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Appena arrivata in classe mi siedo accanto a Jen che non fa altro che guardarmi preoccupata. Le è bastato un solo sguardo per capire che il signorino Damon ha fatto una delle sue cagate.

"Durante la pausa pranzo voi due mi dovrete spiegare tutto quanto" sussurra a bassa voce Jen.

"Agli ordini capitano" risponde Erik.

La lezione passa abbastanza velocemente, prendo molti appunti cercando di stare al passo con le spiegazioni. Al contrario di Erik che per tutto il tempo ha disegnato una specie di moto stile Power ranger.

Quando suona la campanella, escono tutti velocemente fuori dall'aula.

"È perfetta!" esclama entusiasta Erik mentre ci dirigiamo in mensa.

"Si, bella la bicicletta" dice Jen lasciandole un'occhiata.

"Bicicletta? Ma quale bicicletta?"

Ci sediamo ad un bancone della mensa, piano piano si sta riempendo sempre di più. Mi siedo vicino a Jen mentre Erik si siede davanti a noi. La mensa è abbastanza grande ed è divisa anch'essa in due parti, quella della A e quella della B.

"Caroline ti sembra una bicicletta?" chiede sfoggiando quello che secondo lui è un fantastico disegno.

Guardo bene il disegno e dopo minuti di adeguata riflessione rispondo.

"No non è una bicicletta..."

"Visto Jen? Tu sì che ragioni mia amata Caroline " sorride.

"È più che altro... un monopattino" affermo decisa guardandolo meglio.

Jennifer inizia a ridere mentre Erik fa il finto offeso.

"Voi due non sapete cogliere l'arte."

Mentre Jen continua a prenderlo in giro, noto che tutti quelli in mensa adesso sono della classe B. Lo si capisce dall'uniforme rossa che portano.

"Ma dov'è la A?"

"Loro devono fare la loro entrata di scena, aspetta e vedrai" mormora Jen.

Neanche due secondi dopo li vedo entrare con le indistinguibili uniformi blu.

"Come si dice: parli del diavolo..." inizia Erik guardando verso la porta.

"... e spuntano le corna" finisce Jen.

A capo ovviamente c'è colui che tutto comanda: Damon Piers, affiancato dalla stessa ragazza di stamattina.

"Come si chiama lei?" chiedo.

"Violet, figlia di uno dei più ricchi impresari di questa città" spiega Erik.

Alta, fisico slanciato, capelli scuri che le arrivano fino alla schiena. È piena di gioielli: orecchini, collane e bracciali costosi. Tutti i ragazzi la guardano con un'intensità tale da volerla mangiare con lo sguardo.

Damon incrocia i miei occhi per un millesimo di secondo. In quel piccolo istante le sue labbra si incurvano in quello che è un impercettibile sorriso.

Perché non può semplicemente ignorarmi come con tutte le altre ragazze?

"Ha sorriso in questa direzione, strano... di solito ci ignora. Tu sai per-"

Smetto di guardarlo e sposto lo sguardo su Jen che in questo momento mi guarda male.

"Cosa? Cosa c'è?"

"Damon Piers?" chiede sospetta incrociando le braccia al petto.

"Non c'è niente Jen. Mi avrà solo preso di mira, vedrai che tra qualche giorno si dimenticherà di me."

"Se non vuoi guai, non innamorartene. Mi hai capito? Per lui le ragazze sono solo un passatempo" mi avvisa Jen.

Ho già capito che tipo è Damon Piers e non intendo stare al suo gioco. È una questione di tempo e troverà qualcun'altra con cui fissarsi. La ramanzina di Jen viene interrotta dall'entrata in scena di Edward, l'altro figlio dei Piers.

"Cos'è che dicevi? Se non vuoi guai non innamorartene...?"

Jen mi lancia un'occhiataccia mentre le sue guance diventano sempre più rosse.

"Siete messe male, ma veramente male" esordisce Erik.

Durante tutta la pausa pranzo, Damon non ha fatto altro che lanciarmi continui sguardi. Si diverte così: vede la mia reazione infastidita e va avanti, come se fossi il suo unico hobby.

Ho cercato di ignorarlo parlando con Erik e Jennifer. Ho scoperto che Jen è molto brava in biologia, mentre Erik ama lo sport e le lingue straniere. Lavora per un'altra famiglia molto importante come giardiniere per saldare i debiti dei suoi genitori. Ormai sono abituati a questo stile di vita: entrambi non vedono l'ora di scontare completamente i debiti.

La giornata prosegue abbastanza tranquillamente, i professori spiegano bene, sono molto disponibili e gentili. Mi dovrò mettere alla pari con il programma, Jen si è offerta di aiutarmi in questo.

Quando anche l'ultima lezione si conclude, ci incamminiamo verso l'esterno della scuola dove ci sono tutti gli studenti, sia quelli delle classi A che quelli della B, che aspettano le rispettive auto.

Noto che i Piers sono tutti sparpagliati.

Antony, il secondo genito dai capelli rossi, è con il gruppo di basket. Tutte le cheerleader gli stanno intorno mentre lo ascoltano parlare.

Edward è da solo, appoggiato ad un muro con gli occhi chiusi mentre ascolta la musica con le sue cuffiette.

Marcus, il più grande dei fratelli, non frequenta più la scuola ma lavora direttamente in azienda col padre. Da quanto ho capito, è il primo genito e quindi gli spetta di diritto il controllo dell'azienda dei Piers.

Damon sta fumando in un angolo circondato dal suo gruppo di amici e da alcune ragazze che continuano ad elemosinare le sue attenzioni.

Sono tutti diversi tra loro: hanno modi distanti l'uno dall'altro.

Distolgo lo sguardo da Damon quando sento il rumore delle auto avvicinarsi. Tre limousine con la scritta PIERS sulla targa parcheggiano davanti a noi. I fratelli Piers si avvicinano alla prima auto dalla quale esce l'autista per aprire loro la portiera.

Strizzo gli occhi quando riconosco la figura che sta scendendo dalla loro auto.

"Paul!"

È Paul, l'autista che mi ha scortato a casa Piers la prima volta.

"Signorina Caroline! Come sta?" sorride avvicinandosi a me.

I signorini Piers ci guardano sorpresi dalla nostra relazione mentre salgono nella loro limousine.

"Ancora con signorina? Mi offendi così" scherzo.

"Non potrei mai offenderla. La riaccompagno a casa?" chiede con i suoi soliti toni gentili.

"Si, sarebbe un piacere "mi giro verso Jen che ha uno sguardo piuttosto confuso e la faccio segno di raggiungermi.

Jen annuisce e quando nota che anche il suo amato Edward la sta osservando con attenzione, diventa tutta rossa in viso. Salutiamo Erik e saliamo nell'auto scortate da Paul.

Damon mi sta guardando molto attentamente, lo sento... sento i suoi occhi addosso.

"In realtà io quello che doveva scortare i signorini, ma visto che ho incontrato due così belle fanciulle, lascio questo piacere ai miei colleghi" sorride.

"Non ti diranno niente, vero?" chiedo preoccupata.

Non vorrei finisse in qualche guaio per colpa mia.

"Li conosco da quando hanno imparato a parlare, per loro sono come un nonno, nessun problema."

Io e Jen ci scambiamo subito un'occhiata d'intesa.

"Li conosce da quando erano piccoli, dice?" chiede Jen.

Paul annuisce mentre continua a guidare.

"Com'erano?" chiediamo tutte e due con forse un po' troppo entusiasmo.

Dopo averci raccomandato fermamente di non dire niente a nessuno, comincia a raccontarci l'infanzia dei signorini Piers.

Dangerous Love Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum