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"Ti spedisco una mia foto così potrai ammirarla quanto vuoi e per tutto il tempo che desideri" sorride maliziosamente.

Sbatto le palpebre e velocemente mi stacco dalla sua presa. Mi ricompongo cercando di far passare il rossore sulle mie guance.

"Mi scusi, non l'avevo vista" abbasso lo sguardo raccogliendo le lenzuola che mi sono cadute per terra.

Damon si abbassa e inizia ad aiutarmi raccogliendole a sua volta. Se solo fossi nata con un corpo più forte e più atletico.

"Aspetta, ti aiuto. Sono troppi per te" le prende tutte con un solo braccio senza fare alcuno sforzo.

"Non c'è alcun bisogno, ce la faccio da sola-"

"Hai intenzione di cadere un'altra volta come sei caduta addosso a me prima?"

"Non è stata colpa mia, la signora forzuta in cucina mi ha spinto con in mano queste lenzuola e mentre stavo cercando di mantenere l'equilibrio qualcuno mi ha spinta da dietro."

"La signora forzuta in cucina?" mi guarda come se stessi sparando cavolate.

I suoi occhi azzurri mi osservano divertiti.

"Si quella paffuta che sembra tenera finché non apre la bocca e ti urla addosso."

Okay, mi prenderà per pazza. Sicuro.

"Perché non ti fai semplicemente aiutare? Non mordo sai, promesso" sorride mordendosi il labbro inferiore.

"Posso fare da sola" cerco di prendere le lenzuola tra le sue mani ma essendo più alto di me, me lo impedisce tenendole in alto.

Si gira correndo verso il piano superiore, lasciandomi con in mano la metà delle lenzuola che mi servono. Perché sembra divertirsi come un bambino nel darmi fastidio? Apre la porta di una stanza da letto che presumo sia la sua, dal sorriso dipinto sul suo volto quando mi vede tentennare di fronte alla porta.

So per certo che tutto questo dev'essere un piano malato per farmi entrare nella sua stanza e per mettermi nei casini, ma non posso neanche lasciare che prenda metà delle lenzuola che mi servono così.

Senza pensarci ulteriormente, entro all'interno della sua stanza. È molto ampia e spaziosa, anche se ci sono pochissimi oggetti personali. È tutta grigia con qualche specchio appeso qua e là. Ci sono dei poster con la sua immagine stampata appesi alle pareti. Deve avere l'autostima alle stelle per aver attaccato la sua faccia dappertutto.

"Ti piacciono i poster? Ne vuoi uno con un autografo sopra?"

Ha lo sguardo divertito, per nulla serio, con una scintilla che esprime al massimo il pericolo costante che è. Più lo osservo e più non riesco a fare a meno di notare come lui stesso giochi con i suoi punti di forza come se non avesse debolezze.

Sa di essere bello, affascinante e a dir poco ammaliante... sfrutta tutto ciò a suo favore.

"Non hai nient'altro da fare se non rubare le lenzuola?"

"Cambi argomento?"

"Posso le mie lenzuola?"

Assumo lo sguardo più neutro e deciso possibile. Damon ha l'aria di essere una fiamma incandescente: non ci si può fidare. Ha sempre quel sorrisetto che lo accompagna, che lo caratterizza. Ogni tanto si lecca il labbro inferiore mentre parla.

"Per farle cadere di nuovo? Prenditi una pausa con me."

"Qualcuno mi ha spinta, ero in perfetto equilibrio e no grazie, non ho bisogno di alcuna pausa con te."

Ride vedendomi arrossire sotto al suo sguardo attento e ammaliante. Mi porge le lenzuola tra le mani e per un piccolo istante le nostre mani si sfiorano a vicenda. Una piccola scossa pervade il mio corpo ma nascondo tutto abbassando lo sguardo.

"E dire che ti avevo spinta apposta per riuscire ad attirare la tua attenzione. Che fatica sprecata, mi toccherà chiamare qualcun'altra-"

"Cos'hai fatto??"

Lo guardo assumendo un'aria a dir poco glaciale.

"Ti ho spinta ma poi ti ho salvata, un cavaliere... non trovi?"

"La smetti? È maleducato, altro che cavaliere. Non ti avvicinare mai più. Sei malato" la rabbia che sento aumenta quando vedo che più parlo più sorride.

Cos'ha da sorridere esattamente?

Mi arriva di fronte facendomi fare un passo indietro. La sua altezza incute un leggero timore quando me lo ritrovo davanti. Mi sposta i capelli di lato e mi guarda con un'aria desolata addosso.

Completamente diversa da quella poco seria di prima.

"Perdonami" sussurra a voce bassa.

I suoi occhi azzurri cambiano completamente d'intensità. Leggo dispiacere nel suo sguardo, ha un'aria afflitta addosso che mi rende difficile il non arrossire. Potrei sciogliermi se mi guarda così ancora un po'. Tutta quest'aria di scuse svanisce quando lo vedo incurvare le labbra in un sorriso a dir poco divertito. Si porta una mano sui capelli mentre pronuncia delle aspre parole.

"Davvero pensi che io mi possa scusare semplicemente perché ho preso delle lenzuola?"

La sua risata urta il mio sistema nervoso. Lo guardo ridere di gusto quando vede la mia faccia sconvolta per la sua finzione da premio Nobel. Lo fulmino con lo sguardo.

"Sei un maleducato Damon Piers."

Esco dalla sua stanza velocemente con i nervi a fior di pelle. 

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