sentendo tutta l'ansia scivolare via lentamente. Aveva proprio ragione Paul, non so come farò a vivere qui se saranno tutti freddi e scontrosi come lei.

"Tranquilla, è sempre stata così con tutti" la ragazza dai lunghi capelli rossi cerca di confortarmi.

"Io sono Jennifer. Anch'io sono stata condotta qui per il patto tra la mia famiglia e il signore Piers" mi informa.

"Almeno non sono la sola."

"Già! Qua quasi tutte le cameriere sono qui per questo motivo" assume uno sguardo un po' triste.

Come si possono fare patti del genere? Io proprio non capisco, sono disumani. Se solo avessi il potere di cambiare questo sistema, lo farei di sicuro. È assurdo prendere delle persone e in cambio risolvere i problemi economici delle famiglie piene di debiti.

"Scusa, sarai stanca per il viaggio e già ti sto stressando.
Seguimi, ti mostro la casa così poi ti accompagno nella tua stanza."

La seguo mentre mi illustra tutta l'enorme villa. Ci saranno almeno 15 bagni, tre cucine, che a momenti sembrano salotti, e più di venti stanze. La casa è suddivisa in tre piani: il primo lo possono utilizzare tutti, il secondo è riservato solo ai membri della famiglia Piers perché è lì che ci sono le loro stanze da letto e infine il terzo è concesso solo al signore e alla signora Piers.

"Questa qui invece è la tua stanza. La condividi con me."

Osservo i due letti, entrambi hanno un comodino di legno accanto. La stanza è grande abbastanza per due persone: ci sono due armadi, un grande specchio al centro e due finestre molto ampie.

È diverso dal mio piccolo angolo felice.

Dovrò abituarmi a tutto questo.

"Questa- mi porge una divisa da cameriera tutta bianca e nera - è la tua divisa. Dovrai indossarla sempre proprio come facciamo tutte noi."

Guardo la divisa e a momenti ho un arresto cardiaco. È troppo stretta e corta per i miei gusti. Mi vesto sempre con cose che sono il triplo di me perché sono più comoda, riesco a muovermi meglio ma con questi prevedo che appena farò un passo mi usciranno le vene.

"Devo proprio?"

"È più facile di quanto sembri" sorride.

Certo come no.

Passerò un mese solo per imparare a camminarci e un altro per imparare a respirarci senza soffocare.

"Dimenticavo... la signora Piers ci tiene alle sue amate regole. Devi sempre darle ragione e se ti dice che vede della polvere, tu non smentirla. Ormai vede della polvere ovunque...

E cosa importantissima: stai attenta ai figli dei Piers. Se ti mettessi contro uno di loro, potresti vivere in un inferno totale."

Marca bene la parola 'inferno' mettendomi una leggera pressione.

"Ci proverò, ma come sono? Non li ho mai visti."

"Sembrano dei modelli! Tutti quanti, dal primo all'ultimo... li vedrai presto, ora ti lascio riposare un po'. Verrò a prenderti all'ora di cena."

Sorrido quando la vedo esaltarsi al solo nominare i figli dei Piers.

"Okay, a dopo allora e grazie mille" rispondo.

Appena esce dalla stanza, mi butto a capofitto nel letto cercando di riposare un po'.

La signora ElisabethPiers, capa suprema di questa casa, mi ha messo abbastanza timore e ansia. Se anchei figli sono come lei, mi butto giù da qualche parte e finisce quiquesto maledetto patto infernale. 



































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