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I signori Piers se ne sono andati da circa dieci minuti con piú della metà del personale e io mi ritrovo costretta a dover consegnare la cena in stanza a Damon.

Perché il karma mi odia?

"Apri la porta e non fare lo stupido" urla Antony.

Bussa ripetutamente la porta rischiando a momenti di buttarla giù.

"E voi che avete da guardare? Tornate di sotto e fatevi un po' gli affari vostri"

Alle sue parole tutte le cameriere che stavano sbirciando la scena tornano ai loro compiti. Nessuna di loro rimane: ci sono solo io con il vassoio di cibo in mano.

"Tu sei sorda?" Antony mi lancia un'occhiataccia.

Mi acciglio per il tono pieno di rabbia e per lo sguardo fulminante con cui mi sta guardando. Stringo il vassoio tra le mie mani cercando di ignorare i modi maleducati con cui si è rivolto. In questa famiglia la gentilezza è un optional.

"Devo consegnare la cena."

Antony alza gli occhi al cielo. Vorrei tanto dirgli che non muoio dalla voglia di stare qui e dare la cena a Damon, ma mi limito fare il sorriso più falso di questo mondo.

Dopo aver provato per l'ennesima volta a comunicare con Damon per fargli aprire la porta, si arrende e se ne va via verso la sua stanza.

"Le lascio il vassoio qui fuori" mormoro nella vana speranza che mi stia ascoltando.

Appoggio il vassoio sul ripiano delle scale e mi volto pronta ad andarmene via da qualsiasi cosa possa collegarsi a Damon Piers.

Sfortunatamente per me, la porta della stanza di Damon si apre.

"Adesso mi lasciate i pasti sulle scale?"

Il tono di voce scocciato e infastidito accompagna la sua espressione visibilmente irritata. Perché anche quando sarebbe da prendere a pugni, non smette di avere quest'aria divinamente perfetta addosso?

"Avevi chiuso la porta" mi giustifico.

"Potevi bussare."

"Non aprivi neanche a tuo fratello, perché avresti dovuto aprire a me?"

Il fatto che io continui a rispondere alle sue frecciatine sembra rinvigorirlo e divertirlo particolarmente. Fa un mezzo sorriso divertito per poi aprire la porta e farmi segno di entrare. Ma non era arrabbiato?

Vuole a tutti i costi vedermi consegnare il suo amato e prezioso pasto.

Con il sorriso più falso di questo mondo, prendo il vassoio ed entro nella sua stanza. Per la seconda volta in due giorni.

"Sei agitata?"

"No."

"Dici? Perché a me sembri agitata?" sorride.

"Dovrei andare adesso" lo sorpasso per uscire dalla stanza.

La sua mano mi prende il braccio, fermandomi prima che io riesca a varcare la soglia. Mi guarda divertito alternando lo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi.

"Rimani un attimo" sussurra.

I suoi occhi cambiano d'intensità proprio come l'ultima volta. Il fatto che Damon Piers possa passare da stronzo galattico a un dolce e povero gattino, mi urta altamente.

"Per riprendere il vassoio... tanto mangio in fretta" aggiunge per convincermi.

Annuisco lievemente facendolo sorridere. Si siede sul suo letto mentre tiene tra le mani il vassoio di cibo che gli ho portato. Il fatto che io non abbia ancora mangiato mi rende difficile guardarlo divorare con una lentezza allucinante il pasto che ha di fronte.

"Siediti se vuoi" mormora.

"Sto bene in piedi."

Mi guarda per qualche istante scrutando con attenzione ogni mio minimo movimento.

"Non hai mangiato, vero?"

"Non ancora..."

"Vuoi un po' del mio?"

I suoi occhi sono privi del solito divertimento e dall'aria di scherno che ha quando mi parla. Sembra sincero.

"No, sto bene così."

"No, sto bene così" mi imita a bassa voce facendomi alzare gli occhi al cielo.

Distolgo lo sguardo dai suoi magnetici occhi azzurri.

Mangia con una lentezza assurda. Sembra farlo apposta: ci impiega dieci minuti solo per affettare un piccolo pezzo di carne. Quando cerco di concentrarmi su qualcos'altro, i miei occhi trovano solo l'infinità di poster giganti con Damon Piers a petto nudo.

Questa stanza mina la mia salute mentale.

"Perché rifiuti ogni mia gentilezza?"

Quale gentilezza?

"Perché da quello che so non hai una buona reputazione con le cameriere di questa villa e io non voglio avere guai-"

"Chi ha detto che non ho una buona reputazione? Sono un angelo io" Damon si finge scioccato.

Sospiro facendolo ridere divertito. Sta tagliando lo stesso pezzo di carne da un quarto d'ora.

"Hai finito di tagliare la carne??" i miei nervi mi impediscono di mantenere la calma.

"Me la tagli tu?"

"No, ovviamente. Non sei un principe."

"Già... sono il ragazzo dalla cattiva reputazione" ride divertito mentre mi guarda accigliarmi sempre di più.

"Sto scherzando, non fare quella faccia. È che mi diverti" ammette.

Lo diverto? Non so se è una cosa positiva o negativa. Con Damon non si capisce mai il livello di serietà, non sai se ti sta prendendo in giro o se le sue intenzioni sono sincere.

"Non sono un clown" specifico per il fastidio che mi provoca quel suo sorrisetto.

Damon smette di mangiare, si pulisce le labbra con il tovagliolo e mi guarda.

"E io non sono un cattivo ragazzo."

Sto per prenderlo seriamente, l'aria quasi dispiaciuta con cui mi guarda mi fa dubitare per un piccolo istante delle mie parole. Tutto questo prima di scoppiare a ridere come un matto. Il che fa sì che la mia pazienza finisca: mi volto e me ne vado via, uscendo dalla sua stanza.

Si fotta lui e il suo vassoio.

Era di cattivo umore solo poco fa, ha rovinato la cena della sua famiglia riempiendo l'aria di tensione e ora cosa fa? Ride come un pazzo perché si diverte a mettermi in imbarazzo.

È matto. Non ha i neuroni che funzionano correttamente.

Sento una mano bloccarmi il braccio nuovamente. Mi basta sentire il suo profumo per capire che sia lui. Questa volta tiene il suo vassoio in mano e senza che io dica mezza parola, me lo porge.

"Grazie e buonanotte Caroline" le sue labbra si incurvano in un sorriso che mi fa arrossire di colpo.

Il modo in cui i suoi occhi analizzano ogni centimetro della mia espressione in questo momento, mi fa impazzire. I suoi occhi azzurri hanno una magneticità che lascia a bocca aperta. Damon sorride facendo comparire la sua solita fossetta e se ne va, lasciandomi in mano il suo vassoio.

Sono ferma in mezzo alle scale con il battito accelerato e con le guance arrossate per via di una buonanotte e di un mezzo sorriso di Damon Piers.

Devo riprendermi. 








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